19. "Ma cosa diavolo stai facendo in Canada?"

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Mads Brown

«Che cosa ha fatto?!» urlo con il telefono spiaccicato all'orecchio. Non ci posso credere.

«Mads parla a voce bassa.» dice Kourtney, la poverina sta cercando di riposare ma la zia Sally mi sta raccontando di come Gabriel sia scappato di casa! Non posso crederci che ha quasi tirato un pugno in pieno viso a Joe!

«E adesso Gabriel dove si trova?» chiedo senza ricevere risposta, ci mancava solo questa Gab.. l'ho seriamente chiamato Gab?

«Posso anche tornare subito se volete una mano per farlo ragionare, quando non è stronzo è piacevole la sua compagnia.» dico ma la zia subito mi risponde con un "tranquilla è tutto ok." Anche se a quanto vedo non è tutto ok.

🐎🐎🐎

Sono a malapena le cinque del mattino, New York è già quasi tutta all'opera. I rumori delle auto, dei lavori in corso e infine dei cani che abbaiano. Sempre la stessa storia.

Un senso di nostalgia mi attira, a North West River non ci sono così tanti rumori e si dorme tranquilli dispersi nella natura. E chi lo avrebbe mai detto che un mese mi avrebbe fatto cambiare del tutto il mio stile di vita.

Tra una cosa e l'altra arrivo fuori il mio Starbucks di fiducia. A quest'ora fortunatamente è vuoto.

«Hey.» mi saluta subito Tom allegro.

«Hey. La mia domanda è come diavolo fai ad essere così allegro a quest'ora?» chiedo sedendomi al bancone.

«Abitudine amour.» dice iniziando a preparare il mio solito. Un caffè latte semplice ma Tom lo riempie di goccie di cioccolato e devo ammettere è la fine del mondo.

«Parliamo un po' di ragazzi insomma.» esclama Tom porgendomi il mio caffè latte.

«Diciamo che..» mi interrompe.

«Lo sapevo! Come si fa a resistere ad una come te, il ragazzo..» lo interrompo.

«I ragazzi.» lo correggo e lui sgrana gli occhi.

«I..i ragazzi?» chiede ed annuisco bevendo un sorso del mio caffè.

«Ma cosa diavolo stai facendo in Canada?!» urla e nel preciso momento si sente il rumore del campanellino di quando si apre la porta dello Starbucks.

«Hey Tom, il solito.» esclama un ragazzo dalla voce troppo familiare.

«Madlins Brown, che sorpresa.» esclama lui.

«Ciao Brandon.» dico per poi bere tutto d'un fiato il mio caffè latte. Lascio i soldi sul bancone e poi esco dallo Starbucks di corsa, meno sto con quel pazzo di Brandon meno potrà torturarmi psicologicamente.

«Mads che fai scappi?» mi chiede seguendomi all'esterno.

«Cosa vuoi da me Brandon?» chiedo acida.

«Acidina, non ti ricordavo così.» dice avvicinandosi alla mia bocca, poso le mani sul suo petto e lo allontano «Cosa hai fatto al braccino piccola Mads?» Aggiunge.

«Non sono più la persona che ricordi, sono cambiata.»

«Insieme ad Allen Sanders a quanto pare. In quel minuscolo paesino disperso lo avrai incontrato sicuramente.» esclama e il mio cuore per un attimo perde un battito.

«Come conosci Allen?» chiedo.

«Mads, ma seriamente non ricordi nulla di quella sera?» chiede lui.

Il mio periodo da bambina ribelle, è ovvio che ho cercato di rimoverlo del tutto. Specie perché è stato l'ultimo periodo che ho passato assieme ai miei genitori.

«Preferivo dimenticare.» resto sul vago.

Lui annuisce squadrandomi «Dimenticare.» ripeté tra sé e sé.

Brandon dopo qualche minuto di silenzio esordisce con «Che ne dici questa sera di passare all'appartamento? Diamo una festa.» dice alludendo all'appartamento del padre di Colin, ovviamente il poverino papà miliardario non sa che il figlio ci ospita gente poco raccomandabile.

«No.» dico chiaro e tondo.

«No?» chiede lui come stupito «Sarà più difficile di quanto credessi.» sussurra.

«Cosa hai detto?» chiedo  facendo finta di non aver capito.

«Nulla Mads, nulla.» dice per poi avvicinarsi a me e lasciarmi un bacio sulla guancia «Spero che tu venga, anche solo per me.» aggiunge accompagnando il tutto da un occhiolino per poi rientrare nello Starbucks.

Credo che qualche mese fa per attirare un minimo l'attenzione di Brandon non so cosa avrei fatto, mentre ora forse ho capito che vale quanto la suola della mia scarpa sinistra? Oppure ho capito che ci sono cose più importanti del ragazzo che dipenderà dai soldi del padre per tutta la vita e senza alcuna speranza di futuro?

Cose da pazzi!

Ritorno a casa di Kourtney. Entrai nella stanza che condividevo con la ragazza proprietaria di casa dove non la trovai.

Strano che sia sveglia a quest'ora, di solito non si alza prima di mezzogiorno, se non per andare a scuola.

Mi siedo sulla brandina che la madre della mia amica aveva preparato per me e inizio un po' a giocare ad un giochino sul cellulare aspettando che il mondo lì fuori si svegli.

Dopo qualche minuto che avevo iniziato la mia partita di candy crush improvvisamente sento un rumore forte verso il muro, mi alzo di scatto cercando di capire la causa, dopo poco per la casa si sente solo ansimare. Non ci metto molto a collegare.

Scuoto la testa e torno a letto riprendendo la mia partita a candy crush, con il sottofondo delle urla della mia migliore amica e i gemiti di quel tipo.

Tutto continuò così per le successive ore. Fin quando non sentii la porta d'ingresso chiudersi. Sospirai.

«Ciao Mads.» esclama Kourthney entrando in stanza, la guardo e scoppio a ridere e lei fa allo stesso capendo.

Improvvisamente sul mio telefono arriva una notifica da un numero a me sconosciuto.

Ho saputo che sei a New York, lo sono anche io. -Allen

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