Capitolo 18

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Filippo intanto era rimasto come uno stupido davanti alla porta.
Aveva una mezza idea di andare a sbirciare dalla finestra però sa che questo avrebbe fstto arrabbiare di più il fratello.
Alla fine, trattiene la sua curiosità e si dirige in cucina per aiutare Sara.
Nel frattempo, dentro la camera di Alex, Leo si stava sedendo sul letto disfatto.
Osservava la camera curiosando molto in giro.
Gli occhi gli si fermano sul pacchetto di sigarette sul comodino. Alex si affretta ad afferrarlo e lo nasconde nel cassetto.

<Allora? Vuoi rispondere?>

Leo incrocia le gambe e si gode la vista.

<Sono venuto qui perché ero preoccupato. Ma sembra tu stia bene.>

Alex alza un sopracciglio, non capendo a cosa si riferisce.
Leo si guarda intorno, poi punta il telefono che si trova sul comò all'entrata.

<Ti avrò chiamato 4 o 5 volte e ti ho mandato un sacco di messaggi. Ma non ho ricevuto risposta.>

Alex corre verso il telefono e fa per accenderlo.
"Batteria scarica".
Lo attacca alla presa sulla sua scrivania ed aspetta che riesca ad accenderlo.
È vero: 4 chiamate perse e 8 messaggi di Leo.
Altri 20 messaggi dal gruppo di classe.

<Il gruppo di classe?>

Leo si stringe nelle spalle e fa per aprire bocca, ma non lo ferma in tempo.

<E queste foto?>

Alex si gira subito, mostrando lo schermo del telefono: vi erano raffigurati loro due che si stavano baciando. Le foto erano sfocate, proprio come aveva detto Alice.
Leo tira fuoro il suo telefono e apre la chat non ancora letta con Andrea e gli mostra il suo schermo.

<Sono venute proprio male.>

Alex lascia cadere il telefono sulla scrivania e si avvicina a Leo.

<Cosa significa tutto questo?>

<Alice mi ha chiamato per avvertirmi delle foto. Era preoccupata per come avresti potuto reagire e mi ha mandato qui.>

Alex spalanca gli occhi e poi mormora "Alice" tutto sorpreso.
Si rigira e va al telefono per leggere i messaggi scritti.
In breve: "ma chi sono?" "Alex?" "Ah, Alex è gay!" "Ah, gay, bleah."
Li scorre veloci, fino all'ultimo.
Poi esce dalla chat.
Pensava si sarebbe sentito devastato se qualcuno avesse scoperto che lo aveva fatto con un ragazzo.
Ma invece no. Non sente niente: il cuore batte normale, il suo cervello lavora normalmente. Anzi, sta normalizando la cosa.

"Lui, gay? Gli piacciono i ragazzi? No, non proprio. Però non gli dispiace averlo fatto con Leo. Va beh, lui è fantastico. Forse è bravo tanto quanto lui quando va con le ragazze. Allora perché si trova bene con Leo? Perché lo vorrebbe rifare con lui?"

Tanti pensieri gli offuscano la testa, mentre si gira a guardare Leo sul suo letto.
È lì, seduto, una gamba sopra l'altra. I capelli legati in una coda gli stanno benissimo, gli occhi azzurri scrutano fuori dalla finestra.
Il suo profilo è illuminato dalla luce. Stupendo.
Leo, sul suo letto...
In camera sua, così vicino alle sue cose.
La testa inizia a girargli: l'odore del profumo di Leo gli riempe le narici.
È in tutta la stanza ed è quello che gli da mal di testa.
Si appoggia con la schiena alla scrivania: le gambe gli tremano, le mani iniziano a sudare.
Le stesse identiche sensazioni di ieri sera quando gli si è seduto vicino si ripresentano. Tutte, nessuna esclusa.
Il cuore manca un battito quando Leo si volta a guardarlo.
Alex sente il respiro farsi più pesante come se mancasse l'aria nella stanza, eppure la finestra è aperta e fuori si sente del vento che muove le foglie.
Aria ce n'è in abbondanza.
Leo lo scruta, guarda le mani di Alex che si tengono strette alla scrivania, le gambe che si stringono fra di loro.
Si porta la mano sotto il mento e sorride: si passa la lingua sulle labbra e ne approfitta per leccare un paio di dita.
Alex tiene lo sguardo basso, non riesce a sostenerlo, non più.

<Stai bene?>

Leo abbassa la voce e chiede con tono sarcastico di chi già conosce la risposta.
Alex si morde l'interno guancia.

<Sì, sto bene. Tu?>

Alza lo sguardo sforzandosi di sostenerlo.
Leo, che aveva tenuto tutto il tempo una gamba incrociata sopra l'altra, la alza e le allarga entrambe.
Con le gambe divaricate, poggia le mani dietro di sé, sul letto e stende di poco la schiena.

<Sto bene, ma starei meglio con qualcuno qua in mezzo.>

Alex spalanca gli occhi e si gira verso la finestra: il terrore che li fuori ci fosse qualcuno lo attanaglia.
Corre e chiude la persiana, poi chiude la finestra.
Se i suoi genitori fossero tornati in quel momento...
Alex ferma i suoi movimenti.

"In realtà, chissene frega se mi vedono. Non mi interessa di loro e a loro non interessa di me."

Prende un profondo respiro e termina la distanza fra lui e Leo con grandi falcate.
Si ferma poco distante dalle sue gambe, in piedi.
Stringe la canotta, tirandola più in basso. Cerca di portare il suo respiro alla normalità, mentre guarda l'espressione lasciva di Leo.
Il biondo alza un piede e percorre la gamba di Alex con la punta della scarpa, sale su e si ferma quando arriva all'inizio dei pantaloncini.
Il corpo di Alex si muove di rimando e piega di poco la schiena. Le ginocchia si avvicinano e si fanno forza a vicenda per non cadere in terra.
Leo continua il suo percorso. Porta il piede sotto i pantaloncini e sale su fino a trovare i boxer.
Si riporta la mano sotto il mento e si rilecca le dita: ora è veramente eccitato.
Gli occhi chiusi di Alex, la bocca contratta e le orecchie rosse... Un'immagine che fissa nella sua testa e che probabilmente rivedrà più avanti, quando ne avrà bisogno.
Col piede riesce finalmente a raggiungere il rigonfiamento ben visibile fra i pantaloncini.
Tira dritto, col tacco della scarpa tira giù il sopra dei pantaloni, lasciando Alex in boxer e canotta.
I pantaloncini scivolano veloce a terra.
Alex stringe di più la canotta.

"Resistete gambe."

-𝔻𝕚𝕡𝕖𝕟𝕕𝕖𝕟𝕫𝕒-  𝓑𝓸𝔂 𝔁 𝓫𝓸𝔂  [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora