Capitolo 3

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Tornando a casa mi sento le gambe tremare, le lacrime mi scendono le lentamente sul viso e tutto il mascara cola.
Porto i miei tacchi in mano per riuscire a camminare meglio, con i piedi scalzi sulla sporcizia presente sulla strada becco un punto dove mi entra una spina nella pianta del piede.
Mentre il ferreo dolore attraversa il piede decido di sedermi sul marciapiede distrutto della strada, in lontananza vedo che si avvicina un'ombra.
Sento il mio cuore battere come non mai chissà cosa vorrà da me? Vorrà farmi del male? E noto che in quella spaventosa ombra si intravede un viso piuttosto pacifico.
<Hei ho visto che ti sei fatta male, hai bisogno di aiuto?> mi dice questo ragazzo.
<Heii, te ne sarei grata> dico alzando lentamente il viso da terra.

Questo ragazzo sembra veramente gentile, mi porta in braccio fino alla porta principale della mia casa.
<Heiii aspetta, sai non mi va di entrare dentro casa, se stessimo un secondo qua?> chiedo.
<Si va benissimo, vuoi dirmi come ti sei ridotta cosi?> mi chiede incuriosito e anche un po' preoccupato.
<Non so da dove iniziare vediamo un po', sono andata ad una festa con un vestito molto corto, ho bevuto, ho fumato e per finire in bellezza ho perso la verginità con un ragazzo a caso.> dico sputando fuori tutto quello che ho dentro.
<Caspita!> dice sorpreso.
<Sai in verità, perdere la verginità non è cosi male perché ormai sai che puoi scopare in giro senza problemi di dolore, poi bere e fumare è tipico degli adolescenti di oggi. Cavolo! Goditi questi anni, che sono i migliori> dice con l'intento di rassicurarmi.
<Perché tu vedi il mondo da questa prospettiva? Cosa ti fa ragionare così?> gli chiedo incuriosita dalla sua storia.
<Io ho smesso di vedere le cose come se una volta passate non passano mai, anche io ho perso la verginità in un modo brutto ma non mi interessa, la vita è una e piuttosto che piangermi addosso preferisco vivermi ancora gli anni che mi rimangono con tranquillità>. Dice.

Mentre lui parla lo guardo con sguardo perso, chissà quante ne ha passate.
<E tu da dove sbuchi?> chiedo ridendo.
<Dal paradiso, chissà forse sono il tuo angelo custode!> dice ridendo.
Entrambi scoppiamo a ridere.
<Io direi che è tardi ti ringrazio tanto per avermi aiutata, sono Diana.> dico dandogli la mano come di solito si fa.
<Marco, dammi il telefono ti lascio il mio numero e magari chissà potremmo vederci un giorno e soprattutto fammi sapere come starai dopo.>
<Va bene>

<Mamma, sono tornata> ormai urlo per farmi sentire.
Decido di tenerle segreto tutto quello che è successo sta sera.
Se le racconto qualcosa probabilmente finisce per chiamare la polizia ed è addirittura in grado di iniziare un interrogatorio. Meglio se sto zitta.

LA MATTINA DOPO

Ormai è mattina e penso che sia uno dei migliori e peggiori primo giorno di scuola, speriamo di non incontrare quel lurido verme sennò dovrò tirargli qualche pungno in faccia.

Il corridoio è davvero grande, ci sono tantissimi striscioni come quegli nei film, in realtà è tutto come nei film americani.
Ci sono volantini per le selezioni cheerleader, per la squadra di football e altre attività interessanti.
Alla prima ora ho la classe di inglese, sono molto emozionata.
Chissà se incontrerò Davide?

ENTRA IN CLASSE
<Goodmorning class> urla entrando la professoressa.
<Davide come sempre in ritardo, l'estate non ti ha maturato neanche un po', seat down please>dice nuovamente la professoressa.

Davide è nella mia stessa classe, non ci posso credere!

SUONA LA CAMPANELLA
<Senti stronzo!> urlo dal fonto del corridoio.
<Chi sei?> dice Davide
<Ah te sei quella con cui ho scopato ieri>
<Tu non capisci, perché a te di scopare con qualcuno è totalmente indifferente ma per me è una cosa importante, era una cosa importante. Tu ti sei preso quella cosa e adesso non te ne frega niente perché la verità è che sei solo un lurido verme in cerca di giocattoli con cui giocare. Mi hai drogata? Rispondo io al posto tuo, si, sei veramente un coglione.>

Scoppia a ridere

<Hai finito?>
Lo guardo quasi come per menarlo
<Stai zitta sei solo una troietta>

Rimanago senza parole, non so davvero che dire decido di voltarmi e andarmene.

DIANA TORNA A CASA
<Allora che mi dici com'è andato il primo giorno di scuola?> mi chiede mia mamma più emozionata di me.
<La scuola è davvero meravigliosa, i professori sembrano ok, è come nei film mammaaaa>.
Tralascio i dettagli che riguardano Davide, mia mamma non deve sapere nulla.
<E allora perchè sembri così triste?> dice.
<Non sono triste mamma>.
<E invece sì, raccontami, che succede?>

Scoppio a piangere

<Heii, heii che succede? Ti hanno detto qualcosa di male a scuola?>.
<No mamma, non ne voglio parlare, scusami> e me ne scappo di sopra in camera mia.
Io amo mia madre e la stimo tanto per tutto quello che fa ogni giorno per me e mi rendo conto che da il suo massimo per me ma non posso raccontargli cosa è successo ho paura che reagirà male, che non mi parli più oppure chissà cosa potrebbe fare, non voglio perdere il rapporto che ho con lei. So che probabilmente un giorno lei lo verrà a scoprire ma per ora non voglio dirle nulla.
So benissimo che non è solo colpa di Davide ma anche mia, sono io che sono andata a quella festa e sono io che ho accettato di bere e fumare, devo solo prendermi le mie responsabilità. Sono arrabbiata con lui per come mi ha trattato e non mi ha nemmeno chiesto scusa. Chissà se esistono ancora ragazzi che non si prendono gioco delle ragazzo scopandole solo.

CHIAMATA IN ARRIVO DA SARA
<Hei Diana che fine hai fatto? Sei scappata dalla festa.>
<Sto bene Sara> dico.
CHIAMATA CHIUSA

Spero che Sara non mi richiamerà più, non voglio scoppiare a piangere come prima con mia mamma.

1 ORA DOPO
CHIAMATA DA NUMERO 324*****05

Pronto
<Heii Ciao, sono Davide. Flavio mi ha passato il tuo numero. Vorrei parlarti un secondo va bene se vengo da te?>.
<Davide? ma cosa? va bene abito in fondo alla via alla destra della stazione>.
<Ok va bene, scusa il disturbo>.

Ho un senso d'ansia, ed è come se non mi bastasse l'aria.
<Eccolo di nuovo>. sussurro
mi stendo sul pavimento provando a calmarmi.

<Mamma abbiano visite, sta venendo un mio amico un secondo che dobbiamo parlare>.
<Va bene tesoro, preparo qualcosa per voi?>
<Mamma stai tranquilla tanto se ne va dopo poco>.

DOPO 15 MINUTI
Suona il campanello

<Heii>. dice lui

NOTE AUTRICE
Non sapevo bene come riuscire a spiegare un attacco d'ansia, perchè pensandoci è quasi impossibile descrivere come si sentisse Diana in quel momento.

Spazio Autrice
Hei ciao a tutti, spero che vi sia piaciuto questo capitolo scusate gli errori grammaticali. Ci vediamo al prossimo capitolo!

Maledetta quella cannaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora