Capitolo 11

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"Mother e Father Monster sono..." La tensione sale e tutti sono con il fiato sospeso. Sono annoiata perché queste cose non mi interessano e sto ancora pensando al bacio con Romeo. È stato fantastico.
"Matteo e Jessica... Un momento... Ma sono io!" Jessica è la regina della serata. Inizia a saltellare qui e là come un piccolo canguro.
Una volta che si è calmata il DJ mette una canzone lenta per il ballo regale. Matteo fa mettere i piedi di Jessica sui suoi e iniziano a ballare. Sono così carini! Kate viene da me furiosa.
"Dovevo essere io al posto di quella marmocchia! Ma effettivamente la scena fa abbastanza ridere." Urla per farsi sentire. Sento qualcuno che mi tocca la spalla e mi giro. È Romeo.
"Signorina le va di ballare?" Mi chiede inchinandosi. Lancio uno sguardo a Kat e lei capisce che qualcosa è successo.
"Ti spiego dopo." Urlo a Kat. Lei mi fa un occhiolino e io afferro la mano di Romeo e ci catapultiamo sulla pista. Gli metto le mani sulle spalle e lui mi afferra per i fianchi. Passiamo tutta la canzone ad ondeggiare e guardarci negli occhi. Quei perfetti occhi gialli che fin dal primo momento mi hanno fatta innamorare.

Una volta che tutti gli invitati sono andati via, Romeo si offre di accompagnarmi a casa.
"Prendo le chiavi dello scooter e arrivo, aspettami qui un minuto." Dice avviandosi verso la cucina. Io nel frattempo mando un messaggio a Kat.
'Si, mi ha baciata ed è stato fantastico'
'Io invece stanotte dormo da Matteo... È così eccitante sta cosa aw'
Romeo torna e io non rispondo a Kat.
Saliamo sullo scooter e Romeo mi mette il casco.
"Ma il tuo?" Chiedo notando che lui non ha il casco.
"L'ho lasciato a casa di Simone, tanto sono due passi da qui a casa tua, non credo che la polizia ci fermerà." Dice ridacchiando. Simone è il suo migliore amico. Si conoscono da quando erano in fasce. L'ho incontrato solo una volta, qui a casa sua mentre facevamo le prove. Lui abita in un paese molto lontano dal nostro quindi non si vedono molto.
Mi stringo forte a lui e partiamo.
"Allora? Ti è piaciuta la serata?" Urla mentre siamo a metà strada.
"Si, è stata fantastica. Soprattutto la nostra prova. È stata..." Mentre stavo parlando vedo due fari giganti che ci vengono addosso.
"ATTENTO!" Urlo ma a quanto pare troppo tardi. Chiudo gli occhi e mi stringo forte a lui.
Quando li riapro sono stesa sull'asfalto. Romeo è a qualche metro di distanza da me steso anche lui sull'asfalto, ma è incosciente. Vorrei andare da lui ma non riesco a muovermi. Abbasso gli occhi e vedo che sono circondata dal sangue. Svengo.

Quando mi risveglio sono in una stanza d'ospedale e mia madre mi tiene la mano. Quando mi vede con gli occhi aperti chiama immediatamente un'infermiera.
"Allora piccola Giulia, come ti senti?" Chiede l'inferno era con tono dolce.
"Non lo so. Ma cos'è successo?" Ho le idee confuse. Ricordo solo Romeo steso sull'asfalto e del sangue. Molto sangue.
"La notte di Halloween hai avuto un'incidente con lo scooter. Eravate tu e Romeo Romini. Un camion vi è venuto addosso. Il camionista era ubriaco ed è stato arrestato. Tu avevi il casco ed è per questo che le lesioni non sono state così gravi. Solo una costola e un braccio rotto. La costola ti è stata operata e messa al posto giusto." Dice l'infermiera portando la mia attenzione al braccio ingessato.
"Romeo?" Chiedo all'infermiera. È l'unica cosa che mi interessa adesso.
"Beh, a lui non è andata così bene. Lui ha un trauma cranico ed è in coma da una settimana. Non si sa se si sveglierà." Gli occhi mi pungono e le lacrime li inondano. In coma. Ho bisogno di vederlo. Di stringerlo. È tutta colpa mia. Dovevamo andare a piedi visto che lui non aveva il casco.
"Voglio vederlo." Il mio tono è più duro di quanto pensassi. Ho bisogno di lui.
"Dobbiamo prima farti qualche analisi e poi potrai vederlo." Mi rassicura l'infermiera.
"Andrà tutto bene." Mi rassicura mia madre cercando di trattenere le lacrime.

Dopo le analisi, finalmente mi accompagnano da Romeo. Quando entro nella stanza le lacrime scendono da sole. Lui è lì, steso in quel letto. La testa fasciata e molte macchine attaccate a lui. Non ce la faccio a vederlo così. Gli tiene una mano una signora non molto anziana e ben vestita.
"Ciao." Mi dice la signora alzando lo sguardo. Gli occhi sono gonfi dal pianto e occhiaie le segnano il volto. Occhi gialli. Gli stessi di Romeo. Deve essere sua madre.
"Mi dispiace. È tutta colpa mia. Non dovevo farmi accompagnare quella sera." Sono le uniche parole che riesco a dire prima di fuggire via in lacrime.
La madre mi rincorre mi afferra per il braccio non ingessato. Io mi volto e lei mi prende il viso tra le mani.
"Non è stata colpa tua. È stata colpa sua che non ha messo il casco e colpa del conducente del camion che era ubriaco." Mi asciuga le lacrime dal volto. "Io sono Sonia, la madre di Romeo. Tu sei?" Dice lasciandomi il volto e tendendomi una mano.
"Io sono Giulia." Dico tra un singhiozzo e l'altro. Quando sente il mio nome alza le sopracciglia e spalanca la bocca sorpresa.
"Tu sei Giulia Di Ginevra?! I miei figli ogni volta che mi chiamano non fanno altro che parlare di te. Soprattutto Romeo. È completamente cotto." A quelle parole arrossisco.
"Beh, si. Sono lusingata." Dico imbarazzata. "Effettivamente anche io sono stracotta di Romeo." Ricomincio a piangere pensando a lui. Sonia mi riporta nella sua stanza e mi lascia qualche minuto sola con lui. Mi siedo sulla sedia accanto al letto e gli prendo una mano.
"Così io ti piaccio. Beh, se ti piaccio così tanto ti prego svegliati. Ho bisogno di te per vivere." Abbasso la testa sulla sua mano e la bagno con le mie lacrime. Non so cosa farei se da quel coma non si risvegliasse più.

#SpazioAutrice
Grazie per le quasi 900 visualizzazioni ❤️ Siete fantastici ❤️
Vi ricordo che è uscito il primo capitolo dell'altra mia storia "Sulle punte degli Aghi".
Ve se ama,
VavaBoh

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