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Ho sempre odiato vivere nella stessa camera con mio fratello. "Non devi dormire così scollata, avrai freddo", oppure: "Comportati bene ed obbedisci ai miei ordini".
Lo odiavo così tanto e il mio ripudio verso la sua figura pian piano si faceva sempre più immenso.
Avevo 17 fottuti anni, non 11. Non era lui a dovermi dire cosa dovessi fare e come.

"Perché non te ne vai da questa casa?" mi ripeteva ogni giorno con quella cantilena, facendomi venire la voglia di tirargli un pugno in faccia;

"Potrei farti la stessa lurida domanda" rispondevo sempre a tono mio.
Il rapporto con Mattheo non era mai stato semplice, su qualsiasi cosa aveva in serbo delle parole e appena ne aveva la possibilità le sputava fuori dalla sua bocca, tutte contemporaneamente, senza un minimo di rispetto nei miei confronti.

La casa in cui vivevo era grande e spaziosa, ma era resa cupa dalla tenebra e angosciante aria di morto: mio fratello mangiamorte, mio padre Voldemort, mia madre Bellatrix.
Una famiglia più simpatica, più dolce, più rassicurante mai vista.

Era il 12 di Settembre, quel giorno sarebbero ricominciate le lezioni ad Hogwarts e io e mio fratello avremmo trascorso insieme, nella stessa stanza, l'ultimo anno.

"Datti una mossa, non abbiamo tutto il tempo del mondo" mi disse mentre si abbottonava la camicia bianca e si sistemava i capelli.

"Perché non chiudi quella bocca?" gli risposi mentre prendevo la mia bacchetta e riponevo le mie valigie fuori dalla nostra stanza.

"Sai non dovresti nemmeno parlarmi" mi disse lui;

"Sai, non dovresti nemmeno esistere" dissi io.
Lo so, fui cattiva nel pronunciare quelle parole, ma non potevo fare a meno di rispondergli così, oppure non avrebbe mai smesso di insultarmi in quell'orribile modo.

Arrivati davanti ai nostri genitori, giù in salotto, alle mie spalle mi sentii dire:
"Prova ad avvicinarti a qualcuno lì e giuro che ti faccio fuori T/n Riddle" mi sussurrò all'orecchio mio fratello prima di voltarmi verso di lui e farmi un occhiolino spaventoso.

"Faccio il cazzo che voglio, Mattheo" risposi con aria fredda e ghiacciata: egli rimase stupito da questa mia reazione e decise di portarmi in un angolo della casa, in un luogo dove i nostri genitori non avrebbero potuto vederci;

"Sentimi bene" disse, portando la sua mano al mio collo stringendolo: "Se non mi ascolti ti giuro su me stesso che non la passerai liscia"

"Leva 'sta mano prima che te la tagli, brutto stronzo" dissi mentre mi dimenavo per cercare di uscire dalla sua presa.

"Mi hai sentito?" ribatté lui.

"Sei in astinenza? Vuoi tenermi tutta tua perché non hai nessuno che ti soddisfi sessualmente? Perché non te ne vai un po' a fanculo?" dissi mentre gli tirai un calcio nelle sue parti basse. Questo mi permise di liberarmi e di andare da mio padre.

Ero sempre ben accetta in famiglia, mia madre mi aveva sempre fatta crescere con l'idea che solo io posso controllarmi, solo io posso comandarmi, che solo io ho il controllo su di me. Ma questo sarebbe ben presto svanito. L'idea di una superiorità elevata non mi permetteva di vedere se non al di fuori del mio naso.

"Sorellina! È il momento di partire!" gridò Mattheo, facendo credere ai nostri genitori di star scherzando.

"Oh sì! Sarà veramente bello! Soprattutto con te" gli dissi, guardandolo con un sorrisino malizioso e lanciandogli un'occhiataccia.

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JEALOUS. // Draco Malfoy // Mattheo Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora