🟢 Di rane sognanti e altre amenità

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Sorsi d'acqua fresca
sgorgano dal cielo,
la bestiolina con l'esca
pesca oltre il velo.

La Luna s'affaccia premurosa,
la falena è sul ramo che riposa.

La rana salta su con decisione,
gracida ansiosa nella notte piena;
con selvagge colorate fantasie d'amore
cerca di condurre all'incisione
i cuori della bella Luna amena
e della falena dal dolce cuore.

Zampe tanto piccine
scavano più a fondo,
la bestiolina con le rime
vuole scoprire il mondo.

La Luna fa il suo ciclo e rifiorisce,
la falena si riempie tutta di strisce.

Sono morbidi come il cotone
i volti interrotti da un tenue sorriso;
gli occhi da lacrime smerigliati
hanno ognuno l'ampiezza d'un bottone
che nella mente di tutti rimbalza deciso:
"Oh, vos rêves, dove sono andati?"

Tutti i simboli
oggi sballati,
quanto gli angoli
di nuovo smussati.

Nasce nel bosco la rana bambina,
state a vedere che cosa combina!

Verde testolina ma sguardo di pianto,
vuol tessere trame durante la notte;
ogni sforzo e salto domanda incessante:
"C'est vraiment possible, questo incanto?"
Segue il sentiero che il coraggio infonde,
incurante d'essere una principiante.

Profumo di fiori di lillà,
vanno, gli amori, tutti qua,
una rana crederà alle fate
per ogni bacio che le date.

Luna, inaspettata madre d'argento,
sulla culla la falena si posa e le ali sbatte;
la rana è un po' presa in contropiede:
una delle due è forza di puro vento,
l'altra è bianca e chiara come il latte.
"Votre âme, dov'è che risiede?"

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