-MUJHKO WOH DEKHE- SHE KEEPS WATCHING ME

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"Buona notte e sogni d'oro.

Dormi, prima che tornino e che ti inseguano.

Sono qui per te, ma stai attento.

Vogliono te.

Se non parli forse saranno più clementi,

Arrivano, con sguardi vacui e smorti.

Calma, andrà tutto bene.

Non aprire gli occhi, non pensarci.

Arrivano vestiti di disperazione, dita lunghe ti prenderanno ma non aver paura.

Forse sono già qui.

Si, sono arrivati.

Sei grande e non puoi farci nulla, è così.

Eccoli."

La donna parlava, con voce suadente, un po' tremante, ma era tranquilla, gli occhi socchiusi lo rivelavano, sapeva il fatto suo. Sapeva cosa stava per succedere. Sembrava come se stesse intonando una melodia, quasi fosse una ninna nanna, ma non lo era.

La brezza notturna che entrava dalla finestra aperta faceva sussultare il suo corpo magro e bianco come il latte, l'ombra della luna faceva intravedere la pelle d'oca dalle braccia scoperte.

"Mamma!" disse il ragazzo, era impaurito e impietrito per il discorso della madre." Sto diventando grande, sto cambiando e non puoi abbandonarmi; per favore, sono tuo figlio!"

"Tesoro" rispose lei," la tua vita dipende da te, mi dispiace tanto, le scelte portano sempre a delle conseguenze". Detto questo si avviò con passo leggero a chiudere la finestra. La lunga veste le fasciava il corpo volteggiando, producendo piccole balze color prugna; dopo uscì dalla camera, chiudendo dietro di sé la porta a chiave.

Il ragazzo scese dal letto, corse e si mise a piangere, le lacrime scure gli ricavano volto, il suo viso cambiò drasticamente, sembrò più magro, quasi cadaverico. Impaurito e tremante iniziò a sbattere i pugni contro la porta, "dicevi di volermi bene! Perché mi fai questo? Ho paura..." Ora la voce del ragazzo era piena di rabbia e terrore.

"Oh, mio caro, te ne voglio ma mi dispiace...".

Ad un tratto si sentirono levare dei sussurri, dapprima deboli e pian piano sempre più forti; sibilavano parole confuse, poi si intravide un'ombra. Il ragazzo sbarrò gli occhi e si ritirò vicino il muro sbattendoci la testa contro. Dita lunghe, nere corvino, come artigli uscirono da sotto il letto, grattando il pavimento. Il rumore era stridente e chiaro, nessun movimento della mano era lasciato al caso, essa si muoveva lasciando delle chiazze di sangue putrido e maleodorante nelle venature del legno.

La mente del ragazzo vacillò, quasi non lo riconobbe, ma era lì, era così facile. Per tutto il tempo, era lì, davanti ai suoi occhi a strillargli in faccia, deridendolo. La testa sembrò far riaffiorare qualcosa, un ricordo forse, ma si affievolì fino a svanire e diventare il nulla; il ragazzo non se lo spiegava ma tentò di far finta di nulla. Il suo sguardo però lo tradiva, era inorridito, impaurito, quasi consapevole, ma non sapeva da chi o da cosa.

All'ombra della luna, la sagoma lo guardò di lato, con un mezzo sorriso, i denti vacillanti, lunghi, gli occhi incavati, senza pupille erano di un bianco acceso striato di rosso ed erano sorprendentemente incantati nei suoi. La figura era felice di essere lì, inebriata dai compiti da eseguire, ordini da rispettare. Aprì la bocca, i denti putridi, il sangue, simile ad inchiostro, gocciolava sul pavimento, l'odore acre si diffuse in tutta la camera e con occhi quasi felici e brillanti chiese: "non avevi ancora capito nulla, vero? Sei un piccolo ingenuo.

Chi pensavi che fossi? E ora eccomi qui e tu non puoi farci nulla, sei cresciuto, hai scoperto tante cose e ora io sono l'esattore di tutto questo. Non puoi farci più nulla, è così e basta, le tue scelte le hai fatte e ora puoi solamente subire."

-MUJHKO WOH DEKHE-  (SHE KEEPS WATCHING ME)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora