𝘜𝘕𝘋𝘌𝘙 𝘛𝘏𝘌 𝘙𝘈𝘐𝘕

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Ero scappato.
Non ne potevo più.
La mia testa era in confusione.
Io ero in confusione.
Per questo avevo deciso di scappare.
Di lasciarlo lì, sotto la pioggia.
Quella frase mi aveva fatto male, molto. Mi aveva ferito, ma lui era fatto così. Non pensava prima di parlare. Non si rendeva conto che anche, o meglio dire, soprattutto le parole hanno un peso.
Mi ero rintanato nel mio posto segreto: il fortino che avevamo costruito mio fratello ed io qualche anno fa.
Appena vi entrai, mi ritornarono in mente troppi ricordi, ricordi che avrei voluto dimenticare. Come quando mi trovavo nel sottosopra e la mia vita era un tale caos: non potevo mai stare tranquillo, dovevo convivere con l'ansia che un mostro potesse sbranarmi. Queste non sono cose che un quasi-adolescente dovrebbe vivere.
E fu proprio in quel momento che, senza neanche rendermene conto, inizia a distruggere quella piccola casetta che, un tempo, per me, era stata un rifugio, un posto dove poter stare tranquillo e pensare, lì riuscivo a sentirmi davvero me stesso.
Inizia a piangere e ad urlare, avevo distrutto tutto: il fortino Byers ormai non esisteva più. Decisi comunque di portare a casa le foto e i vari disegni che si trovavano al suo interno. Non mi resi conto subito che, tra quei fogli, si trovava anche una piccola busta con dentro una lettera che mi avrebbe totalmente stravolto la vita.

the letter || bylerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora