23.

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La mattina seguente al messaggio inviato a Luca, mi alzai ancora nervosa, accarezzai leggermente la pancia, lo facevo ogni mattina da quando quell'esserino così indifeso era dentro di me.

Cosa avevo sbagliato con suo padre?

Cosa avevo fatto da farlo allontanare così tanto?

Mi cambiai velocemente, presi le chiavi di casa ed uscì lasciando la porta chiusa alle mie spalle; c'era vento, un vento di quelli che si portava via i pensieri, di quelli che si portava le parole dette a caso, strinsi la mia giacca e imboccai la strada che avrei dovuto percorrere, un colpo al cuore arrivò subito appena vidi Luca avanzare diretto nella mia direzione.

I nostri sguardi si incontrarono per un tempo indefinito, mi guardava, mi studiava "Ciao Grace" mi disse, io lo guardai con le sopracciglie alzate ma decisi comunque di ricambiare il saluto "Ti trovo bene, la pancia ti dona molto, ora si che si vede tanto" il suo sorriso non lo ricordavo così luminoso, o forse sarà perché mi mancava veramente tanto "si, cresce" risposi fredda, sembravamo due amici che si scambiavano due chiacchiere  ma noi non eravamo amici, né tanto meno lo saremmo mai stati, mi guardò un ultima volta e andò via non prima di avergli urlato con le lacrime agli occhi "Perché mi fai questo? Perché fai finta che non esistiamo? Perché sembra che tu ci odi?" Tutto successe in un minuto, lui si girò, mi guardò e in men che non si dica le sue labbra erano sulle mie.

Invetibalmente io ripresi a respirare.

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