ho scritto il mio sogno ^^
Yuki era rimasto sotto il pavimento di un balcone, aspettando che lo scendere della pioggia cessasse lievemente per ritornare a casa. Giorgio si accorse che era rimasto lì da solo, con le mani in tasca, molto probabilmente con la testa per aria, dato che lo conosceva bene. Si avvicinò a lui e le parole gli si fermavano in gola, una sensazione strana gli invase il petto, non riusciva a controllarlo, era così strano che non si sentiva più se stesso, sapeva di avere diversi umori giornalieri ma non aveva mai provato o sentito qualcosa del genere.
<<Ti accompagno? Vedo che non hai l'ombrello..>>
Non lo sapeva nemmeno lui con quale forza fosse riuscito a spiccicare quelle parole. Dentro di lui qualcosa era esploso, e lo sentiva bene.
<<Si grazie! Non sapevo proprio come tornare a casa.>>
Si incamminarono sul marciapiede freddo e deserto, bagnato dall'acqua che quasi penetrava l'ombrello. Le loro spalle si sfioravano, anche le loro mani accennavano ad un intreccio, entrambi i corpi avevano bisogno del calore dell'altro ad insaputa dei loro cuori sottoposti ad una serie di fasi in cui si scioglievano le lastre di ghiaccio rimaste erette per fin troppo tempo. Yuki sembrava così spensierato che non si accorse che al suo interno il buio che l'aveva rigato stava svanendo pervaso dalla luce dell'altro.
Avevano superato la metà della strada per casa e anche se sembrava infinito sotto la significante pioggia, il percorso avrebbe prima o poi avuto una fine. Una fine che nessuno dei due voleva raggiungere.
Giorgio fece un gesto un po' troppo azzardato che nemmeno il bruno si aspettava da parte dell'altro conoscendo il suo carattere e i suoi modi di fare. In realtà era stupito che si fosse offerto di accompagnarlo a casa, non era da lui, ma non ci fece caso. Tra i pensieri di Yuki gli si poggiò sulla spalla la calda testa incappucciata di Giorgio, sembrava stanco e affaticato escludendo il gesto imbarazzante soprattutto per lui; Yuki si sentì in dovere di imitare il gesto di quell'ultimo e così fece, espandendo ancora di più il loro calore. Finirono al semaforo che non si potevano staccare, una pesantezza nel cuore di uno aveva bisogno della leggerezza nel cuore dell'altro, nessuno dei due poteva spiegarlo meglio. Giorni di scherzi e non si erano mai scambiati emozioni e gesti del genere? Entrambi erano ignari di quello che sarebbe successo minuti dopo perché troppo distratti dai rumori intorno, non avevano ascoltato i propri interni ed adesso si ritrovavano goffamente uno dipendente dall'altro. Aspettarono che il verde del semaforo scattasse e ritornarono rigidi come un viaggio di ritorno alla normalità, mentre calpestavano timidamente le strisce bianche spiaccicate sulla strada.
Arrivarono sul marciapiede come soddisfatti di essere ancora vivi e finalmente uno dei due parlò inaspettatamente:
<<Come mai hai deciso di accompagnarmi?>> Il biondo si fermò di scatto: era la domanda che si stava ponendo per quasi tutto il traggitto.
<<Io..non lo so. Non ho potuto riconoscerlo. Qualcosa in me mi diceva di farlo e l'ho fatto.>>
Gli occhi ormai gli erano lucidi, tutto era così strano che soprattutto le lacrime non avevano senso, facevano soltanto preoccupare il castano. Giorgio a testa bassa pose l'ombrello a Yuki, che insignificante sotto quel gesto freddo e tiepido allo stesso tempo afferrò l'ombrello per subito dopo chiuderlo. Adesso erano entrambi bagnati sotto la pioggia. Nessuna via d'uscita.
Nessun filtro a far della loro esistenza un'altra. Nessuno osava spezzare il loro sguardo fermo, tremolante, un po' incerto forse, o forse no.
Come un attrazione magnetica le labbra dei due si scontrarono, colpendosi leggermente. Le loro mani bramose di calore altrui si intrecciarono e il timido calore era finalmente avanzato sciogliendo il ghiaccio come barriera. Un bacio casto, dolce, sotto la pioggia, non programmato soprattutto; infatti nessuno dei due si aspettava qualcosa del genere l'uno dall'altro.
I loro corpi non smettevano di avvicinarsi, una mano del biondo si poggiò dietro al collo del bruno, goffamente avvicinandolo. Non stavano riflettendo su cosa fare, semplicemente erano in balìa l'uno dell'altro e non se lo sapevano spiegare. Davanti all'ingresso dei pedoni due goffi si stavano scambiando un lungo bacio; però nessuno li fissava. Si mischiavano fra la folla inesistente.
Attimi infiniti dopo anche le lingue si scontrarono dolcemente. Avrebbero dovuto staccarsi se erano incerti no? Invece continuarono con un altro bacio bollente fino a farsi mancare il respiro a vicenda. Non ebbero nemmeno il coraggio di guardarsi negli occhi che subito si strinsero uno nell'altro, quasi vergognati. Giorgio stringeva il suo più esile e lui lo stringeva minuziosamente.
Ormai erano dipendenti uno dalle braccia dell'altro, troppo incapaci per parlare si rifugiavano in quel ripetitivo calore stato presente per tutto il tragitto. Ancora intrappolati nell'abbraccio Yuki sentì una leggera pressione sulla coscia alta, che si fece più consistente attimi dopo. Il bruno era immobile, troppo preso dall'imbarazzo avvampò, ma non più di Giorgio che in un attimo si era scansato più di un metro, rivolgendo le spalle all'altro.
<<Io- ehm.. devo andare, tieni pure l'ombrello!>> E percorse la strada ghiacciata presumendo fino a casa sua. Aveva lasciato Yuki da solo. L'aveva lasciato sotto la pioggia, con mille pensieri per la testa che gli offuscavano perfino la vista. Non si erano nemmeno resi conto del bacio nel momento in cui se l'erano scambiato, soltanto ne avevano bisogno; anzi, lo sentivano, era scritto sulla strada che veniva cancellata dalla pioggia.
Erano passati 15 minuti buoni e finalmente il bruno, zuppo, fece qualcosa: fece cadere l'ombrello per strada dove si trovava prima, nulla gli importava più a parte il pensiero di Giorgio. Corse nella direzione in cui si diresse il biondo e quasi a metà percorso lo vide rannicchiato a terra, zuppo anche lui, con la testa fra le ginocchia che sembrava un cane bastonato. Yuki non sapeva se avvicinarsi o meno nonostante quello fosse il suo obiettivo: il biondo gli faceva uno strano effetto ormai, quasi il mal di stomaco lo uccideva, capogiri lo prendevano da 10 minuti, un rossore bollente gli infuocava le gote, le mani e le gambe tremavano per qualche strano pensiero che nemmeno lui stesso riusciva ad affiancare. Era tutto troppo strano, quasi sembrava che non avesse mai provato qualcosa del genere. Iniziava a preoccuparsi. Iniziava a farsi diversi e inutili pensieri mentre fissava con gli occhi lucidi che si camuffavano tra la pioggia il biondo, che non osava alzare il capo. Si avvicinò di scatto, facendo alzare schizzi di acqua che rimbalzarono sui vestiti di entrambi. Giorgio non ebbe nemmeno il tempo di alzare lo sguardo che il bruno lo stringeva fra le braccia, come se stesse per perderlo e quello fosse l'ultimo attimo insieme. Né uno e né l'altro riusciva a distinguere se quelle sensazioni affioratagli da molto definivano un male o un bene, non ne erano in grado. Affiatato dalla corsa si resse al biondo, che sembrò essersi appena svegliato dall'aria spaesata. Giorgio non sapeva come controllare nessuna emozione, nemmeno nella norma, per questo si isolava spesso o si rivolgeva a Yuki che sembrava averlo sempre capito; adesso però non sapeva a chi rivolgersi, quindi l'unica soluzione rimasta era aggrapparsi all'altro e mostrarsi a lui come avrebbe sempre voluto fare, inconsciamente.
Entrambi pensavano che sarebbe finito tutto quando Yuki sarebbe tornato a casa, non avrebbero mai immaginato che aggrappati ognuno all'altro si sarebbero trovati accasciati a terra sotto l'imminente pioggia incessante.
<<Non ha senso..Tutto questo non ha un senso. Non avevo mai provato questo prima, nemmeno quando eravamo soli a parlare davanti scuola. Ho paura di quello che potrebbe succedere e allo stesso tempo di quello che non potrebbe succedere. Ho paura di queste sensazioni ma ho anche paura che possano svanire. Non è da me sentirmi in questo modo. È come se avessi le ali alle spalle pronto per spiccare in cielo e poi qualcosa di fin troppo pesante mi ci si butta su impedendomi di volare, ma a me va bene così. Non se mi va realmente bene: non so nemmeno perché sono corso indietro per scaldarmi di nuovo a te.>> Le parole del bruno ferirono entrambi quanto li sollevarono dall'asfalto. Lacrime salate si fondevano con l'acqua ruvida che scendeva dalle nuvole.
Il biondo sospirò a un'evidente voglia di spiegazioni da parte del bruno, così incominciò con le parole.
<<Non so nemmeno io cosa stia succedendo. So solo che potremmo paragonarci alla luna e al sole, no? Sono dipendenti uno dall'altro eppure non si incontrano mai. I poli di una calamita si attraggono anche se non potranno mai e poi mai avvicinarsi. Il buio e la luce: dipendenti uno dall'altro, senza mai bisogno di incontrarsi. Noi abbiamo questo tipo di rapporto. Fino a stamattina non avevamo il bisogno dei nostri calori insieme, io non avevo bisogno delle tue mani sulla mia pelle come adesso, ecco.>>
Un forte rossore scurì le sue guance, ma quello che stupiva maggiormente il bruno era il fatto che non avesse fatto nulla per nasconderlo, o meglio: nascondersi.
<<Anche prima di stamattina avevamo bisogno uno dell'altro però era noto soltanto ai nostri cuori, non alle nostre menti. Non so esattamente dire se il mio è amore, a questo punto. So solo che ho bisogno di te per non annegare nella pioggia.>>
Ormai i due avevano trasmesso tutte le loro emozioni all'altro, dunque l'altro aveva fatto lo stesso ed entrambi presentavano all'interno un pezzettino di ognuno che lo descrivesse.
Rimasero incastrati nel loro sguardo fin quando il biondo non avanzò sulle labbra di Yuki, che ormai senza imbarazzo sì accovacciò accanto a Giorgio senza staccare mai le labbra. Il bruno abbassò lo sguardo sui pantaloni di Giorgio, che subito divenne rosso in viso e perse il coraggio di guardare l'altro negli occhi. Yuki poggiò una mano sul tessuto del pantalone di Giorgio un po' umido dalla pioggia e affievolì a leggere parole.
<<Te la faccio passare..?>>
Ormai anche il bruno era estremamente rosso, ma non destava arrese; il biondo, fin troppo imbarazzato per parlare, annuì leggermente stando attento a non incontrare mai lo sguardo del bruno.
Yuki iniziò a massaggiare il membro di Giorgio che si faceva prendere da lunghi e soffocati gemiti sotto al tocco dell'altro. La faccetta innocente del bruno non descriveva per nulla quello che stava facendo a Giorgio, ma nella testa dei due ormai girava soltanto il nome dell'altro, così una strana voglia di calore ricambiato salì nella gola di entrambi, non a caso il biondo era eccitato e il bruno stava facendoglielo passare. Sotto il tessuto dei pantaloni del biondo ormai la grandezza della sua erezione era piuttosto evidente e il bruno massaggiava tutta la lunghezza, con le gote arrossate e lo sguardo docile, quasi innocente, mentre gli occhi chiusi ed estasiati di Giorgio esprimevano tutt'altre sensazioni. Il biondo, fin troppo eccitato ormai, si avvicinò di scatto al viso di Yuki, che arrossì di colpo e fermò i movimenti con la mano, facendo poggiare quella di Giorgio sopra la sua inducendolo a continuare con i movimenti; il fiato bollente del biondo batteva sul viso e sul collo del bruno, immobile intento ad evitare contatto visivo con l'altro. I loro fiati si mischiavano. Le mani del biondo si posarono sui fianchi del bruno salendo lentamente fino al collo, così avvicinandolo ed incastrandolo in un altro bacio bagnato, non più di quanto fosse già per l'acqua piovana che schizzava su i due.
Dentro ogni loro contatto esplodevano miliardi di sensazioni ed emozioni che riscaldavano sempre di più uno e l'altro. Ogni tocco tra loro era così bollente che sospiravano al tatto sulla pelle. Mentre i fiati si esaurivano nel bacio le mani del bruno salirono sul collo del biondo, finendo tra i capelli un po' bagnati e spettinati dal leggero vento.
Si erano staccati l'uno dall'altro per la mancanza di fiato ed entrambi con le guance più arrossate del solito si guardarono e risero quasi liberamente, i loro sguardi ancora una volta si incontrarono e le loro mani si intrecciarono, ma soprattutto, di nuovo quel calore che non smetteva di espandersi si fece più intenso e accogliente.
Il biondo si poggiò al muro alle sue spalle e il bruno si poggiò a sua volta sopra la spalla di Giorgio, abbandonati uno all'altro.//lasciate una stellina se vi è piaciuto e ci vediamo alla prossima ^^//
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raccolta di alcuni scritti
No Ficciónciao belli questa raccolta è formata da pagine che mi ispiravano a scrivere e che quindi ho steso malamente su fogli di carta e successivamente trascritto su digitale, per condividerle con altre persone. I " racconti" (chiamiamoli cosí) stesi in que...