CAPITOLO 1

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*Spazio autrice*
Eccomi qui con il primo capitolo di questa storia! Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina❤️

Giovanni era appena tornato a casa dalla sua solita passeggiata di quaranta minuti che faceva quando aveva bisogno di staccare un po'. Cuffiette con la musica al massimo, che passeggiava per le vie di Vicenza con una sigaretta in mano e le altre nella tasca: questo era il solito programma della passeggiata di Gio.

<<sono tornato>> disse Giovanni un po' sbuffando e chiudendo la porta d'ingresso.

<<ciao Gio bentornato, potresti venire in cucina?>> senti Pier (il padre) chiamarlo dalla cucina.

<<si un attimo>> rispose incamminandosi verso quella stanza.

<<che c'è?>> disse Giovanni aprendo la porta e trovandosi davanti i genitori seduti sul tavolo.

<<siediti per favore>> gli disse Lidia (la madre)

Lui lo fece, trovandosi faccia a faccia con loro

<<allora? Che dovete dirmi?>> chiese lui leggermente seccato

<<mi è arrivata un'ottima proposta di lavoro da una banca molto importante>> disse il padre guardando il figlio negli occhi.

<<accetta no? Che volete il mio consenso>> disse Giovanni con tono ovvio.

Pier e Lidia si guardarono per qualche secondo intensamente e capirono che era il momento di dirglielo.

<<il punto è che ci dovremmo trasferire tutti e tre a Roma>> disse la mamma tutto d'un fiato la mamma.

Giovanni in quel momento sembrò paralizzarsi, per poi ritornare con la testa dai suoi genitori

<<che? A Roma? Cioè dopo che ho trovato una casa discografica a cui interesso, dovrei lasciare tutto per venire a Roma?!>> sbottò Giovanni.

<<tesoro lo so che sei arrabbiato, ma cerca di capire anche tuo padre... non può rifiutare una proposta del genere>> gli disse Lidia cercando di tranquillizzarlo, visto che già erano partiti i suoi tic nervosi alle mani.

<<e con la musica che dovrei fare? Abbandonarla?>> chiese amareggiato il figlio guardando il padre.

<<nessuno ti sta dicendo di abbandonare il tuo sogno, sono sicuro che troverai una casa discografica interessata a te anche a Roma, forse anche migliore della Music VI>> gli rispose Pier

<<ma papà ti senti quando parli o no? Secondo te le case discografiche di Roma potrebbero mai essere interessate a una persona che ha iniziato a fare musica da un anno e mezzo fa?>> sbottò di nuovo il figlio rivolgendosi al padre.

<<perché no?! Gio ha talento, te lo dico io che musica non ci capisco niente >> gli rispose Pierluigi cercando di spronarlo

<<peccato che per fare questo non basti avere talento>> disse il figlio rivolgendosi ai suoi genitori, prima voltargli le spalle e chiudersi in camera sua.

Una volta arrivato in camera sua ed essersi accertato di aver chiuso bene la porta, diede vita all'emozione che aveva dentro: la rabbia.

Iniziò a tirare oggetti ovunque, a tirare pugni contro il muro (cosa che faceva da quando era in seconda media e doveva sfogarsi). Quando finì queste operazioni, stanco morto e non le nocche delle mani sanguinanti, decise di stendersi sul letto con il suo quadernetto rosso e una penna, cercando di sfogarsi ulteriormente in un modo un po' più tranquillo: scrivendo.

Passò tutto il pomeriggio chiuso in camera a scrivere. Fino a quando la mamma lo chiamò per la cena,

<<Gio è pronto>> gli disse la mamma fuori dalla porta.

<<cinque minuti e arrivo>> rispose freddo.

<<posso entrare, per favore?>> gli chiese la mamma.

<<se proprio devi>> gli disse lui ancora steso sul letto.

Una volta che la madre udì la risposta del figlio entrò nella stanza, e appena la guardò capì subito che Giovanni aveva avuto uno dei suoi attacchi di rabbia.

<<Giovanni l'hai fatto di nuovo?!>> disse quando entrò, guardando prima il disordine della stanza, e poi il figlio.

Giovanni non rispose, ma dallo sguardo si poteva intuire benissimo che stava dando pienamente ragione alla madre.

Lidia sbuffò sedendosi anche lei sul letto del figlio.

<<guarda come ti sei ridotto le mani, dai vieni in bagno che ti aiuto a disinfettarle>> disse la mamma guardando le brutte condizioni in cui si trovavano le mani del figlio.

<<non ti preoccupare, dopo lo faccio io>> le rispose un po' freddamente Giovanni.

<<come vuoi tu>> gli rispose la mamma. <<hai pensato a quello che ti abbiamo detto pomeriggio?>> continuò Lidia.

Giovanni annuì.

<<e allora? Che ne pensi?>> gli domandò la madre.

<<che dovrei pensare scusa?! Non posso far perdere un'occasione del genere a papà, mi farei schifo da solo>> le rispose il figlio a testa bassa.

Sua madre lo abbracciò

<<vedrai che ti troverai bene a Roma, si con la scuola che...>> non fece in tempo a finire la frase che il figlio la fermò

<<quella è una merda sempre>> le disse

<<dai Gio non fare così>> gli disse la madre <<inoltre sono sicura che troverai una buona casa discografica anche lì>> continuò Lidia.

<<non ne sono molto sicuro>> disse lui scoraggiato. <<vabbè dai, andiamo a mangiare>> continuò Giovanni alzandosi dal letto.

La cena passò abbastanza tranquillamente, così Giovanni decise di fare una domanda rivolta al padre.

<<allora? Quando devo iniziare a fare le valige?>> domandò lui

<<ti sei deciso a venire?! Oh grazie Gio non sai quanto mi rendi felice>>

Giovanni gli sorrise

<<quando allora?>> chiese di nuovo

<<tranquillo il tempo c'è, hai sia domani che dopodomani per preparare tutto>> gli rispose tranquillamente il padre

<<capito>> gli disse Giovanni

*spazio autrice*
Come ho già detto prima, ditemi nei commenti cosa ne pensate, se è troppo corto o troppo lungo, insomma ditemi tutto😅 se vi è piaciuto lasciate una stellina⭐️

Solo Noi Due// SangiuliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora