«Mako, lasciamo perdere, per favore!» Uno dei tre uomini ne stava supplicando un altro, fuori dalla locanda in cui un giorno prima erano stati sconfitti.
«Ma di che hai paura? Quante probabilità ci sono che ci sia un altro forestiero in grado di prenderci a calci?» Tuonò spazientito l'altro. Non aspettò nemmeno una risposta che subito spalancò la porta del locale.Tutti si ammutolirono, il barista smise di parlare con una donna al bancone e fissò i soliti spacconi appena arrivati. Non credeva li avrebbe rivisti, specialmente così presto.
«Guarda, vedi che c'è una straniera anche oggi?» Sussurrò uno dei tre a Mako. Quest'ultimo non si scompose, anzi, con una smorfia di sfida avanzò di qualche passo.
«Oggi non c'è il tuo ronin a proteggerti, eh, Daichi?»
Il barista rimase immobile. Era vero, stavolta Kai non era lì a difenderlo come l'ultima volta.
«Sapreste descrivermelo?» Domandò la ragazza dalle trecce nere, seduta al bancone.
«Come?» Chiese Mako, non essendo sicuro di aver capito bene.
«Il ronin. Descrivetemelo, e in cambio vi pagherò io da bere. Voglio sapere tutto il possibile.»
Sul volto del fuorilegge fece capolino un sorriso compiaciuto.
«Non ho bisogno che qualcuno paghi per me, specialmente una donna. Daichi, riempi quei boccali.»
«Forse non hai capito.» Affermò tranquillamente la ragazza, alzandosi dal suo posto a sedere.
«La mia non era una richiesta.»Dopo qualche istante, la porta della locanda si aprì e i tre uomini furono scaraventati lungo il sentiero. Il compare di Mako aveva ragione: sarebbe stato molto meglio lasciar perdere.
«Quante probabilità c'erano, eh?!» Gli disse l'amico, sputando del sangue per terra.
La ragazza li raggiunse a passo calmo, sguainando la wakizashi.
«Allora, chi è il primo a voler parlare?»- 礼 -
I passi del ragazzo all'interno della grotta risuonavano ovattati. Stava camminando su qualcosa di insolito, appiccicoso. Quando guardò per terra capì: era tutto avvolto di ragnatele.
A parte lo scroscio della cascata all'esterno, non si udiva altro. Kai però, sentiva che qualcosa non andava, non era solo. Vide un bozzolo poco più avanti dal quale spuntava il volto di un uomo con la bocca tappata dalle ragnatele. Si dimenava, provava invano a dire qualcosa. Doveva essere il marito di quella donna disperata.
"I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici."
Pensò il ragazzo, prendendo un profondo respiro.
«Esci fuori.» Tuonò lui, riecheggiando nella grotta. Sentì un rumore insolito, così si lanciò in avanti e rotolando tornò in piedi. Girandosi, notò che dove si trovava un secondo prima, ora c'era una donna bellissima, dai lunghi capelli neri, un vestito rosso come il sangue, e dietro di lei lunghe zampe gialle e nere da ragno. Aveva un addome da aracnide a dir poco grande, anch'esso giallognolo.
«Sei venuto a salvare quell'uomo, samurai?» La voce della creatura era altrettanto piacevole, aveva un tono malizioso col quale lo stava prendendo palesemente in giro.
«Ma lui è venuto qui di sua volontà, te lo assicuro!» Continuò lei, per poi lasciarsi scappare una risata sommessa.
La jorogumo però piegò la testa da un lato, perplessa.
«Non hai nemmeno la mano sulla spada, e non hai paura di me. Sei qui anche tu, per morire?»"Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini. Il miglior combattimento è quello evitato."
Kai la osservava, studiandola attentamente. Era fortunato che la luce del giorno riuscisse a illuminare abbastanza all'interno di quella grotta, perché in caso contrario non sarebbe finita per niente bene.
«Sono qui per chiederti di lasciarlo andare.»
«Oh, ma lo sai che non posso. Dovrò pur nutrirmi, non credi?» Ribatté la donna, decisamente divertita.
«Purtroppo, immaginavo non avresti accettato.» Il ragazzo posò una mano sull'elsa, concedendosi un profondo respiro.
«L'unico modo che hai per non vivere da mostro, Samurai, è morire. Credi mi piaccia questa vita?»
Kai notò la serietà in quelle parole, questa volta. La creatura non aveva scelta, questo il ragazzo lo comprendeva, ma c'era dell'altro...
«Mi stai chiedendo di ucciderti?»
«Ti sto chiedendo di provarci.»In un lampo, la donna aprì la bocca sputando qualcosa verso il ragazzo, un agglomerato di ragnatele biancastro e viscoso.
Durante il loro dialogo, Kai si era reso conto che altri ragni più piccoli stavano scendendo lungo le pareti, quell'attacco non era altro che un diversivo, sprecare un fendente in quel modo significava morte certa. Si abbassò schivando il fiotto immobilizzante e girando su sé stesso sguainò la spada, uccidendo tutti i ragni che l'avevano circondato. Erano disgustosamente grandi, quanto un cane di media stazza.«Che intelligente!» Gioì la jorogumo ridendo, prima di lanciarsi verso di lui.
Kai deviò una zampata con la katana, poi un'altra, un'altra ancora, ma erano troppe. Si lanciò indietro per eludere l'ultima. Il suo kimono venne squarciato orizzontalmente e una ferita si aprì poco sotto il petto, fortunatamente non molto profonda. Strinse i denti per trattenere un gemito di dolore, poi riprese fiato per un istante.«Non trattenerti, samurai.» Lo incitò la creatura, avventandoglisi di nuovo contro.
«Non sono un samurai.» Mormorò in risposta Kai, contrattaccando. Si scansò da un lato evitando la prima zampa sinistra, poi quella destra, parò la terza, e stavolta non si lasciò cogliere alla sprovvista: roteò su se stesso avanzando verso di lei, schivando l'ultimo colpo. Si ritrovò faccia a faccia con la mostruosità. La donna sputò prontamente altre ragnatele dalla bocca e Kai inclinò la testa di lato evitando di venir preso, piantandole la lama nel ventre.
La donna emise un gemito di dolore, sgranando gli occhi per la sorpresa.
«Mi dispiace.» Sussurrò il ragazzo.
La jorogumo si posò lentamente a lui con il busto umano, quasi abbracciandolo.
«Non devi... finalmente mi hai liberata.» Sputò un po' di sangue, sentendo le forze venirle meno.
«Nessun essere chiede di vivere, ne avevi tutto il diritto.» Sussurrò Kai, dispiaciuto sinceramente per averla uccisa.
Lei si lasciò sfuggire un sorriso, poi una lacrima silenziosa le corse svelta lungo il viso.
«Grazie.» Rispose sottovoce, lasciandogli un bacio sulla guancia prima di esalare l'ultimo respiro e chiudere gli occhi.Il ronin liberò l'uomo intrappolato, riportandolo alla moglie.
Lei in lacrime lo ringraziò a dismisura, praticamente costringendolo a rimanere per cena.«Perché non rimani a dormire da noi? Puoi partire domani, Kai.»
Il ragazzo sorrise, bevendo un sorso del proprio thè bollente.
«Non vorrei approfittare della vostra ospitalità, in più, vado abbastanza di fretta.»
«Oh, andiamo, dovrai pur dormire, no? E quella ferita poi. Hai bisogno di riposo. Mi hai salvato la vita, è il minimo che possiamo fare.» Affermò il padrone di casa contento, indicando il kimono stracciato del ragazzo con un dito.
«Posso darti uno dei miei. E non accetto un no come risposta.»
«Grazie mille.» Il corpo di Kai si scaldò rapidamente, non solo per il thè caldo ma anche per tutta quell'ospitalità e quella gentilezza, tuttavia, la morte della jorogumo l'aveva segnato tanto quanto la ferita che gli aveva inferto. Finì il pasto in silenzio, ripetendosi che aveva fatto la cosa più giusta.
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Il Ronin di Sangue - Il Rovescio del Regno
AdventureUn leale samurai costretto a diventare un reietto, intraprende un folle viaggio per riacquistare il proprio onore, attraverso un percorso irto di pericoli. Un potente traditore del regno minaccia l'imperatore, un nemico affiancato da forze oscure e...