2. Basket 🌺

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"Ehi scusa io ti conosco?" Sentì la sua voce chiamarla. Non si voltò, rimase immobile sul posto. Era la voce di Dylan che era in piedi dietro di lei.
L'aveva riconosciuta? Come aveva fatto? Forse non era cambiata abbastanza?

Prese un respiro profondo e si voltò. Incrociò immediatamente il suo sguardo un'altra volta. Due occhi verdi la fissavano dubbiosi. Lei guardò altrove in modo dispersivo. "Scusa, hai sbagliato persona" gli disse con voce bassa e si avvicinò lentamente alla porta di casa.

"Non ti ricordi di me?"

Bastarono cinque parole per bloccarla completamente e farle raggelare il sangue nelle vene. Si ricordava di lei, dell'aspetto che aveva prima, del passato... si ricordava di tutto?
Solar si strinse di più nel grande cappotto e incominciò a sudare freddo. Con voce rotta si arrese e finalmente rispose "si, sono io... Cosa vuoi ancora da me?" gli chiese quasi con le lacrime agli occhi.

Lui si allarmò confuso. "Ehi tutto bene? Sono il ragazzo in classe con te non ti ricordi?" le rispose cercando di capire perché Solar avesse avuto quella reazione così improvvisa.

"Il ragazzo in classe con me... ?" la ragazza ripeté le sue parole realizzando ciò che le aveva appena detto.

Dylan si avvicinò lentamente vedendola un po' scossa. "Come fai a non ricordarti?" le sorrise "sono il ragazzo affascinante che ha fatto un entrata indimenticabile, anche se un po' in ritardo" si vantò lui.

Lei era ancora turbata e in realtà non ascoltava una sola parola di quello che le diceva. Il suo cuore si era fermato per un istante per poi riprendere a battere furiosamente. Cercò di calmarsi lasciandolo parlare.

"In realtà volevo chiederti scusa per stamattina, non era mia intenzione farti cadere."
Lui si ricordava di lei come la nuova compagna di classe e non come la ragazza isolata e bullizzata per il suo aspetto. Se non fosse solo per la somiglianza fisica, quel Dylan non sembrava affatto il Dylan del passato. Possibile che si stesse sbagliando?

Sentì il cuore più leggero e il respiro regolarizzarsi. Alzò lo sguardo "ah sì, certo che mi ricordo" gli rispose grattandosi leggermente il capo e indietreggiando lentamente. "Tranquillo, so che non lo hai fatto apposta."

"Tu devi essere una dei compagni nuovi" rifletté lui analizzandola da testa a piedi. Solar sentì i suoi occhi addosso come mille frecce che le trafiggevano il corpo così si voltò senza nemmeno salutare e fece per rientrare in casa.
Dylan cosa ci faceva lì? L'aveva seguita? Meglio non fare domande e rimanere il più invisibile possibile.
Una volta che si trovò sulla soglia dell'abitazione, però, lui la richiamò.

"Allora ci vediamo domani... nuova vicina di casa" disse le ultime parole marcandole. Lei si voltò di scatto confusa ma non fece nemmeno in tempo a chiedergli spiegazioni che Dylan si incamminò verso la casa accanto dandole le spalle e sorridendo divertito dalla sua espressione scioccata, mentre con una mano la salutava.

Era lui che abitava nella casa di fianco?!

Erano vicini di casa. Lei si era trasferita da poco nella nuova abitazione, viveva solo con sua madre e il suo fratellino. Il padre non c'era quasi mai a causa di viaggi lavorativi. Grazie al suo lavoro la famiglia stava bene economicamente, la madre invece lavorava come maestra delle elementari. Anche per lei era nuovo l'ambiente lavorativo.

Entrò in casa chiudendosi velocemente la porta alle spalle.
"Sol com'è andata la scuola?" chiese curiosa Beth, sua madre, appena la vide entrare.

"Tutto... bene" rispose riduttiva per poi salire in stanza senza badare alle molteplici domande assillanti sulla scuola.
Solar non era una ragazza a cui piaceva parlare di sé. Anche se la madre era stata la persona che più si potesse avvicinare ad una migliore amica, lei non si era mai aperta fino in fondo. Era per questo motivo che Beth conosceva molto poco del suo passato tormentato. Ma a Solar andava bene così, se ne vergognava molto e per questo non riusciva a condividerlo con qualcuno.

THIS IS MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora