POV Marinette
Il François Dupont si staglia di fronte a me. Come ogni mattina aspetto nascosta vicino al pilastro d'ingresso l'arrivo di Adrien, ma questa volta di lui nessuna traccia. Nino è già arrivato, è insieme ad Alya. Esco dal mio rifugio e vado loro incontro. Alya ride, mi aveva vista all'ombra del pilastro. Nino mi dice che non ha idea di dove sia Adrien, che anche a lui sembra strana la sua assenza. La signorina Bustier durante la lezione ci presenterà un nuovo progetto di cui non ci ha dato dettagli e so che Adrien era molto curioso a riguardo.
Guardo la strada per un'ultima volta in cerca di Adrien, ma non vedo il suo volto tra quello degli altri studenti. Entro nel cortile interno insieme ad Alya e Nino e ci dirigiamo verso la nostra aula. Tutti gli altri sono già in classe, ci guardano mentre entriamo. Chloé mi lancia una delle sue solite occhiatacce, ma faccio finta di niente. Vicino a lei Sabrina sembra voler dire con lo sguardo "lasciala perdere", per cui le rispondo con un sorriso.
La signorina Bustier entra in classe, chiude la porta. Dov'è Adrien? La Bustier si mette davanti alla cattedra e ci conta con lo sguardo.
«Vedo che Adrien oggi non c'è» dice.
Io sospiro, so con precisione che Adrien non fa un'assenza da cinque mesi e otto giorni, quando è dovuto andare a Londra insieme al padre per un evento di moda. Ah, senza considerare le akumizzazioni varie, altrimenti la quota sale a cinque assenze negli ultimi cinque mesi, ma non si può certo dire che sia colpa sua.
La signorina Bustier si schiarisce la gola, accende il proiettore e subito compare un'immagine del teatro La Comédie Française. Lo conosco bene, ci passo vicino ogni volta che vado al Jardin de Tuileries o al Louvre. Ma perché il teatro?
La signorina Bustier ci guarda uno ad uno, forse in cerca di una reazione. Allora alzo subito la mano e chiedo:
«È per il progetto di cui ci aveva parlato?»
La signorina annuisce soddisfatta, mentre vedo Chloé che sbuffa forte.
«Mi sembrava ovvio, Dupain-Cheng, non c'era nemmeno bisogno di dirlo».
La signorina Bustier la ignora e fa andare avanti le slides. Ora sulla lavagna c'è un gruppo di bambini sorridenti, sui dieci anni, con in mano forbici e cartoncini colorati.
«Loro sono gli studenti dell'École élémentaire Toulouse-Lautrec».
«E che dovremmo fare, i babysitter?» sbotta Chloé.
«In realtà no, signorina Bourgeois. Stiamo organizzando una breve recita che si terrà a La Comédie Française tra una settimana, sul palco saliranno i piccoli attori che potete vedere nella foto, mentre voi sarete i loro tutor: li aiuterete a realizzare i costumi, la scenografia e a imparare la loro parte».
Chloé si rivolge a Sabrina, abbassa la voce:
«Lo sapevo. Dobbiamo fare i babysitter».
La signorina Bustier sembra averla notata, ma come al solito la ignora.
«Ognuno di voi sarà il tutor di uno di loro. Lavorerete insieme per due ore durante l'orario scolastico e, se vorrete, anche durante al pomeriggio. I soldi che verranno ricavati dallo spettacolo saranno devoluti in beneficenza. Le coppie sono già state scelte, non vi resta altro che conoscere i vostri allievi!»
La signorina si volta verso la porta, che con un tempismo perfetto si spalanca. Entrano quattordici bambini rumorosi, si spintonano a vicenda, i loro occhi si posano su ciascuno di noi, forse cercano di capire chi è il loro tutor. Insieme a loro c'è una giovane donna, di sicuro la loro maestra.
«Direi di non perdere altro tempo» fa la Bustier «Quando vi chiamo, venite ciascuno di fianco al vostro allievo. Chloé con Camille». Si fa avanti una bambina bionda con occhi azzurri. Sento qualche risatina venire dal fondo della classe. Quella bambina è la copia di Chloé. E anche lei sembra averlo notato. Diventa tutta rossa.
«Questo è ridicolo, assolutamente ridicolo!» Per Camille invece non c'è alcun problema. Le dà un veloce abbraccio, la prende per mano e la trascina fuori dalla classe, dove c'è la maestra. Chloé è confusa, ma stranamente non dice altro.
La signorina Bustier prosegue con l'appello.
«Ivan con Claude, Sabrina con Georgine, Alya con Monique, Juleka con Inés, Marinette con Marcel...» È il mio turno. Mi alzo dal banco cercando di non inciampare e fare brutta figura davanti ai bambini e alla loro maestra, ma senza Adrien le probabilità si sono ridotte notevolmente. Davanti alla signorina Bustier c'è un bambino con lo sguardo basso, chiuso in se stesso. Un ciuffo di capelli scuri gli copre parte del volto.
«Ciao Marcel» dico sorridendo. Il bambino non sembra avere alcuna reazione. Forse sta alzando di poco lo sguardo... o forse è solo una mia impressione. La Bustier gli dà un colpetto sulla spalla.
«Ciao» mormora Marcel a questo punto. Senza aggiungere altro si dirige verso la porta e verso il cortile. Io gli vado dietro e insieme raggiungiamo la sua maestra. Lui si allontana un po' dal gruppo e io cerco di andare da lui, ma la maestra mi ferma.
«Tu sei Marinette, giusto?» mi chiede.
«Sì, esatto» faccio io.
«Io e la tua insegnante abbiamo pensato di affidarti Marcel.» abbassò un po' la voce «Devi sapere che Marcel è un bambino molto timido».
«Ho visto» dico, mentre lo cerco con lo sguardo. È da solo, seduto sulla scaletta nel cortile.
«So che potrebbe essere un po' difficile lavorare con lui, ma la signorina Bustier mi ha detto che tu sei un'ottima studentessa, che sai gestire bene le difficoltà».
Arrossisco e annuisco lentamente. Marcel intanto sembra non avere intenzione di venire insieme a noi o ai suoi compagni.
«Non si preoccupi, mi sembra un bambino molto tranquillo. Ho già avuto a che fare con una persona molto timida, ormai ho una certa esperienza. Vedrà che saremo una squadra perfetta.»
- Spazio autori -
Urge fare un minimo di chiarimento per quanto riguarda l'ambientazione: questa storia è da collocare dopo la terza stagione e prima della quarta. Detto questo, speriamo che il primo capitolo vi sia piaciuto!
Itsdeimos & TheMatrixator
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Miraculous: Le storie segrete
FanfictionNuovi cattivi minacciano Parigi e gli unici in grado di riportare la tranquillità sono Ladybug e Chat Noir. Ma dietro a quelle maschere si nascondono due normali adolescenti che, oltre a combattere il male, cercano di affrontare i problemi di tutti...