-"MUOVITI"- si sentì strillare dall'altra parte della casa, impaziente Anne è indaffarata nel preparare la valigia per me e cercare le dannate chiavi della macchina che perde in continuazione.
Io sono sveglio da ore, quel pensiero dei miei amici che mi tradiscono e che la colpa è ricaduta tutta su di me non mi permette di dormire.
I miei tentativi di spiegare al giudice l'accaduto si sono rivelati vani e in conclusione dovrò passare un anno intero nel carcere di Newgate a Londra. Ma adesso non mi va di parlare di ciò che ho fatto.
Sono sceso dalla mia camera con lo sguardo fisso sul pavimento osservando i miei piedi, mi trascino sulle scarpe da giorni, ho il presentimento di sembrare uno zombie. Mia madre come ogni santo giorno mi grida di muovermi ma sono troppo scosso per eseguire i suoi compiti e tenergli testa quindi con voce inespressiva gli dico di si senza nemmeno aver ascoltato il suo discorso e mi dirigo alla macchina, carico le mie cose e partiamo, diretti al luogo in cui penso passerò l'anno più tremendo della mia esistenza.
Dopo circa un'ora di strada passata a guardare solo fuori dal finestrino e con la musica ad alto volume nelle cuffie siamo arrivati e mi sono già preparato psicologicamente al discorso che penso mia madre stia per fare... appena scesa non apre bocca. Riesco a leggere sul suo volto solamente una tale delusione che mi sta uccidendo. Sono cosciente di aver commesso un grave errore ma mia madre credevo mi potesse perdonare.
Dopo avermi dato le mie cose se ne andò solamente spiccicando un -"ciao figliolo, stammi bene"-.
Mi sto dirigendo subito all'entrata scortato da due guardie armate vestite di tutto punto e con aria scherzosa ho in mente una brutta battuta ma decido di non farla per non apparire strano.
Appena entrato nella struttura mi hanno fatto togliere i vestiti e lasciare ogni cosa in mio possesso per consegnarmi una divisa gialla*orribile a parer mio* che poi ho scoperto starmi molto grande, minuto come sono trovo sempre difficile trovare vestiti della mia taglia. Mi fanno cenno di seguirli e mi portarono in una buia e deprimente cella con solo due stupide brandine e un lavandino al lato che perde.
Insomma come può andare peggio di così, è un posto terribile non c'è alcun dubbio.
La sera mentre sto cercando qualcosa di sensato da fare la porta della mia cella si spalanca e un grosso omone imponente appena entrato mi ignora completamente e va a sdraiarsi sulla sua brandina affianco alla mia. Non so bene come iniziare una con conversazione e azzardo con un;
'ciao, sei il mio compagno di cella? Piacere Harry'
"perspicace il ragazzo" mi risponde all'incirca dopo qualche minuto ma non mi dice il suo nome. alzo gli occhi al cielo e decido di riprovarci poi un altra volta. Ho già troppe cose a cui pensare non mi va di aggiungerne ulteriori.
Mentre mi rigiro nel letto non mi sento al mio posto, nella mia testa continua a risuonare una voce, come un eco che mi dice che non dovrei essere lì. Fino a qualche secondo prima ero convinto di essere nel mio letto a casa.
Mi alzo e apro gli occhi.
'ma che cazzo!' sussurro senza farmi sentire dal mio compagno che dorme da ore. 'SONO IN UN FOTTUTO CARCERE'
...
<<Cazzo ma ti vuoi muovere stronzo>> urla Louis a Jessie che non si leva dal bagno, alla fine si avvicina e lo prende per la maglia spostandolo dal pisciatoio con un sorriso da gradasso insolente com'è, stampato sul volto. Dopo essere uscito dal bagno Louis va nella sua cella e non fa a meno di origliare i suoi due compagni di cella Zayn e Liam, farfugliare qualcosa su un nuovo detenuto e pretende di saperne di più. Zayn e Liam gli raccontano del nuovo detenuto dagli occhi verdi e i riccioli castani, che si comporta in maniera strana e che non vuole far sapere a nessuno il suo reato.
Louis non sembra interessato e comincia a fare altre cose fregandosene.
Dopo aver detto la sua solita frase amorevole <<andate a dormire stronzi>> ai suoi compagni chiude gli occhi e si addormenta.
...
<<Aprite sta cazzo di cella>> Mi sveglio di soprassalto. Tex è difronte alle sbarre e sbraita contro le guardie che non vogliono farlo uscire per andare in bagno.
é ormai passata una settimana dal mio arrivo e ancora non ho trovato qualcuno con cui parlare che non provi a vendermi droga o sbattermi per terra e menarmi.
Sono bloccato in una routine che si ripete giorno dopo giorno senza cambiare nemmeno per una virgola;
la mattina mi sveglio a causa delle urla del mio compagno di cella che non fa altro che lamentarsi.
A pensarci bene una cosa cambiava ogni tanto... il motivo delle continue lamentele di Tex, si direi proprio di si.
Alle otto aprono le celle e dobbiamo andare tutti a fare colazione e in seguito a svolgere un lavoro in carcere tipo giardinaggio o alcuni club, inutile dire che nessuno si caga quelle perdite di tempo e io ho deciso di andare in palestra, quindi passo solitamente tutta la mattina lì.
A l'una di pomeriggio si pranza, una schifezza terribile tutti i giorni uguale, e poi veniamo rinchiusi nelle nostre celle per tutto il pomeriggio. E la sera non c'è molto da fare si sentono alcuni che si lamentano e poi si va a dormire.
-"Stamattina mi sento ispirato"- sospiro e mi alzo dopo aver sentito le consuete minacce agli agenti da parte di Tex-avevo scoperto il suo nome grazie ai detenuti che continuamente gli dicevano di abbassare la voce al mattino-.
Mi infilo la mia divisa e marcio verso il bagno.
Appena arrivato vedo un biondino minuto dagli occhi azzurri e con nemmeno un tatuaggio, questa cosa mi stupisce molto, quì dentro sono tutti super tatuati. Mi sistemo e dopo aver cominciato a pisciare gli rivolgo la parola << Ei biondino non sembri tipo da carcere, chi ti ha sbattuto dentro?>>
Dopo essersi accorto che stavo parlando con lui si volta e mi dice:
-" prima cosa non voglio parlarne del motivo per il cui sono dentro , seconda cosa comunque piacere mi chiamo Niall ma da quando sono dentro tutti mi chiamano Nello non so il motivo ma è odioso. Non sono quì da molto ma almeno tu mi hai rivolto la parola."-
mi allaccio la zip dei pantaloni gli rispondo.
" oh ok biondo come ti pare. Da quando sto in questo posto non sono mai riuscito a sostenere una conversazione o almeno una risposta stavo ridendo quindi grazie mille. Tu in che cella stai?"- azzardai la domanda. <<sono nell'ala sud>> mi indica la sua cella. Fortunatamente è poco distante dalla mia e ne sono felice, almeno ho trovato qualcuno con cui parlare. Infine lo saluto e gli dico che ogni tanto sarei passato a salutarlo e lui mi rivolge un sorriso.
Se fino a quel momento ho pensato che il carcere non è peggio di come lo aspettassi mi sono ricreduto poco dopo...Sulla soglia della porta del bagno tre uomini mi intercettano...