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La sera dopo ore e ore di treno arrivai nel mio paesino.
Era abbastanza lontano dal mio liceo, dovevo prendere due treni arrivavo a casa due ore dopo la fine della scuola e infine dovevo anche andare a prendere mio fratello Marcus a scuola.

Quando tornammo entrambi a casa e io mi misi subito a studiare.
Fino alle 19:00 andò tutto bene.

Poi arrivò a casa mio padre
Mio fratello corse in camera. Io andai da lui in salotto.
"Ciao papà"
"Ah Ashley. C'è da mangiare? Dov'è tuo fratello?"
Si diresse verso la cucina.
"Si ti ho fatto un panino e Marcus è in camera a studiare"
"La scuola?" Mi chiese mentre iniziò a spazzolare tutto quello che c'era in frigo, oltre alla birra, Che per lui era abitudine finirne almeno 3 a sera, quella volta prese anche il whisky.
"Bene bene ehm ho preso... ho preso 8 in matematica"
"Ah bene, e tuo fratello?"
"9 in inglese"
"Potete fare di meglio; beh IO avrei fatto di sicuro meglio in realtà. Ma chissene importa."
"Ehm certo. Ora vado a studiare."
E per la prima volta in quella settimana la nostra convenzione non finì male.
Poi io e mio fratello cenammo e andammo a dormire. Prima di addormentarmi però ripensai ai tagli di Nicholas...

Il giorno successivo mi svegliai all'alba e preparai la colazione per mio fratello, lo accompagnai a scuola e poi andai in stazione.
Durante il viaggio presi un quaderno dallo zaino e inizia a disegnare il volto di Nicholas, i suoi capelli mossi biondi, i suoi occhi azzurri splendenti come il cielo, il suo volto che era come quello delle statue greche... perfetto.
Ma così dicevano le altre ragazze
Io ehm non lo pensavo...
Prima che me ne rendessi conto arrivai a destinazione e mi incamminai verso la mia scuola.

Quel giorno non arrivai in ritardo, anzi arrivai cinque minuti prima dell'ingresso. Cosa nuova per me.
Mi sedetti su una panchina e cercai, come al solito, di non farmi notare.

"Ei D'Angelo"
'Oh no' pensai
Nicholas si avvicinò a me, anche questa volta senza il su gruppetto di amici
"Come ti va?"
"Per oggi non c'erano compiti di matematica giusto?" Chiedi
Lui accennò una risata "no no, volevo solo chiederti un favore."
"Ehm d'accordo..."
"Ho deciso di non chiederti più i compiti di matematica. Voglio che tu mi insegni a farlo, cioè mi potresti dare ripetizioni?"
"Ehm e perché dovrei?"
"Perché siamo amici. No?"
"No. Non siamo amici"
"Come vuoi. Ma potrei aiutarti anch'io. So che hai insufficienza in storia. Io me la cavo"
Ripensai a tutte le mie liti con mio padre. Erano state quasi tutte a causa dei miei brutti voti in storia...
"D'accordo. Ma solo una volta a settimana, il giovedì e le faremo qui a scuola, in biblioteca."
"In biblioteca?"
"Si sai quella stanza piena di libri..."
"So cos'è una biblioteca! Comunque d'accordo"
Suonò la campana ed entrammo a scuola.

Due ragazzi complicati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora