La radura

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Jen era veloce, ma non era invisibile.
Era una grande impresa non farsi vedere dalle persone, essendo un lupo enorme.
Correva per pochi metri e doveva fermarsi e nascondersi, perché passava qualcuno.
Per fortuna, la Casa di Jen non era molto lontana dalla foresta, e per arrivaci ci mise un quarto d'ora o poco più.
Arrivo all'entrata della foresta, dove c'era un grosso pezzo di legno ormai consumato dall'età e dalle intemperie, con scritto: "Benvenuti a Greentree."
Jen pensò all'ironia di quel cartello, c'era scritto 'benvenuto' in un bosco tanto sinistro e spaventoso, come se fosse un normale parco giochi.
Sgombrò la mente, non doveva pensare a niente, solamente a trovare la sua migliore amica.
Cominciò ad annusare l'aria, ma quello che sentiva non era l'odore di Maia, erano profumi intensi, di alberi, terra e qualcosa di acre e pungente.
Era sangue.
A Jen le si offuscò la mente e fece un passo indietro, come se potesse sfuggire a quel pensiero inevitabile.
Quello poteva essere il sangue di Maia?
Poteva essere arrivata tardi, poteva essere già..
No, si disse Jen, non poteva essere vero.
Adesso, però, aveva una traccia da seguire, quell'odore nauseabondo.
Jen si scrollò rapidamente e comincio a correre ed addentrarsi verso la foresta.
Mette i brividi, pensò Jen, ed infatti era così.
Quella foresta aveva alberi altissimi, che non facevano passare un minimo raggio di sole, e il sottobosco era pieno di ramoscelli e foglie secche, quindi era praticamente impossibile non fare rumore e non attirare l'attenzione.
Ma lei corse, prima a destra, poi a sinistra, poi dritta fino ad arrivare a una radura chiusa e protetta dagli alberi stranamente diversi dagli altri, più scuri e spettrali degli altri.
Jen si fermò a guardarsi intorno, e a prima vista sembrava una normalissima radura, ma poi notò qualcosa che attirò la sua attenzione.
Sopra ogni albero, a metà tronco, c'erano incise delle lettere che avevano qualcosa di antico e misterioso, quasi scritte in una lingua aliena.
Non fece in tempo a girarsi per guardare gli altri tronchi che cominciò a sentire un dolore terribile pervaderle il corpo, facendola accasciare per terra.
Come iniziò, il dolore finì di colpo, ma adesso Jen non era più un lupo, era diventata umana.
Non capì come successe, e quindi si ritrasformò, o almeno era quello che tentava di fare, perché non riuscì neanche a farsi spuntare le orecchie appuntite.
In qualche modo qualcosa le aveva prosciugato i poteri, e le impediva di trasformarsi.
Era ancora per terra, sdraiata, quando pensò che cosa le avevano detto al Gruppo.
Il Gruppo era un insieme di pochi lupi mannari, quelli rimasti in zona, e avevano detto che esistevano queste radure, o semplicemente cerchi tracciati sul suolo, che privavano i lupi dei propri poteri.
Si pensava che questi cerchi fossero tracciati da esseri con poteri alla pari dei licantropi, e alcuni osavano dire, anche superiori.
I vampiri.
Jen si alzò in fretta, ma barcollò un po'.
Si riprese subito, e si guardò velocemente intorno.
Adesso, dove prima c'erano tronchi fitti di alberi, si era aperto un varco di terra battuta.
Jen si scrutò scossa intorno, ma non vide niente, e quindi si avviò verso il sentiero.
La prima cosa che notò Jen, erano le stesse lettere aliene incise su ogni tronco di albero che costeggiava il sentiero.
Sembrava, pensò, che coloro che avevano costruiti quel sentiero, volevano privarla fino alla fine dei suoi poteri.
Non ci mise troppo ad arrivare alla fine del sentiero, che si apriva ad un prato verdissimo e ad una costruzione perfettamente tenuta.
Era una casa enorme, fatta in legno e tenuta perfettamente, anche se dimostrava anni e anni.
Ma non era quello che attirò l'attenzione di Jen.
All'entrata della casa, per terra, c'era l'iPod di Maia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 25, 2015 ⏰

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