Capitolo tre

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Avevo in mente una roba pazzesca come vendetta per ieri, un cosa proprio da farlo impazzire, molto, molto, cattiva.

«È ora di mettere in atto il piano» disse Vic, consapevole di tutto.

Lo vidi arrivare in lontananza, era ricreazione, era andato a prendere il caffè alle macchinette.

«vieni, ti faccio vedere una cosa, David» dissi. Volevo veramente fargli vedere una cosa in realtà, prima del piano, più romantica.

Lo portai nel cortile sul retro, era bellissimo, non ci veniva quasi mai nessuno, non so, però, il motivo.

Lo trascinai tenenolo per il polso fino al cortile.

«piano mi fai male!» disse.

«scusami ma voglio ardentemente farti vedere 'sta cosa!!»

Arrivammo, lui non lo aveva mai visto, rimase incantato, io sono in questa scuola dalle elementari, lui solo dalla prima superiore, ovviamente io conosco la scuola meglio di chiunque altro.

«è b-bellissimo...»

«lo so»

È un giardino circondato da arcate di mattoni, come in un convento, ma molto più bello, ci sedemmo su un muretto, rimanemmo in silenzio per un po', poi parlammo di cose in generale.

«ops, è tardi, dobbiamo andare!» disse lui.

«perché tanta fretta...?» dissi in tono molto più che malizioso, Damiano sembrava intimorito.

«c-cosa...»

Mi avvicinai molto lentamente a lui, indietreggiava, vedendo la sua tecnica, lo portai a chiudersi, portando la schiena poggiata sulla colonna.

«cosa v-vuoi farmi?»

Madonna santa, e che so', l'omo nero?! O meglio: 'a donna nera?.

(ok questa era cringe)

«voglio solo... - dissi con un filo di voce per poi avvicinare la mia bocca al suo orecchio - ...vendicarmi...

Dopo quello, respirai una volta nel suo orecchio e poi mi spostai iniziando a camminare velocemente e a dire "allora, vieni?"

Lui mi diede una risposta molto scioccante.

«s-sì, in t-tutti i sensi...»

👁️👄👁️.  IO SCIOCCOBASITA.

Tornammo in classe, appena ci sedemmo ognuno al proprio banco mi disse

«ti odio Ginè»

Victoria si mise a ridere.

Sono troppo fiera di me stessa. Giuro.

Finita scuola, Damiano mi riaccompagnò (anche se a piedi) a casa.

A casa mia oggi non c'è nessuno, i miei sono fuori per lavoro per un mesetto buono, vivo con mia sorella e mio fratello, mio fratello è più grande, mia sorella più piccola di me, ma entrambi sono ancora a scuola.

«c'è qualcuno a casa tua ora?»

«nope - risposi - però alle 4 arriva Vic»

«ah, quindi hai casa libera?» mi chiese facendo esattamente questa faccia: 🌝

«sì, ma non per te oggi, per te oggi c'ho 'na mucchia de' gente a casa, ok?»

«ma quanto sei antipatica però!»

«senti, non se semo dati manco l'primo bacio! Pe' me 'na relazione deve essè romantica»

«in un certo senso hai ragione... Ma se ti dessi il primo bacio adesso?»

«nun sarebbe romantico»

«ah già»

«sarebbe epico, ma non romantico, capirai, dopo' na conversazione così...»

«epico è compensato da romantico?»

«no mi dispiace»

«vabbe allora se vedemo domani»

«a domani, David»

«però lo fai apposta, sai che sei eccitante quando fai così?»

«sì DAVID, sì»

Se ne andò ridendo e salutandomi con la mano alzata di spalle.

Hey yo, this is Ginevra

A scrive sto capitolo me so divertita na cifra (comunque la vera me è di Perugia, però so com'è il dialetto romano✨) spero ve piaccia.

Scusate mi sono dimenticata di postare lol

«Strana la vita, non credi?» Damiano David, Måneskin {SOSPESA} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora