Capitolo 11- SERATA DISASTROSA

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Quando tornammo a casa trovammo la signorina Toru sul nostro terrazzo. Stava prendendo una tazza di tè con la mamma e quando ci vide si catapultò verso di noi.

"Langaaaaaa, ciaooo quanto tempo è passato, mi sei mancatooo!!" mi prese di nuovo per le guance

"24 ore" risposi io sarcastico. Non appena la vide Shadow si aggiustò i capelli e la salutò con un fare gentile. Lei rispose con un sorriso e lui divenne tutto rosso.

"ragazzi, Toru stasera cena con noi, preparate la tavola e si mangia!" disse mia madre. Così aggiungemmo un posto in più alla tavola e aiutammo mia madre a cucinare. Non appena tutti i piatti furono pronti iniziamo subito a mangiare, o almeno noi che eravamo andati a pattinare. Non addentavamo qualcosa dalla mattina.

" e così siete andati a pattinare è!? E ditemi, vi piace più il pattinaggio o lo snowboard?" chiese Toru 

"mille volte lo snowboard!" disse Shadow con sincerità

"io sono bravo in entrambi, quindi non c'è un problema. Però preferisco lo snowboard perché so fare le stesse tecniche che faccio con lo skate" appena Miyo disse la parola skate mi venne una nostalgia. Non so perché in realtà. Era da un mese che non salivo sopra ad una di quelle tavole con le rotelle. Mi mancava la sensazione che provavo ogni volta che facevo le gare

"credo di dover scegliere lo snowboard, per lo stesso motivo di Miya" affermò Joe

"io preferisco lo snowboard" disse cherry, ma non aggiunse altro. La sua filosofia era che quando si mangia non si parla. Quindi rispose solo a quella domanda per educazione

"io dovrei dire il pattinaggio, perché sono più bravo in quell'attività. Però lo snowboard mi attira, se langa continua ad insegnarmi potrei fare gli stessi trick che facevo con lo skate" e mi guardó con una faccia felice. Io annuì

"e tu langa? Preferisci il pattinaggio o lo snowboard" non so perché, ero distratto. Avevo capito tra lo skateboard e lo snowboard.

"LO SKATEBOARD TUTTA LA VITA!" tutti si girarono e mi guardarono con una faccia confusa

"no langa, forse non ci hai sentito, avevamo detto tra il pattinaggio e lo snowboard"

"ah.......scusate…allora lo snowboard" risposi imbarazzato

"noto con piacere che a tutti voi piace lo snowboard! Lo sapete tra due giorni ci sarà una gara famosissima di snowboard, la gara delle palme!! Potreste anche partecipare visto che vi piace sciare." disse Toru esaltata.

"ma la vigilia è domani! " disse Cherry

"si è vero, però è una tradizione che cada proprio alla vigilia" ribatté Toru. In effetti gli altri sembrarono abbastanza eccitati di questa gara, credo anche che volessero accettare. Poi però mamma si alzò dalla sedia. Sembrava quasi arrabbiata non so perché, ma quando la guardarono tutti parlò con una voce forzatamente felice

"grazie mille per l'invito Toru, però vedi…ci eravamo già organizzati per la vigilia... Ci dispiace" perché aveva detto così? Non bastava dire un semplice no? Che aveva in contrario a quella gara? In quel momento però mi riaffiorano in mente molte cose. La lettera. Il discorso che aveva fatto papà sulla gara. Il fatto che la mamma non avrebbe mai accettato che io partecipassi. Forse mamma aveva letto quella lettera e ora voleva fare in modo che io non partecipassi. Aspettaaa!! E se la lettera me l'avesse portata la mamma. Se fosse stata lei a metterla sulla scrivania in modo che io la leggessi? Ma perché solo ora? Se l'avessi letta prima sarebbero già cambiate molte cose. Ad un tratto mi sembro di scoppiare dalla rabbia. Perché si è comportata così? Non la capisco. Poi fu reki a parlare

"langa, ma la gara delle palme non è la stessa che ha scritto tuo padre nella lettera?" guardai reki scioccato, l'aveva detto

"hai letto la lettera allora" disse mia madre con una faccia sorpresa. Dopo quella domanda ci fu un silenzio inquietante, poi ribatté Shadow

"ma di che lettera state parlando?" io non volevo rispondere, guardavo in basso per non incrociare il volto di mia madre. Appena reki capì che stavo facendo rispose lui al posto mio

"suo padre gli ha scritto una lettera prima di morire. Lui l'ha trovata e l'ha letta davanti a me. Parlava di una certa gara delle palme, che era importantissima per lui e voleva che partecipasse il figlio" di nuovo silenzio tombale

"scusa la domanda, un po' invadente, ma questa lettera non l'avresti dovuta leggere già tempo fa?" Miyo aveva ragione, in effetti avrei dovuto riceverla tanto tempo fa. La mia rabbia stava salendo sempre di più. Con la coda dell'occhio scrutai mia madre che aveva la testa bassa e credo non avesse intenzione di parlare. Allora non c'è la feci più e parlai

"senti un po' mamma, sei stata tu a portarmi la lettera?" le chiesi io alzandomi dalla sedia. Lei mi guardó e capì che ero molto arrabbiato e quindi rispose 

"si tesoro, te l'ho consegnata io. È stato tuo padre a darmela quando era in ospedale" 

"ma allora perché me l'hai data solo adesso! Se solo l'avessi letta prima, certo non sarei voluto andare in Giappone, avrei continuato lo snowboard per mio padre. Lui ci teneva molto e io ho buttato all'aria il suo sogno." 

"tesoro non è così, lasciami spiegare. Quando papà se n'è andato tu rimasi distrutto, non potevo farti leggere una sua lettera, ti saresti traumatizzato ancora di più. E poi non volevo che il tuo futuro dipendesse solo da quello che diceva tuo padre. Io ti ho visto! Ti ho visto mentre andavi sullo snowboard senza tuo padre. Era come se fossi spento! Come se lo snowboard non ti importasse più. Fu lì che decisi di trasferirci in Giappone, un paese nuovo, una vita nuova, credevo fosse l'ideale. E poi hai incontrato degli amici, e hai scoperto la passione per lo skateboard. Credevo che adesso l'avessi superato quel brutto momento, per questo ho poi deciso di farti leggere la lettera" sulla tavola ricadde di nuovo il silenzio. Io non sapevo più che dire, mi uscivano quasi le lacrime dagli occhi

"ciò non toglie, che io per mio padre non ho fatto niente e di questo me ne pento più di ogni altra cosa!" ero stufo di quella conversazione così me ne andai 

"aspetta Langa!!!!" disse mia madre. Ma io stavo già salendo le scale per rifugiarmi nella mia stanza. 

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