TRE PICCHI
La polvere che si era alzata non permetteva loro di vedere dove si trovavano. Sèla e Kela tossivano e si coprivano il volto come meglio potevano. Si cercarono a tentoni, prendendosi per mano. Solo dopo qualche interminabile secondo, la polvere parve adagiarsi nuovamente al suolo.
-''Stai bene?''- le chiese preoccupata la Nidua
-''Si, fa solo male il ginocchio''
Un taglio all'altezza del ginocchio la obbligò a chinarsi per studiare la ferita. Usciva sangue, ma non sembrava un taglio profondo. Più che doloroso era fastidioso per camminare.
Kela si guardò intorno e infine verso l'alto, da dove la luce fioca del giorno penetrava. Provò ad arrampicarsi verso l'uscita, ma scivolò di nuovo a terra.
-''L'uscita è troppo lontana e le pareti non hanno appigli''- disse esasperata.
-''Posso provare a montare sulle tue spalle''- suggerì Séla.
Scettica, la Nidua si abbassò e Séla come meglio potè si issò su di lei. La forza nelle braccia della donna le permise di tenere l'equilibrio quanto bastava per afferrare una radice sporgente. Ma l'uscita era ancora lontana. Tentò conficcando le dita nel terreno di issarsi verso l'alto, ma la radice si staccò ed entrambe caddero nuovamente a terra.
-''Maledizione!''- Kela colpì il terreno con un pugno.
-''Come facciamo ad andarcene?''- Séla continuava a guardarsi intorno, ma vedeva solo buio e un cunicolo lungo e oscuro. Sembrava un sistema di viaggio sotterraneo.
-''Secondo te dove porta?''- chiese a Kela, studiandolo.
-''Non ne ho idea''- sibilò scandagliando l'aria -''ma sento aria stantia. Respirabile ma sa di vecchio. Deve essere rimasto chiuso per molto tempo''
-''Secondo te possiamo attraversarlo?''
-''è rischioso, ma possiamo provare. Se l'aria dovesse mancare, me ne renderei conto subito''
-''Allora andiamo. Meglio che restare qui''
-''D'accordo.''
Un rumore da sopra le loro teste le distrasse riportando la loro attenzione immediata sull'uscita. Un piccolo musetto bianco sbucò sopra le loro teste, guardandole dall'alto.
-''Piccola volpe infame, se ti prendo ti ammazzo!''- La minacciò la Nidua per poi mostrarle i denti, minacciosa.
-''Calma Kela. Gridare contro un animale non ci porterà da nessuna parte''
-''Escluso avere la cena''
Sia lei che la volpe mostrarono i denti.Sèla osservò quel curioso scambio. Anche questa volta ebbe l'impressione che la piccola ma a questo punto astuta volpe capisse. Ebbe un'idea, e si sentì immediatamente stupida anche solo per averlo pensato. Attirò l'attenzione di Kela prendendola per un polso. La Nidua la guardò confusa. Con calma si spostò sotto il fascio di luce flebile prima di parlare. La volpe la guardava seduta comodamente sul bordo.
-''Tu puoi capirmi vero?''
L'animale non rispose.
-''Senti, se puoi capirmi, per favore portaci fuori di qui.''
L'animale non si mosse.
-''Hai sbattuto la testa durante la caduta?''- Kela sembrava preoccupata.
-''Avanti pensaci. Ci ha fatto scavare qui per un motivo. Ci deve essere''
Sèla si guardò attorno pensierosa. Lo sguardo le cadde sul cunicolo; in quel momento le venne un'altra idea.
-''Ci puoi guidare qui fino all'uscita? O ovunque tu ci voglia portare?''
L'animale scomparve dalla loro visuale.
-''Ed ecco che se ne va. Se hai finito di parlare con lui direi di andare''. -la schernì Kela
In quell'istante, un po' di terra cadde dall'alto. L'animale ricomparve e aiutandosi con le zampette si fece strada sulla parete e saltò giù. Si scosse dalla terra che gli era caduta sul manto bianco, e allegramente ma guardingo, le sorpassò andando dritto nel cunicolo.
Entrambe rimasero a fissare il buio di fronte a loro.
-''Lo hai visto anche tu vero? è saltato giù''- Sèla era la più scioccata tra le due.
Kela rimase seria. Si vedeva che qualcosa turbinava nella sua mente assillando i suoi pensieri.
Le sussurrò nell'orecchio.
-''Seguiamolo, ma stiamo attente. Nessun animale capisce il linguaggio umano, ma lui a quante pare si.''
-''E allora?''- chiese Sèla. La stava mettendo in agitazione ed una morsa allo stomaco la stava preparando al peggio.
-''Allora pensaci. Vuol dire che non è un animale.''
Quella conclusione bloccò entrambe sul posto. Si guardarono serie in viso. Entrambe istantaneamente portarono le mani alle loro armi.
Erano con un nativo di quelle terre. Un mutaforma.
Non avevano peró altra scelta se non seguirlo.La camminata al buio fu meno difficile del previsto. Ogni qual volta pensavano di essersi perse, ecco che la volpe ricompariva guidandole verso zone in cui dall'alto entrava luce da delle fessure. Entrambe capirono che da dove erano cadute non era l'unico ingresso. Dopo svariate ore però, la stanchezza cominciò a farsi sentire. Sèla dovette sedersi e riprendere fiato. La volpe le si avvicinò, Kela sibilò minacciosa. La volpe si fermò. Si sedette e la guardò curiosa. Sèla contraccambiò lo sguardo.
-''Dove ci stai portando?''-
Ma il nativo non rispose. Si alzò di nuovo e riprese a camminare. Le due donne si affrettarono a seguirlo. La volpe svoltò seguendo il cunicolo e la sua ombra venne improvvisamente proiettata a terra. Entrambe si affrettarono a quella vista. In lontananza cominciarono a vedere una luce provenire di fronte a loro.
-''L'uscita''- esclamò Sèla.
Improvvisamente si sentì nuovamente in forze, forse spinta dalla speranza di rivedere il mondo esterno. Si portò avanti in fretta, e quando la luce la colpì forte in pieno viso dovette coprirsi momentaneamente con le braccia. Quando le abbassò, davanti a sé vide solo montagne con case a picco. Le tornò un nodo alla gola.-''Non era l'uscita''- sibilò dietro di lei Kela -'' Era la strada verso casa sua''
Improvvisamente davanti a loro si radunarono uomini e donne dagli abiti lunghi e un dettaglio saltò agli occhi di Sèla. I lunghi capelli lisci immacolati che avevano, e i loro occhi. Leggermente allungati come quelli delle volpi. La volpe davanti a loro camminò dignitosamente fino al resto della tribù e si trasformò davanti ai suoi occhi. Sèla distolse lo sguardo dalle nudità dell'uomo arrossendo. Si voltò solo quando vide una donna con la coda dell'occhio porgergli dei vestiti che lui indossò immediatamente.
Un odore di qualcosa che bruciava distolse la sua attenzione. Un incenso. Kela la prese per un braccio improvvisamente sull'attenti e la strattonò indietro ma la via di fuga dietro di loro era già stata bloccata. Sèla sentì le sue imprecazioni.
Il mutaforma si avvicinò a loro, ed allungò curioso una mano verso il viso di Sèla. La prese per il mento e la studiò il volto. Infine studiò le linee sulle sue braccia.
Sorrise, mostrando due canini corti ma appuntiti.
Kela sibilò e lui le rispose a tono ringhiando.
Quando si allontanò degli uomini le divisero e iniziarono a portarle via.
-''Kela!''
-''Sèla non parlare! Sono Ter! Non dirgli niente hai capito!''Ma la sua voce divenne sempre più indistinta, mentre la testa le vorticava. Perse i sensi e avvertì sulla pelle solo le mani di qualcuno che la afferrava con forza per le gambe per sollevarla.
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I FIGLI DEL SOLE
FantasyA Théra, la terra del sole, la casata reale ha finalmente il suo erede al trono, e le sue sorelle, le principesse Séla e Tirahn, sono al suo fianco. Discendente però della tribù di Vhér, la terra degli adoratori della luna e considerata inferiore...