Capitolo I

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Driin driiin
Mi svegliai di soprassalto al suono della mia orribile sveglia e per spegnerla la buttai per terra sperando che finalmente si fosse rotta.
Guardai l'ora, erano le 7:40 e pensai OH NO SONO IN RITARDO! Era il mio primo giorno di scuola e avrei voluto fare a tutti i costi una buona impressione.
Con i professori non sarebbe stata un'impresa difficile perché ero sempre stata la prima della classe, ma con i compagni sarebbe stata tutta un'altra storia. Non mi reputavo bella: avevo dei banalissimi capelli biondi e due profondi occhi azzurro cielo che sinceramente non mi facevano impazzire. Ero alta quanto bastasse per arrivare alle mensole di camera mia (non mi misuravo mai perché mio papà una volta mi aveva detto che se tieni controllata la tua altezza non ti alzi), avevo la vita stretta e una linea impeccabile, ma a me la perfezione non era mai piaciuta e per questo mi sentivo bruttissima. Mi infilai di fretta dei jeans neri, un top bianco e il mio amato giubbino di jeans. Mi guardai allo specchio e scoprii che i miei capelli erano un completo disastro, quindi li raccolsi in una crocchia disordinata. Mi lavai il viso e notai due occhiaie orribili sotto i miei occhi. Mi pentii di essermi addormentata alle tre di notte dopo aver finito una maratona della mia trilogia di film preferiti: 50 sfumature di grigio. Ormai era troppo tardi per cercare di rimediare, quindi misi un filo di mascara sulle mie lunghissime ciglia e uscii di casa correndo senza però dimenticare le mie Vans che non mollavo dal 2015.
Ero eccitatissima di entrare nella nuova scuola, mi ero trasferita dall'Italia tre mesi prima con mia mamma dopo che aveva sposato un ricco conte newyorkese: "Il conte di Windsurf". In realtà mia madre aveva sempre amato l'America e a questo devo il mio nome: "Hope". In Italia tutti mi avevano sempre sfottuto in tutti modi immaginabili per il nome, ma forse qui la situazione sarebbe stata diversa.
La scuola era una piccola struttura privata che non era nulla di che e che potevo raggiungere in dieci minuti a piedi dalla mia nuova casa.
Entrai di fretta e passai in segreteria per sapere la classe in cui sarei dovuta entrare. La segretaria cercò di spiegarmelo in tutti i modi possibili, ma era risaputo che le bionde non sono molto intelligenti e quindi spazientita chiamò un'altra bionda che frequentava i miei stessi corsi e che mi avrebbe dovuto accompagnare. La ragazza indossava delle Jordan rosse, dei pantaloni di pelle e un top rosso. Era truccata come una modella e aveva tutte le caratteristiche per esserlo: era alta, slanciata, bellissima e dalla sua camminata a grandi falcate sembrava la persona più popolare della scuola.
Mi tese la mano e si presentò: "Ciao io sono Sophy, tu devi essere quella nuova" io risposi un po' intimidita "si mi chiamo Hope e mi sono appena trasferita". Sophy mi sorrise e replicò "Vedrai non ti troverai male, qua la gente è apposto, solo devi farti le amicizie giuste." Non riuscivo a capire se fosse la solita ragazza che se la tira o se fosse seriamente gentile con me. Le chiesi "cosa intendi esattamente per amicizie giuste?" Lei mi rispose sicura "temo che lo capirai a tue spese, non tutte le persone che sono gentili con te vogliono davvero essere tue amiche". Annuii e basta perché ero più confusa di prima, avrei dovuto fidarmi di lei o no?

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