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Mentre il rosso era in viaggio, il treno si fermò ad una fermata per prendere gli altri passeggeri. Salirono due raggazzi che si tenevano per mano, una coppia probabilmente. Si sedettero poco più avanti al rosso, al lato opposto. Li guardava con la coda negli occhi, come si abbracciavano, come scherzavano, e allo stesso tempo pensava che quei due ragazzi potessero essere lui e Stre. Vedendo quei ragazzi pensava anche al fatto che potesse essere impossibile che quei due ragazzi potessero essere lui e il piccolo ragazzo, pensò fscendosi vemire una leggere fitta al cuore, un piccolissima ed insignificante crepa, quasi invisibile, ma ugualmente presente. In quel viaggio pensò molto, riflettè molto, riflettè ripensando i momenti passati ad ascoltare la voce di quel micietto dai capelli ordinati, profumati e dello stesso colore dello zucchero filato. Riflettè anche al fatto che erano completamente diversi, i gusti, il modo di fare, di parlare, o anche l'estetica. Erano gli opposti e come sappiamo gli opposti si attraggano ma questo il rosso non riusciva a capirlo. Stre era particolare, non sapeva tutto alla perfezione, ma quel poco che sapeva, gli bastava per il momento. Sapeva che adorava i fiori e il profumo che sprigionavano, che il suo sogno era diventare uno stilista, che adorava soprattutto i gatti, erano i suoi animali preferiti. Dopo di questo non sapeva nient'altro. Cose basilari più che altro. E ripensandoci ancora sù, decise che quando sarebbe tornato nella sua città, in cima alla lista delle cose da fare c'era conoscere più affondo il violetto.
Dopo più o meno un'oretta e mezza, arrivò finalmente nella città dive abitava la madre. Deve ammettere che era una bella città, ne troppo "antica" e nemmeno non troppo moderna, una via di mezzo. Aveva dei palazzi abbastanza alti che arrivavano addirittura fino al decimo piano. Era abbastanza confirtevole, ma non si sentiva proprio a casa.
Scese dal treno e si diresse verso l'uscita della stazione, dove si era accordato con la madre per incontrarsi.
Uscì e si andò a mettere in un angolo aspettando l'arrivo della madre e nell'attesa si mise a guardare il telefono.  Ogni tanto sollevava lo sguardo verso tutte le persone che gli passavano davanti e si sentiva piccolo in mezzo a tutta quella gente, insignificante, inutile. Anche se non conosceva nessuno si sentiva piccolo e fragile in tutta quella marea di gente che gli passava davanti come se nulla fosse.

Angolo me

Ma buongiorno, come state? Spero bene. SCUSATE IMMENSAMENTE PER IL RITARDO A PUBBLICARE ma ammetto che mi ero scordata. Spero che la storia vi stia piacendo, adesso dovrò incominciare a scrivere il prossimo capitolo che per tutto questo tempo non ho scritto perchè ho avuto molte cose da fare, in oltre mi scuso per il capitolo corto cercerò di fare il prossimo più lungo. E niente ci vediamo a sabato prossimo con il prossimo capitolo (mi scuso in anticipo se uscirà in ritardo), ciauu ♡

because love you..❤️💜 ♡︎StreCico♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora