I Hate Everything About You

133 16 2
                                    

T/n's pov

Shigaraki Tomura, ai miei occhi, era un essere fuori di testa composto da un metro e settanta di misteri irrisolti, traumi e capelli che avevano un urgente bisogno di shampoo antiforfora.
Era un ragazzo strano, introverso, lunatico, irritabile ed in un certo senso, unico; difficilmente avrei mai conosciuto un altro pazzo che per anni è andato in giro con le mani imbalsamate dei suoi familiari morti addosso, ma vorrei evitare di soffermarmi troppo su questo punto. Mi fa piuttosto senso.

Non so dire se Tomura mi piacesse o meno come persona, fuori di testa com'era. In lui si trovava un concentrato di tutto quello che non sopporto, il mio perfetto opposto.
Shigaraki non era bello, con quelle tutte ferite sulla faccia, quelle cicatrici ovunque, quel sorriso sghembo che sembrava sempre prenderti per i fondelli. Tuttavia, non riuscivo a smettere di guardarlo. Non era affatto attraente, ma il suo volto, ed il suo fisico, mi intrigava.
Shigaraki aveva la pelle secca come quella di un vecchio disidratato, e si grattava così tanto da strapparsela e farsi uscire il sangue. Sangue che, puntualmente, gli si seccava sotto le unghie. Non sapevo se non se lo lavasse via o se si grattasse così tanto che, anche dopo aver pulito, si risporcava all'istante.
Shigaraki non aveva stile nel vestire, o se ne aveva era troppo svogliato per sfruttarlo. Se ne stava sempre nascosto, soffocando le sue spalle ricurve sotto quelle vecchie felpe nere, sporche e scolorite. Avevano bisogno di una lavata, e lui di una doccia fatta come si deve.
Shigaraki Tomura non aveva niente che mi piacesse, però ne ero attrattx come se lui fosse una calamita intenta ad attirare il ferro che scorreva nel mio sangue.
E, per questa malsana attrazione, la sera prima l'avevo baciato.

Non so cosa mi sia preso, ieri. Davvero, non ne ho idea.
Io non sono quel tipo di ragazzx che bacia qualcuno solo perché ha bevuto un bicchierino di troppo. Non ero nemmeno ubriacx, mi ricordo tutto benissimo.
L'ho baciato io, per primx, e lui lì per lì non ha reagito. Poi si è riscosso, si è allontanato quanto bastava per guardarmi in faccia e m'ha squadrato con i suoi occhi rossi. Pensai che mi volesse polverizzare, ma così non fu. Mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi baciò a sua volta; lo ricambiai.
È stato come un istinto, un qualcosa nato mentre stavo ragionando. Ero in me, eppure feci qualcosa per me del tutto innaturale.
Che senso ha?
Non fu nemmeno piacevole, a dirla tutta. Aveva le labbra screpolate, così secche che nemmeno so come descriverle a dovere; persino la sua lingua dava la sensazione di essere asciutta. Sapeva di alcol. Di tanto, tantissimo alcol. Non mi fu possibile identificare che tipo di alcol avesse bevuto, dato che doveva averne mischiati insieme diversi. Era sia fruttato sia dolce e leggero sia pesante e amaro come un veleno. Il mix finale era uno Schifo con la S maiuscola, ma non mi tirai indietro.

Io e Shigaraki Tomura andammo avanti per un bel po'.
Fu una sensazione assurda; baciare lui non era diverso dal baciare un pugno di sabbia, ed io la sabbia la odiavo. E odiavo anche lui.
Shigaraki non fu intraprendente, e preferì che fossi io a guidare il tutto. Forse non aveva mai baciato nessuno prima di allora, o forse non sapeva quanto a fondo volevo che andassimo. D'altro canto, non ne avevo un'idea precisa nemmeno io.
L'unica cosa che si azzardò a fare fu mettere un braccio sulla mia spalla ed infilarmi quattro dita fra i capelli. Mi avvicinò a sé, deciso ma, per essere lui, in maniera gentile. Venni scossx da un brivido, non so se di paura o di eccitazione. Nel dubbio, vanno bene ambedue le risposte.
Io colsi quell'attimo per decidere di andare oltre, ed avvicinai la lingua alle sue labbra. Sentii tutti i solchi della sua pelle, finché non le aprì.
E accadde quel che accadde.

Quando si ritrasse, qualche manciata di minuti dopo, Shigaraki non parve essere molto felice di quanto fosse successo. Rimase impassibile, e nemmeno io, d'altronde, ero chissà quanto euforicx. Lui continuava a non piacermi ed attrarmi, esattamente come prima.
Shigaraki non disse una parola, si grattò il retro del collo, si alzò in piedi e se ne andò.
Rimasi solx al bancone del bar, rigirando la cannuccia dentro al mio cocktail. Il ghiaccio si era sciolto.
Non mi andava neanche di finire di berlo.

*****

Il giorno dopo, mentre stavo sdraiatx sul divano intentx a rimuginare sulle mie scelte di vita, Toga mi si avvicinò.
-T/n-chan!- richiamò la mia attenzione, riscuotendomi dal nulla cosmico dei miei pensieri in cui mi ero persx.
-Tomura-kun ti vuole parlare- mi disse, rigirandosi un coltello fra le mani. -Ti aspetta in camera sua.
Alzai un sopracciglio, sbuffai e mi tirai su. Avrei dovuto immaginare che qualcosa me l'avrebbe detta, prima o poi. Mi sistemai la camicia che avevo addosso, la lisciai alla meno peggio e mi pertinai i capelli con le mani, sperando assumessero una forma accettabile.
-Tranqui, sei carinx- mi rassicurò la biondina con un sorriso che mise ben in mostra i suoi canini.
-Grazie- le dissi, e mi diressi verso la stanza di Shigaraki.
In corridoio incrociai Dabi, che mi rivolse un cenno di saluto. -Ciao T/n.
Dato che solitamente mi ignorava, intuii che fosse fatto.
Lo salutai con la mano e svoltai a destra, finendo drittx drittx contro la porta della stanza di Shigaraki.
Bussai un paio di volte, ed ottenni subito risposta.

-Chi è?- fece la voce di Tomura, graffiante ed un po' inquietante.
-T/n- risposi.
-Entra.
Presi un respiro per farmi coraggio e spinsi giù la maniglia della porta, aprendola. Non ero mai statx in camera sua.
Tomura era là di fronte a me, seduto sul suo letto con la schiena poggiata su un paio di cuscini. Teneva la testa inclinata di lato, così che qualche ciocca di capelli gli ricadesse su di un occhio; l'altro era libero, intento a fissarmi così intensamente che mi sentii tremare pure l'anima.
Deglutii a vuoto, un po' in ansia, e mi richiusi la porta alle spalle.
-Toga mi ha detto che mi volevi parlare.
-È così, infatti- confermò. Batté un paio di colpi sul materasso. -Su, siediti.
Feci come m'era stato chiesto. Presi posto al suo fianco, e attesi che fosse lui a parlare per primo. Non avevo la benché minima voglia di iniziare la conversazione. Non sapevo che dire, né tantomeno dove volessi andare a parare.
Passò qualche secondo, poi Tomura parlò. -Ti ricordi di ieri notte?
Annuii. -Sì.
-Eri ubriacx?
Sbuffai divertitx. -Tu lo eri?- chiesi a mia volta. La risposta era palese, chiara e cristallina come l'acqua di un ruscello.
Ricambiò il ghigno, l'aria un po' complice. -Direi di no.
-Infatti, neanche io- ammisi.

Ci fu un'altra breve pausa durante la quale mi fu possibile respirare la tensione nella stanza. Era una sensazione strana, come una calma piatta prima di un'esplosione.
-Perché l'hai fatto?- chiese. Il suo tono era tranquillo, rilassato. Non mi stava rimproverando, né sembrava disturbato o rallegrato al ricordo della scorsa notte.
Alzai le spalle. -Me lo chiedo anch'io.
-Per caso ti piaccio?- fece lui, ammiccante.
Scossi subito la testa. -Affatto, anzi... tu sei tutto ciò che non mi piace messo insieme.
-Quindi mi odi?
-Non ho motivo per farlo- negai. -Non piaci e basta.
-Ieri sera non sembravi pensarla così- mi provocò.
Gli lanciai un'occhiataccia. -Che stai insinuando? Guarda che anche se io ho iniziato, poi hai continuato tu!- esclamai, puntandogli un dito contro. -Tu perché l'hai fatto, invece? Potevi tranquillamente allontanarmi, invece hai voluto proseguire.
Tomura Shigaraki non rispose.

-Allora?- lo esortai, dandogli una gomitata. -Se fai così mi viene da pensare che io piaccia a te.
Dopo quella mia battuta, divenne magicamente molto più loquace. -No- disse. -Io ti odio, proprio come odio tutto quello che esiste al mondo.
Si grattò nervosamente, per poi continuare. Parlava col tono di chi cerca di convincere il proprio interlocutore, ma dava l'aria di star parlando da solo. -Odio gli eroi, odio questo posto, odio i criceti, odio i chicchi di riso che cadono quando apro il pacchetto, odio quella finestra là davanti, odio la vicina, odio tutto- si disse, e sospirò. -Odio pure me stesso, del resto.
-Ti odio- ripetè. -Odio il tuo modo di fare. Odio la tua voce, il colore dei tuoi capelli, il tuo shampoo sulla mensolina del bagno. Odio il modo in cui parli, e odio il tuo modo di cucinare. Odio tutto di te, ogni tua singola cellula.
Ci fu ancora silenzio. Fu imbarazzante. Pur di spezzarlo, mi azzardai a fare un'osservazione.
-È insolito baciare qualcuno che odi, sai?
Mi voltai verso di lui e lo vidi arrossire un po'. Si grattò ancora, e gli uscì qualche goccia di sangue dal collo.
-E allora...- mi disse, guardando completamente da un'altra parte.
-Ammetto che fra la lista delle cose che odio, tu sei all'ultima posizione- mormorò, poi mi mandò fuori dalla stanza senza aggiungere una parola.

Rimastx solo in corridoio, poggiai la schiena al muro e sorrisi nella penombra.
Quella di Tomura Shigaraki fu la dichiarazione più bella che avessi mai ricevuto.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

I Hate Everything About You‐ShigarakixReader (One Shot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora