Punk's

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Era un sabato afoso di giugno, quando Hanji decise che doveva a tutti i costi andare al centro commerciale.

«Erwin, dai, non possiamo farcelo scappare!»

«Scordatelo. Non guiderò per venti minuti con questo caldo solo per una stupida maglietta. Se devi comprare qualcosa, comprala su internet, no?»

«No. Vuoi davvero paragonare la triste sezione "pride" di Amazon al merchandising superfantastico di Tiger? E poi il Pride è fra soli tre giorni, e se la consegna dovesse ritardare?»

«Ci pensavi prima. Chiedi a Moblit, che ne so, o a Nanaba. Io ho da fare»

Hanji sbuffò.

«Eddai, Erwin» disse, allungando la "i" con fare cantilenoso. «Quando avrò preso la patente, settimana prossima, prometto che porterò Mikasa al grest tutti i giorni per sdebitarmi»

«Mia sorella ha quindici anni, Hanji. Ci andrà da sola in metro»

«Ti prego! Andare in giro per negozi in solitudine è troppo triste, e non voglio prendere la metro, che schifo!»

«No. Devo andare, il mio capo mi sta rimproverando. A dopo»

L'amico chiuse la chiamata senza attendere una risposta e Hanji scivolò sulla sedia, triste. Aveva atteso il giorno del Pride di Milano per due lunghi mesi, e solo tre giorni prima di esso aveva realizzato di non avere dei vestiti adeguati. Nanaba aveva comprato degli occhiali da sole con i colori della bandiera intersessuale e Mike, il più fantasioso del gruppo, aveva comprato una serie di gadget a tema bisessuale. Suo fratello, Erwin, aveva una maglietta che ritraeva la bandiera lgbt inclusiva con la scritta "Proud Ally". Insomma, i suoi amici si erano dati da fare per comprare gadget e vestiti in occasione del grande giorno; Hanji, invece, non aveva comprato nulla: l'emozione aveva preso il sopravvento, facendo sì che dimenticasse la cosa più importante per una giornata al Pride: degli abiti e dei gadget adatti a sfavillare in mezzo alla sua gente.

Si rassegnò alla consapevolezza che nessuno si sarebbe scomodato per unirsi alla ricerca della tanto agognata t-shirt a tema genderqueer e, con un pesante sospiro frustrato, si alzò dalla poltrona e si diresse verso l'appendiabiti. Si legò i capelli, indossò le scarpe e salutò Zeke, il suo gatto, per poi uscire dal suo appartamento. Per una volta avrebbe preso la metropolitana, nonostante il suo terrore per i germi racchiusi nei mezzi pubblici avessero impedito fin da quando era molto giovane che ne usufruisse. Finalmente si incamminò verso la fermata più vicina, sperando che Tiger, il suo fornitore di gadget stupidi e oggetti per la casa a basso prezzo da tempo immemore, non avrebbe deluso le sue aspettative.

***

Hanji stava passeggiando tra gli scaffali del negozio da dieci minuti buoni. Lì tutto urlava "gay": le bandiere, gli occhiali, i cappelli. Tiger si era dato da fare per rendere il suo negozio più "gay" per il mese del Pride, ma tutta la merce in vendita, agli occhi di Hanji, sembrava troppo commerciale. Non c'era nulla di particolarmente originale: erano esposti oggetti di tutti i tipi colorati con i colori dell'arcobaleno, ma Hanji si aspettava qualcosa di più, considerando la notevole grandezza del negozio, come merchandise dedicato agli altri membri della comunità e non solo a quelli omosessuali, rappresentati dall'arcobaleno.

Uscì dal negozio e poi dal centro commerciale con l'insoddisfazione dipinta in volto, spostandosi verso la stazione del tram più vicina. Avrebbe potuto consolarsi con un buon pranzo al suo fast food preferito, per poi ordinare una maglietta con l'account di Amazon Prime di Erwin, sperando che il pacco sarebbe arrivato in tempo.

Stava per salire sul mezzo pubblico, quando l'insegna luminosa di un negozio poco più in là attirò la sua attenzione: si chiamava "Punk's" e l'entrata era nascosta ai suoi occhi da un albero, ma riuscì a vedere con chiarezza il cartello appeso alla vetrina: ritraeva la scritta "merchandising Pride", stampata con un font colorato e seguita da alcune bandiere della comunità lgbt. Hanji sorrise. Forse aveva trovato ciò che cercava.

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