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Avete mai sentito la voglia di sprofondare nell'oblio quando qualcosa di importante, di vostro vi viene strappato? Io l'ho sentito, tante di quelle volte a dirla tutta.

Mi chiamo Hope Mikaelson, sono la figlia di Klaus Mikaelson, l'ibrido originale, di Hayley Marshall, l'alfa di un branco di lupi mannari, e la nipote di una delle streghe più potenti mai esistite. Sono un triibrido. L'unica della mia specie. Ho sempre provato ad integrarmi con il resto del mondo, con altri come me, ma non é mai esistito qualcuno come me. Frequento la scuola Salvatore per esseri soprannaturali da quando avevo 7 anni. Sono orfana da quando avevo 15 anni. Mio padre, mia madre e mio zio sono morti, a causa mia. Sono morti per proteggermi, sono morti perché non ero abbastanza forte da salvarmi da sola. Ho fatto molti errori nella mia vita, sono stata un'egoista per voler la mia famiglia riunita quando io l'avevo divisa, ma ho rovinato tutto.
Sono diversa da tutti, perché ho fatto cose che molti non riuscirebbero a fare alla mia età. Uccidere. Non so se sia una buona cosa se riesco a farlo ora senza problemi. Ormai ci sono abituata. Sono nata da una famiglia di assassini dopotutto.
Una cosa sono riuscita a farla bene, però. Ho cambiato il nome Mikaelson. Non sono più dei mostri senza cuore, ma adesso sono una famiglia leale, che darebbero la loro vita per proteggersi. Il mio arrivo ha portato speranza per i loro cuori.

Dopo aver perso così tanto ho pensato di chiudermi in me stessa. La sensazione di perdita é stata più terribile di qualunque cosa io abbia mai provato, finché non arrivó lui. Landon. Da un anno ci siamo avvicinati, anche con qualche difficoltà, ma per una volta mi sentivo felice. Finché non lo vidi lí, a terra, con uno sguardo assente e vuoto di qualsiasi emozione. Morto. La parola che non sentivo da tanto, ma che speravo non tornasse mai più nella mia vita. Rafael era stato posseduto dal Necromante e in questo modo poté infilzare Landon con una freccia dorata. L'unica arma che poteva uccidere una fenice. Come Landon per esempio.
Ero lí, lo fissavo mentre stava sdraiato sul suo letto nella sua stanza, con gli occhi chiusi. Ogni secondo in cui lo guardavo mi portava solo a false speranze, pensando che da un momento all'altro si sarebbe svegliato. Invece il tempo andava avanti, mentre lui rimaneva immobile dov'era.
Sentii Josie entrare nella stanza.
<Ciao Hope, come stai?> mormorava mentre si avvicinava sempre di piú a me.
<Sinceramente Jo, non ne ho idea.>
Cercavo di non mostrami debole, di non piangere di fronte a lei. Anche se zia Freya mi diceva di non tenermi il dolore dentro, per il potere che potrebbe sprigionare in caso esplodessi, cosa già successa in passato.
<Se avessi bisogno di qualsiasi cosa, di prendere una boccata qua fuori, vai pure. Tengo io d'occhio Landon.>
All'inizio non volevo lasciarlo, non si sapeva mai che cosa sarebbe successo se lo avessi lasciato per un secondo, ma poi mi resi conto che dovevo sbollire la rabbia e la tristezza in qualche modo, e stare qui avrebbe procurato solo danni.
<Grazie Josie. Vado a fare un giro nei dintorni della scuola. Avvertimi in caso ci fossero novità.>
E cosí me ne andai. Avevo bisogno di fare una corsa. Mi trasformai grazie alle mie abilità di ibrido e corsi per un pó. Diciamo che questo era il mio modo per superare dei traumi o dei conflitti. Mi faceva anche riflettere lo ammetto. Tornai dopo un'ora al collegio Salvatore, un pó più tranquilla di prima, ma mai come una volta. Quando la mia vita era felice, monotona e piena di persone a cui volevo bene accanto.

...

Erano passate settimane da quando Landon era morto. Settimane da quando ho mostrato un sorriso. Trascorrevo il mio tempo a lezione e nella mia stanza. Non uscivo mai per qualche festa o un incontro speciale. Non sentivo piú la mia famiglia. Ero rinchiusa nella mia bolla personale e non sapevo fino a quando ci sarei rimasta. Nessuno mi diceva niente e nessuno ne aveva intenzione, data la mia esperienza con le perdite.

Un giorno mentre giravo per i corridoi della scuola il dottor Saltzman mi fermó.
<Hope, posso parlarti nel mio ufficio.>
<Dottor Saltzman, io non posso adesso, sto andando a lezione.>
<Lo so é che sarebbe meglio se parlassimo.>
Detto questo fui costretta a seguirlo. Alaric Saltzman era stato come un padre da quando...il mio vero padre, Klaus, morí. Mi ha sempre aiutato nei momenti di difficoltà, anche quando non volevo rivolgermi a nessuno.
<C'é qualche problema dottor Saltzman? Qualche mostro di Malivore? Il Necromante?> gli chiesi sedendomi sulla sedia del suo ufficio, non sapendo che altro dire.
<No Hope, non si é vista alcuna traccia di un nuovo mostro o del Necromante dopo...quello che é successo. Volevo parlare di te Hope.>
Che vi dicevo?!
<Sto bene, dottor Saltzman, non dovete preoccuparvi davvero. Sto superando la cosa, non é la prima volta, lo sapete.>
<É questo il punto Hope. Dici sempre la stessa cosa, ogni volta che ti vuoi allontanare quando qualcuno a cui tieni muore. Non dovresti affrontarlo da sola.>
<Lo so che posso contare su di voi, su Lizzie e Josie, su tutti i ragazzi del collegio Salvatore...>
<Allora lasciaci aiutare. Non vogliamo che ti succeda niente...>
<Oh, intendete che non mi faccia del male, o che non faccia del male agli altri?> lo interruppi subito. Sapevo dove voleva arrivare con questo discorso.
<Pensate davvero che non abbia capito ció che intendete davvero? Che ogni volta che perdo qualcuno divento una bomba a orologeria che può uccidere una persona con uno solo sguardo? Che vista la mia natura unica io sia un pericolo per il resto del mondo quindi dovrei semplicemente calmarmi o vedere uno psicologo per risolvere il mio problema prima di bruciare il mondo? É questo che volevate dirmi? Delle patetiche scuse per dirmi quanto io sia pericolosa in questo stato? Non c'era bisogno di dirmelo, lo sapevo già. Mia zia Freya mi ha raccontato della natura dei primogeniti Mikaelson e della loro magia. Di quanto sia potente e facile perderne il controllo.>
<Non volevo dirti questo. Volevo solo dirti che se ci fosse qualsiasi cosa di cui avessi bisogno, ti aiuteremo.>
<Fidatevi, non potrete mai aiutarmi ad avere quello che voglio.>
<E che cosa sarebbe?>
Non risposi, non sarebbe servito a nulla dirglielo. La cosa che vorrei di piú al mondo. Solo un sogno.
<Se hai bisogno di tempo, ti posso lasciar andare a New Orleans, dalla tua famiglia.>
Ci avevo pensato, ma tornare a casa, adesso, mi avrebbe riportato a galla troppi ricordi di mio padre, di mia madre. Un luogo in cui avevo perso sia mia madre sia mio padre, non era il luogo ideale per superare la morte del mio ragazzo.
<Vi ringrazio per l'offerta, ma passo.> me ne stavo andando quando il dottor Saltzman mi chiamó.
<Hope!>
Mi fermai
<Mi dispiace ancora per Landon. Capisco quello che stai passando.>
Capisco? Capisco? Capisci davvero quello che provo?
<Sul serio?!>
<Si, Hope. La donna che amavo mi venne strappata sull'altare, quando era incinta. E non solo avrei potuto perdere lei, ma anche le mie figlie. Quindi voglio che tu capisca che non sei l'unica che ha sofferto la morte di un proprio caro. E ognuno di noi é riuscito a superarla, in un modo o nell'altro.>
<Quindi cosa dovrei fare secondo lei eh?> mi girai verso di lui <Ubriacarmi ogni sera al bar? Fare a botte in un locale? Fare meditazione? Diventare buddhista?>
<Dovresti cercare di pensare a te stessa per una volta. Pensa a cosa vorresti fare nella vita, a cosa aspiri a diventare. E non dovresti chiuderti in te stessa per sempre.>
Come se fosse facile.

...

Passarono alcuni giorni da quella conversazione che ebbi con il dottor Saltzman, ma non riuscivo comunque a sentirmi meglio. Anzi, ogni giorno mi sentivo uno schifo. Qualcosa era cambiato da quando Landon morí. Qualcosa si era spezzato. Non sapevo cosa, ma avevo bisogno di stare meglio. Non sapevo come peró.
Un giorno camminavo per le strade di Mystic Falls. Avevo preso un Milkshake al Mystic Grill quando un ragazzo, membro della squadra di football del liceo Mystic Falls vista la sua felpa, mi venne addosso. Fui fortunata che la bevanda non mi cadde addosso, altrimenti lo avrei ammazzato.
<Ehi, stai attenta!>
<Io, stare attenta. Dovresti dirlo a te stesso visto che mi sei venuto tu addosso!>
Il ragazzo si fermó, mi scrutó meglio.
<Okay, scusami davvero. Colpa mia. Non volevo. Come ti chiami?>
<Lasciami in pace.>
<Ehi, aspetta, volevo solo fare conversazione. Io sono Ben.>
<Non te lo avevo chiesto.> cercavo di seminarlo piú velocemente che potevo ma sembrava come se mi corresse dietro.
<Stavo pensando, ragazza-senza-nome, che potremmo andare insieme al Grill, cosí che anche io possa prendermi un Milkshake come te. E magari, conoscerci meglio.>
<Non sono interessata.>
<O andiamo!> mi prese il braccio, trattenendomi <Che c'é, sei per caso fidanzata? Se cosí fosse, posso essere molto meglio del tipo che ti porti in giro se mi permettessi di conoscerti.>
In quel momento sentí una rabbia, un fuoco dentro di me che mi esplodeva. Una cosa che non avevo mai provato prima. Come osava parlarmi cosí dopo tutto quello che era successo? Sopratutto di Landon? Chi si credeva di essere? Non ci vidi piú niente dalla rabbia. Feci cadere il mio Milkshake per terra, senza che me ne importasse in quel momento. L'unica cosa che volevo fare era picchiarlo, prenderlo a pugni, eliminare quel suo sorrisetto che aveva stampato in fronte fino a che non esalasse il suo ultimo respiro. E cosí feci. I miei pensieri, per quanto macabri potessero essere, divvenero reali e mi ritrovai sopra a Ben, mentre pregava che mi fermassi.
<Cosa c'é Ben? Volevi conoscermi o no? Beh, questa sono io quando qualcuno mi viene addosso e mi da la colpa.> gli tirai un altro pugno in faccia.
<Questa sono io quando un'idiota come te cerca di provarci con me fallendo miseramente.> ed un altro.
<Questa sono io quando qualcuno mi provoca parlando di cose di cui non dovrebbe parlare.> ed ancora un altro.
Nel mentre non notai delle persone guardare la scena inorridite. Ma poi mi accorsi che il ragazzo sotto di me, Ben, non respirava piú. O mio dio. Cosa avevo fatto?
Mi alzai e mi diressi il piú lontano possibile dalla scena, con il mio volto coperto di sangue, il sangue di Ben. Avevo perso il controllo. E ora un ragazzo che sarebbe potuto diventare un campione di football con un grande futuro é diventato una carcassa, un corpo senza anima. Mi fermai. Cosa avrei dovuto fare ora? Fare finta che non fosse successo niente? Dirlo a qualcuno?
Peró se ci ripenso, alla sensazione che ho provato mentre lo picchiavo a morte, mi sento molto meglio. Forse é soddisfazione quella che ho provato? O gioia? Sto impazzendo. Come posso dire che mi sia piaciuto fare del male a qualcuno?
Me ne tornai di corsa alla scuola Salvatore per dimenticarmi di ció che era successo ed andare avanti con la mia vita. Tanto nessuno che mi conosceva mi aveva visto, quindi non rischiavo di essere riconosciuta dalla polizia.

~Lizzie pov~

Stavo girando per i negozi di Mystic Falls a fare un pó di shopping, quando sentí delle grida, dei rumori strani provenire dall'altra parte della strada. Una massa di gente era accerchiata intorno a quella che sembrava una rissa. Sinceramente non me ne importava niente di quello che i comuni babbani combinavano nella loro città, ma stranamente riconobbi una voce tra tutte quelle ammassate.
<Hope?> mi chiesi cercando di vedere meglio la scena. Lì la vidí, non tra la folla, bensì sopra un ragazzo del liceo Mystic Falls mentre lo prendeva a pugni. Riuscivo a percepire la sua rabbia e la sua forza anche da quella distanza. Non l'avevo mai vista cosí arrabbiata. Non poteva finire bene. Prima che io potessi fare qualcosa, si alzó rendendosi conto di aver combinato un bel guaio e scappó. Fui tentata di seguirla, ma non potei smettere di guardare il corpo senza vita di quel ragazzo. Tutti avevano paura di andare dietro Hope, pensando fosse una serial killer. É il minimo che si può pensare di Hope Andrea Mikaelson. Sapevo del suo dolore per la morte di Landon, ma anche quando i suoi genitori erano morti non si era mai spinta a fare una cosa del genere. La cosa stava diventando seria. Bisognava fare qualcosa.
Corsi verso casa/scuola per informare papà e Josie. Ormai Hope aveva oltrepassato il limite.

Ecco a voi il mio primo capitolo!
Spero che vi sia piaciuto. Avevo bisogno di mettere delle basi per la nostra protagonista, prima che incontrasse la parte interessante della storia.
Voglio ribadire che tutti i personaggi (tranne Ben, che non penso esista un personaggio in Legacies con questo nome) non sono miei personaggi, ma appartengono ai propri creatori.
Scrivete pure cosa ne pensate, ci vediamo al prossimo capitolo.
Ciao Ciao!

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