«Noi ci vediamo più tardi eh? Ciao raga'!» la voce di Eva accompagnò il saluto che invece Jimin rivolse con un cenno del capo ed un sorriso; era grato che il gruppo che si era costruito aveva accettato il fatto che lui fosse una persona silenziosa e gestuale più che una intenzionata a dire molte cose a voce.
Presto Eva affiancò la sua spalla in direzione della loro scuola e dal momento che la ragazza non frequentava nessun corso pomeridiano - a detta sua perché aveva troppa pigrizia da smaltire - aveva deciso di accompagnarlo in modo tale da potersi confrontare con il professore d'arte e chiedere il permesso di prendere qualche cartoncino rigido da utilizzare naturalmente per i lavori scolastici. A Jimin alla fine faceva comodo, Eva era la sua migliore amica e la sua compagnia non poteva che appagarlo, mentalmente e fisicamente grazie alla sua più che innata capacità di divorarlo con un solo abbraccio, e forse la stazza della ragazza pallavolista aiutava.
«Raga'» ripeté allora Jimin, attirando l'attenzione della ragazza che con un mugolio confuso gli chiese implicitamente di ripetere. «No dicevo... raga' mi fa ridere, come parola intendo.» e certo, per lui le abbreviazioni così tanto alla moda facevano prudere la ridarella, ancor più che non capiva perché sentissero il bisogno di abbreviare un nome che già di per sé appariva facile e svelto da pronunciare, per lo meno per lui.
«Beh ma chi ha voglia di chiamarli ragazzi? Nah, troppo impegnativo.» esclamò in modo teatrale, come suo solito, «Cioè dai, poi è anche divertente quando racconti qualcosa e improvvisamente aggravi il tono su raga', magari lo rendi un po' più figo e lo storpi in rega, con la e, ancor meglio è bro, o bros, dai fa davvero ridere.» e diede forza alla sua teoria con un sorriso e una voce piegata dal divertimento, un divertimento che arrivò anche a Jimin, intento a sbuffare un sorrisetto mesto.
«Beh io ti ho detto che fa ridere, quindi ti ho dato ragione in partenza.» chiarì ed Eva sorrise ampiamente in un modo che a Jimin era sempre piaciuto, un modo così solare da farlo sentire incredibilmente a suo agio con lei.
«Quando mai non mi dai ragione.» si pavoneggiò e, seppure potesse dare l'impressione di essere una ragazza sicura e forse troppo imperativa, la verità era che Eva sì era sicura di sé, ma certo non sentiva il bisogno di imporsi sugli altri e tutto ciò che suonava come superbia ad uscire dalla sua bocca, altro non era che un linguaggio ironico e simpatico che rivolgeva principalmente per far nascere una risata. Era sempre stata curiosa come persona Eva.
«Beh, in effetti...» e che senso aveva negare la verità? Jimin si fermava davvero raramente a riflettere su chissà quali binari, lasciando il compito ad Eva di sminuzzare ogni argomento per poi esporglielo in modo semplicistico. Lui era fatto così, non amava troppo sforzare le meningi in modo davvero troppo impegnativo, perché richiedevano un certo livello di attivismo nella vita di cui lui non disponeva; si lasciava trascinare da tutti in ogni dove, figurarsi se gli importasse diventare l'unico vettore del suo moto.
«Ma va bene così, a quelle persone come me servono persone come te.» spiegò, ottenendo lo sguardo curioso di Jimin.
«Gente che ti dà ragione, intendi?»
«No ma va.» commentò lei, sventolando la mano, «Intendo gente che fa fare il lavoro di ragionamento a noi per loro, capisci? Tu non ti fai tutti i problemi che mi faccio io, così io compenso e rifletto al posto tuo e al contempo tu con la tua mitezza riesci a calmare le mie paranoie, mi spiego?» chiarì, facendo sì che Jimin questa volta fosse un po' costretto a riflettere, arricciando le labbra ed alzando le spalle.
«Beh sì... presumo di sì.» commentò, pensando che in effetti funzionava in quel modo tra di loro, «Anche se non ci faccio molto caso alle volte che ti convinco... a non fare qualcosa? Sei sicura? Perché sono abbastanza certo di non influenzare nessuno, io.» buffo il fatto che quei quattro zeri di followers lo seguissero assiduamente. Tutti loro però conoscevano un Jimin un po' differente e quasi non credeva che mostrare la sua vera indole pacifica e accondiscendente avrebbe spezzato quel piacevole incantesimo quale era l'idea che ormai aveva dato di te.
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•La Via di Mezzo nella Sopravvivenza• {Yoonmin}
Fanfiction---[In corso - Capitoli pubblicati: 2]--- «Senti un po', è una settimana che mi spii dalla finestrella della porta, si può sapere che vuoi?» «Io, spiarti? Ma che dici...» «Ti ho appena beccato, vuoi negare l'evidenza?» «No, beh... io non ti stavo sp...