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it has been a beautiful fight
still is

La giornata la dividono in momenti, con il tempo.

Questa grande bugia raccontata da anni ed anni, da voci e voci, di generazione in generazione.
È una cosa che c'è da sempre, dall'inizio di tutto, nessuno sa bene da dove arrivi, c'è e basta.

Il tempo.

Non ha senso perché non esiste. Te la inculcano da bambino appena entri in questo universo questa cosa del tempo. Chi l'ha deciso? Cos'è?

Sei già sporco appena arrivi.
Sei nato a questo orario, di questo giorno, di questo mese, di questo anno. Sei sporco, marchiato e rincorri una bugia, un'utopica briciola di nullità che però rassicura molti.
Questa cosa così grande che nessuno mai riesce a permettersi il lusso di avere.

Non è di nessuno il tempo.
O forse, è proprio di tutti.

Così si dividono anche gli anni, i mesi, le giornate, in momenti, piccoli spazi, piccoli frame dello stesso film che ogni volta ricomincia da capo, correndo su quella ferrovia che di rotaie ne ha più di due, ne ha migliaia, anzi nemmeno, un numero imprecisabile.
Il tempo è impossibile da precisare.

Ma l'imbrunire, la sera, è il momento migliore.

La luce non c'è quasi più, scivola dietro la città e si porta con se le ombre, le corica. Quel poco che ne rimane si veste di questo alone a volte azzurro, a volte viola. Non si capisce mai come faccia o quando arrivi di preciso, semplicemente l'alone compare a cavallo fra la sera e la notte, si prende tutto per un po' e lo colora.

È una sensazione strana, un po' affettuosa, familiare. Ti senti avvolto quasi, abbracciato. Questa luce che sembra un regalo, che dura poche ore, ti fa quasi pensare che il mondo, per un attimo, pesi di meno.

Ti fa venir voglia di aprire le braccia, chiudere gli occhi e sospirare. Così, sospirare forte, poi magari pure volteggiare un attimo, lontano da dove si è in quel momento, cercare di andar via.

Nele ama quando è verde.

Nella sua vasca sotto al tetto, con salto sul cielo, ama quando le tegole della città si tingono di verde e diventano muschio. Tanti tappeti erbosi tutti di muschio, cuscino dove poggiare il capo e sparire, inghiottiti, silenziosi.

Con le ossa bianche, fragili, che diventano terra ed i capelli ad intrecciarsi con i germogli verdi per formare tante piccole spirali.
Nele ci si perde in quella luce, l'acqua della vasca si tinge, sembra di stare in uno stagno, non è più ad Amburgo.

La sera è la parte migliore. Ci sono pochi rumori, pochi suoni, sono tutti attutiti dalla stanchezza del giorno e dalla freschezza della notte che sta arrivando.

Le persone si rintanano nelle lore scatoline di mattoni e calce, si riposano, si preparano per la grande notte. Magari, qualcuno che ha un po' di poesia nel petto, decide anche di affacciarsi alla finestra e perdersi, temerario, dentro quelle vie non più rumorose, su quei tetti di muschio.

Le gambe affusolate appaiono nella ceramica della vasca, come pinne si muovono lente, smuovendo appena il pelo dell'acqua, formano ondine, piccole curve che Nele cancella con le dita come un rituale. Ricordano al mondo che ancora sanno danzare leggere anche se portano segni pesanti su quella pelle così intaccata dal sole.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 15, 2023 ⏰

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