Stay strong.

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"Come non importa a nessuno?" dissi alzandomi e allungandogli i fogli.

"È la verità, non vedi anche tu ? Chi vorrebbe essere amico di..."

"Un ragazzo dagli occhi azzurri come il cielo e profondi come il mare e dal sorriso contagioso . Per non parlare dei tuoi capelli color grano."

"No" esclamó lui " non c'è niente di bello in me , per non parlare del mio carattere. Ma cosa perdo tempo a fare con te ? Nessuno mi ha mai capito e di certo nessuno ci riuscirà mai "

Mi guardó un ultima volta , e senza nemmeno degnarmi di un salutó, mi lasció sola , in mezzo al corridoio ormai deserto.
Avrei voluto che quello sguardo fosse durato di più, che quel silenzio si fosse trasformato in un " ciao, spero di rivederti presto " o in un "che ne dici di conoscerci meglio?". Ma niente. Ancora una volta stavo fantasticando su cose che non sarebbero mai accadute , e ne ero consapevole. A volte peró sognare è l'unica cosa che ci rimane, e in fondo sono gli unici luoghi in cui l'impossibile diventa possibile.

*TIC-TOC-TIC-TOC*
Battevano le lancette dell'orologio della mensa, rimbombando nella stanza ormai vuota.

"Sono le 4, devo sbrigarmi. Chiara mi sta aspettando e con lei tutte le cheerleader "

Corsi nello spogliatoio. Lanciai lo zaino sulla panca più vicina e mi cambiai il più velocemente possibile.

"Eccomi" dissi affannosamente

"Anna , ti stavamo aspettando. Dobbiamo fare due chiacchiere" mi rispose Aurora

*dobbiamo fare due chicchiere*
Una frase, 4 parole, 25 lettere , una delle frasi più temute da quasi l'unanimità delle persone su questa terra. Vorrei dire di non essere tra quelle ma , andiamo, se la paura fosse una persona, quella sarei io.
Io , che ho paura di tutto e di tutti, potrei dire di temere persino la mia ombra. Non trovo neanche il coraggio di parlare in pubblico o esprimere i miei pensieri, figuriamoci affrontare quelle ragazze montate a testa alta , o per lo meno , senza uscirne ferita.

Trangugiai rumorosamente la saliva, attirando involontariamente l'attenzione di tutte le cheerleader presenti nella palestra.
"D-d-ditemi" dissi rompendo il silenzio che si era creato.

"Non parlare con quel tono , è una cosa che noi o-d-i-a-m-o. Piuttosto...parliamo delle regole che dovrai rispettare per rimanere nel nostro gruppo "

Regole ? Nessuno mi aveva avvisato che ci sarebbero state delle regole e ,ripensando alle cheerleader tipo dei film, ció che stavano per dirmi poteva rappresentare la fine della mia nuova e breve libertá.
Lanciai un occhiata di fuoco a Chiara, aspettandomi una reazione che mostrasse un senso di colpa. Ma niente . Mi guardó e ridendo sotto i baffi disse che lo aveva fatto per il mio bene.
*Le parole più rincuoranti di sempre * pensai ironicamente tra me e me , ma forse aveva ragione . Essere nel gruppo delle cosiddette vip , magari, avrebbe finalmente messo fine alla mia carriera di ' sfigata patentata'. In ogni caso ormai c'eravamo , ció che era fatto era fatto , non mi restava che ascoltare le stupide regole che avevano da impormi.

"Allora" esordì Aurora " sei pronta? Bhe... Anche se non lo sei, parleró lo stesso.
La prima regola è che dovrai sederti vicino a noi, in classe e in mensa, o in qualsiasi altra occasione ti si presenterà in futuro.
La seconda è che dovrai essere presente ad ogni allenamento, gara , manifestazione sportiva e partita , sia durante l'anno scolastico sia durante le vacanze.
Terza regola, non dovrai mai metterti contro noi altre cheerleader e quarta ed ultima regola, potrai uscire e parlare solo con i ragazzi del GSV. Domande?"

Guardai con sguardo confuso Aurora che capí al volo le mie perplessitá " Tesoro mio si vede che non sei mai stata popolare. Il GSV, é il gruppo sociale vip. Tutti i ragazzi che vi fanno parte sono ragazzi scelti attraverso lunghissime selezioni e ovviamente sono i migliori di tutta la scuola. Al rito di iniziazione avrai modo di conoscerli.
Ah e, prima che mi dimentichi, se infrangi anche solo mezza regola, la tua vita qui diventerà l'inferno"
Mi guardó un ultima volta e si voltó sghignazzando. Quella ragazza mi incuteva paura, e sapere che la mia vita era appesa ad un filo di quella testa vuota, mi deprimeva.

Nel frattempo Chiara mi si era avvicinata

"Scusa se non ti ho avvisata"

"Mhh? Oh tranquilla, non é una novità che tutti facciano progetti alle mie spalle"

"Ma io sono tua amica da sempre, avrei dovuto ascoltarti e non obbligarti ad entrare nel gruppo..."

"Chiara calma! Davvero, va bene così, ora voglio solo andarmene da qui"

Mi voltai. Non sarei riuscita a guardare Chiara per un solo secondo in più. Gli occhi piano piano si erano riempiti di lacrime, che iniziavano a scorrere lungo le candide guance, quasi come i piccoli ruscelli di montagna che attraversano le lunghe distese di prato. Corsi negli spogliatoi, presi lo zaino e corsi, corsi il più lontano possibile da quella palestra, non curandomi di Chiara che mi chiamava per sistemare tutto.

Entrai di soppiatto nell'aula di musica e mi sedetti in un angolino, cercando di non pensare a ciò che era appena accaduto.
Eccola, la solita routine. Pensavo che finalmente tutto fosse finito, e invece come succede ogni volta, i cattivi vincono sempre mentre i buoni rimangono fottuti. Se scrivessi un libro su quanto sia deplorevole la mia vita, penso che ora sarei ricca e non dovrei nascondermi in un angolo a piangere dei miei problemi.
Ma non sono una scrittrice, purtroppo. L'unica cosa che so fare é suonare il pianoforte, e solo mentre suono riesco ad isolarmi dal mondo e essere veramente me stessa.

"Non trovi che sia un po' deprimente piangersi addosso in un aula di musica?" Disse una voce maschile che mi sembrava di conoscere.
Alzai lentamente lo sguardo. Luke , Luke Robert Hemmings era li che mi guardava , impassibile.

"Cosa ci fai tu qui?"

"Ti ho sentita piangere e volevo vedere cosa ti era successo"
Entró nella stanza, prese uno sgabello e si sedette vicino a me.

"Vai via , io non ti devo nessuna spiegazione , non siamo amici noi due"

"Bhe ogni momento è buono per fare amicizia, non credi?"

Mi girai verso la finestra. Non volevo sentire cosa aveva da dire e la sua presenza mi metteva a disagio.

"Luke voglio solo che mi lasci in pace , ti prego vattene."

"Okay me ne vado ma ricorda una cosa ...sarai sempre, e dico sempre inferiore al primo della classe, inferiore a quello che corre più veloce. Ma la vera vita, la vera voglia di vivere , non sta nel piangersi addosso, sta nel dirsi *okay, non sono il migliore ma posso dare il meglio di me stesso*. Se metterai tutto il tuo impegno in qualcosa prima o poi di sicuro un risultato lo otterrai, scavalcando qualsiasi ostacolo, se sarà la tua determinazione a guidarti. Fai del tuo meglio, e sarai a posto con te stesso"

Finita la frase mi guardó sorridendo , allungó una mano, mi diede una lieve e dolce pacca sulla spalla, e se ne andó.

"Luke" urlai mentre stava uscendo.

"Mhh?"

"Perché mi hai detto questo ?"

"Semplicemente , non voglio che tu faccia il mio stesso errore"

υиρяє∂ι¢тαвℓєDove le storie prendono vita. Scoprilo ora