Capitolo 2

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Lunedì mattina. Un inferno. Ecco che inizia un'altra giornata di scuola, con la stessa monotonia di sempre. Mi alzo dal letto, prendo i primi capi d'abbigliamento che trovo nell'armadio, mi infilo le scarpe ed esco di casa. Piove. Merda. Ormai sono già a metà del tragitto casa-scuola e non posso tornare indietro a prendere uno stupido ombrello.  Credo di dover aumentare il passo.
Arrivata a scuola sono fradicia, sudata e con i vestiti appiccicati alla pelle. PERFETTO. Attraverso il corridoio più in fretta che posso ed entro in classe: ho addosso gli sguardi di tutti. Sì, sono in ritardo e allora? É inutile che mi fissate non é di certo la prima volta.
Mi siedo al solito posto, quello in fondo alla classe al centro. Affianco al mio banco ce n'é sempre stato un altro ma mai nessuno l'ha occupato. Sento le tre oche davanti ridere e spettegolare guardandomi con la punta dell'occhio. Le odio.

"Allora ragazzi" - interviene la prof. Rallo - "chi di voi si offre?"
Per oggi c'erano da studiare quattro pagine sulla rivoluzione russa. Una vera noia.
"Nessuno? Bene, allora chiamo io"
Scorre velocemente il dito lungo l'elenco dei nomi e io incrocio le dita pregando che non scelga il mio.
"Toiro e Robbiati"
Oh, grazie al cielo.
I due ragazzi si alzano e si avvicinano alla cattedra delusi. Intanto noto un bigliettino piegato in due sopra il banco di fianco al mio. Lo apro: 'balena le hanno inventate le palestre'. Ok. Alice mantieni la calma, non é una novità. É solo uno stupido biglietto, non farci caso. É tutto ok, non piangere, non qua. Non piangere non piangere non piangere.
Ce la farai.

L'ultima notte in lacrime.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora