Capitolo 1

59 1 0
                                    

Giulia, una ragazza solare e estroversa decise di trasferirsi a Firenze, per aprire un nuovo capitolo della sua vita.

POV GIULIA

<Giulia muovuti o perderai l'aereo> disse mamma.
<si ora vado in macchina, sono così emozionata> non riuscivo a crederci, stavo per trasferirmi da sola a Firenze, la mia amata Firenze.
Entrai in macchina, come sempre misi le cuffie e iniziai a fantasticare su come sarebbe stata la mia vita lì e se mi sarei trovata bene all'università, ad interrompere i miei pensieri fu la voce dei miei genitori.
<tesoro siamo arrivati all'aeroporto> mi resi conto dei loro occhi lucidi, mi volevano un mondo di bene, ma allo stesso tempo erano felici per me.
Scesi dalla macchina e iniziai a correre per non perdere l'aereo.
Diedi un'ultimo saluto ai miei genitori e andai verso la mia destinazione.
Il viaggio fu breve, appena scesa decisi di andare a pranzare, la mattina non avevo fatto colazione per l'agitazione e stavo morendo di fame.
Uscita dall'aeroporto rimasi colpita dalla bellezza di quella città, c'ero stata altre volte e ogni volta rimanevo colpita dalla sua bellezza.
Ero talmente distratta che andai a sbattere contro qualcuno.
<oh scusa, è colpa mia> disse il ragazzo davanti a me, in una frazione di secondi lo riconobbi, era il numero 25 della fiorentina, Federico Chiesa.
<ehi, tutto bene?> mi chiese lui divertito vedendo la mia espressione sbigottita.
<si scusa, stavo pensando ahah> lui mi sorrise e quella fu la prima di tante volte in cui vidi il suo meraviglioso sorriso.
<è la prima volta che vieni a Firenze?> mi chiese Federico
<no ci vengo spesso, amo questa città ma stavolta sono venuta per rimanerci> gli dico sorridendo.
Dopo averlo detto vedo una scintilla nei suoi occhi, vorrei sapere a cosa sta pensando.

POV FEDERICO CHIESA

È semplicemente stupenda, no Federico che dici l'hai appena conosciuta, calmati.
<ci rincontreremo sicuramente, allora> le dissi, lei arrossì.
< oh scusa, che maleducato, non ti ho nemmeno chiesto come di chiami>
<Giulia, mi chiamo Giulia>
Sembra molto simpatica, ed è anche bella, molto bella.
<Io mi chiamo Federico, anche se penso che tu lo sappia già ahah> lei inizia a ridere, è la risata più bella che abbia mai sentito, di solito non provo tanto interesse per le sconosciute.
<si so come ti chiami, tifo fiorentina>
Lei si scoprì il polso per farmi vedere un tatuaggio, piccolo, ma che mi lasciò senza parole.
Aveva tatuato il numero 25, il mio numero.
Lei mi guardò, felice per la mia reazione
<sei il mio calciatore preferito e ho deciso di tatuarmi il tuo numero di maglia>
Ero felicissimo, non sapevo nemmeno il perché.
<ti va di pranzare con me?> le chiesi, come mi era venuto in mente la conosco da nemmeno 5 minuti, lei mi guardò sorpresa.
<mi farebbe molto piacere, stavo proprio per andare a pranzare in effetti> mi disse sorridendo a 32 denti.
Andammo in un ristorante a caso e cominciammo a parlare.
<come mai ti piace tanto Firenze?> le chiesi
<ci abitavano i miei nonni e poi è piena di arte e di chiese> mi guardò come se avesse fatto la battuta del secolo e mi fece la linguaccia, iniziai a ridere.
<parlami un po' di te> mi disse
<non sai già tutto?> le chiesi
<conosco il tuo lato da calciatore, non conosco Federico> mi disse sorridendo.
A qualcuno importa di me come persona, non come calciatore, le strinsi la mano e lei rimase stranita dalla mia azione, ma poi si rilassò e continuammo a parlare.
Le raccontai un po' di cose su di me e lei fece lo stesso, ma più parlava e più mi rendevo conto di quanto fosse intelligente e divertente e capivo che aveva molto più da raccontare, che aveva delle insicurezze, che ovviamente teneva nascoste.
Dopo pranzo decisi di portarla in un posto.
<ti andrebbe di vedere una cosa?> lei mi guardò sorpresa e fece cenno di si con la testa, andammo in macchina e iniziai a guidare.
Dopo qualche minuto mi fermai a un semaforo perché era rosso, ne approfittai per guardarla, osservava curiosa fuori dal finestrino per cercare di capire dove la stessi portando.
Me lo aveva chiesto circa 30 volte e ogni volta che rispondevo di no metteva un finto broncio che mi faceva morire dalle risate.
Senza rendermene conto misi la mia mano sulla mia coscia e dopo notai che non le dava fastidio.
<siamo arrivati> lei mi guardò, era felice come una bambina.
Da quel boschetto si vedeva tutta Firenze, era il mio posto preferito, dove andavo per riflettere e per rilassarmi, non ci avevo mai portato nessuno, ma con lei mi era venuto spontaneo.
A distogliermi da questi pensieri fu proprio Giulia, mi saltò addosso contenta, la presi al volo per le cosce, eravamo a nemmeno due centimetri di distanza e lei era bellissima.
<questo posto è stupendo> disse guardandomi felice
<beh da oggi se ti va può essere il nostro posto> le dissi sussurrando, non so perché ma le parole mi uscirono spontanee.
<certo che mi va Chiesa> mi risponde anche lei sussurrando, mi avvicinai sempre di più e l'avrei baciata se il suo telefono non avesse iniziato a squillare.
Lei balzò dallo spavento facendo quasi cadere entrambi.
<ciao mamma cosa c'è, si sono arrivata scusa se non ti ho chiamata, ciao ti voglio bene anch'io, scusa era mia mamma>
< tranquilla> le risposi sorridendo, guardai l'orario erano quasi le cinque e io avevo l'allenamento, lei mi guardò preoccupata
<fede è successo qualcosa?> il mio nome detto da lei era maledettamente bello, Federico concentrati per un secondo o farai tardi.
<si scusa è che sono quasi le cinque e io dovrei andare all'allenamento> lei mi guardò triste
<a meno che non ti vada di venire con me> aggiunsi poco dopo, il suo sguardo da triste diventò entusiasta.
<certo che vengo a vederti, sei il mio giocatore preferito dopotutto> disse lei rimostrandomi il polso e mi aveva rifatto la linguaccia
<ehi tu a me la linguaccia non la fai> dissi scherzoso, iniziai a farle il solletico lei rideva e provava a scappare a un certo punto cademmo entrambi, lei era a cavalcioni sopra di me e continuava a ridere.
La guardavo rapito, probabilmente avevo la faccia da rincoglionito con il sorriso da ebete, ma non riuscivo a smettere di sorridere quando la guardavo.
Smise improvvisamente di ridere e mi guardò fisso negli occhi, i suoi erano marroni con delle evidenti sfumature verdi e fu lì che non riuscì a trattenermi, la presi la nuca spingendola contro di me e la baciai, ci allontanammo solo per prendere fiato.
Giulia mi guardava felice e sorridevamo entrambi come scemi.
<ho una cotta per te da due anni> mi rivelò lei, rimasi basito
<ma come> le chiesi continuando a sorridere
<senti la colpa è tua, sei troppo sexy quando giochi> disse ridendo, iniziai a ridere anch'io
<e tu sei bellissima>
<ridillo> mi disse con tono autoritario
<tu sei bellissima> dissi scandendo con enfasi parola per parola, lei mi baciò e staccandosi disse:
< tu sei bellissimo Chiesa> si alzò in panico
< che hai?> le chiesi con dolcezza
<Fede l'allenamento farai tardi>
Per fortuna avevo il borsone in auto
< andiamo> dissi sorridendo
<ah aspetta un secondo> mi disse lei aprendo il bagagliaio, prese una delle sue valigie e mi guardò
<chiudi gli occhi>mi disse e io lo feci
<posso aprirli?> chiesi dopo pochi minuti
<non ancora> mi disse lei.

POV GIULIA

<Fede ti avevo detto di non aprirli> dissi ridendo, lui mi guardava con la bocca aperta, ero ancora in reggiseno
< e tu volevi privarmi di questa visuale?> mi chiese divertito
< si okay, ora non fare il furbetto e chiudili> Federico chiuse gli occhi e io indossai la maglia, la sua maglia o meglio la maglia con il suo numero.
<aprili> gli dissi, lui mi guardò sbigottito, si alzò dall'auto e mi baciò
<quindi oggi sarai la mia prima tifosa?> mi chiese
<ovviamente Chiesa, oggi e tutti gli altri giorni a venire> dissi con sincerità, lui si limitò a guardarmi felice e andammo verso il campo di allenamento.

Per sempre con te/FEDERICO CHIESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora