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La divisa le sembra più corta del solito.

Tira giù la stoffa finale stando attenta a non romperla.

Il bar intanto è stato ufficialmente aperto.

Dopo pochi minuti,come da copione,l'uomo entra nel locale e siede al solito posto.

Ha dei capelli castani e ricci che gli contornano perfettamente il candido viso dal quale spiccano due intensi occhi verdi,sempre con quel sorriso malizioso sulle labbra e di conseguenze due bellissime fossette.

Quel signore viene qui da quando lei ha cominciato a lavorare in questo posto ma non l'ha mai servito perchè il capo le ha detto che non è da frequentare,certo è stato difficile ignorare i suoi sguardi.

«Matilda»la voce del padrone la fa sussultare

«Mi dica»balbetta

«Dovrai coprire anche il turno di Sarah siccome è malata»la guarda serio

Boccheggia non riuscendo a formulare una frase completa.

«Ci vediamo domani,chiudi e pulisci tu che Michael l'ha fatto ieri»

«Va bene»sospira

Comincia a servire i tavoli tralasciando quello dell'attraente uomo.

Quando va a dare l'ordinazione per il tavolo dieci Michael le fa notare che se non serve lei quell'uomo non lo farà nessuno data la mancanza della collega.

Matilda arrossisce consapevole della discriminazione nei suoi confronti,se è riuscita a servirlo Sarah ci riuscirà anche lei e poi sono solo storie quelle su di lui,vero?

«Buona sera,è pronto a ordinare?»domanda imbarazzata

«Uhm si,gradirei un hamburger con patatine fritte grazie»la sua voce è calda e roca e la ragazza non può fare a me di fantasticarci sopra

Appena torna al bancone si sente più stupida che mai,davvero ha creduto che il riccio fosse un maniaco?!

Le ore passano e anche l'interessante uomo ha lasciato il bar.

'Più lavoro più soldi.' ecco cosa si ripete per non collassare a terra sfinita

Sono le due di mattina e c'è ancora gente che si sta gustando il dolce.

Dopo minuti che sembrano durare ore anche l'ultimo tavolo si svuota.

«Arrivederci»saluta cordialmente al cliente rimasto

Appena chiude il locale si mette ad imprecare ad alta voce e si impegna a non lasciare tutto nello schifo che si ritrova.

'Non combinerai mai niente nella vita'

Basta.

'Anche se muori non mancheresti a
nessuno'

Non ce la fa più.

'Sei una puttana lo capisco?'

Non riesce a mettere a tacere le voci di sua madre nella sua mente.

'Un errore,ecco cosa sei'

Un urlo riecheggia nel locale accompagnato da forti ansimi dovuti all'attacco di panico.

«Non ora,non adesso»urla disperata

Velocemente entra in cucina ed estrae due bottiglie di liquore,neanche si scomoda a leggere il nome sa solo che il gusto è troppo amaro per i suoi gusti.

In poco tempo le bottiglie sono vuote e lei ha dimenticato tutti i suoi problemi.

Adesso per la mente ha solo il bell'uomo anche se non sa il perché.

«Fanculo io qui non pulisco che si fottano»non può che non ridere,la ragazza perfetta ora dice anche le parolacce,wow.

Smette di ridere ricordandosi di una cosa,le chiavi del locale.Dove sono?
Cavolo e adesso come farà tornare a casa?

A queste domande c'è solo una risposta..altro alcool.

Finita l'ennesima bottiglie si giustifica dicendo che è troppo ubriaca per tornare a casa o almeno scovare le chiavi.

In poco tempo si addormenta.

«Brutta puttana che cazzo hai fatto?»urla qualcuno

Mugola e cerca di aprire gli occhi.

Una fitta alla testa la costringere a lamentarsi e poggiarla di nuovo sul bancone.

«Mi stai ascoltando?»la fastidiosa voce del capo accompagnata da un sonoro schiaffo la fa scattare in piedi

Si massaggia la guancia dolorante.

«Sei licenziata non ti voglio più vedere qui.»

«No,questo lavoro mi serve la prego»lo implora

«Avresti dovuto pensarci prima di finire quattro bottiglie di vodka»sputa«E poi cosa vuoi lavorare qui che non sei stata nemmeno in grado di pulire i tavoli!?Via!Vai via!!»

Cerca di controbattere contro il volere del come lo chiama lei 'tiranno' ma i tentativi sono invani.

Si trascina verso lo spogliatoio e raccoglie le poche cose rimaste.

Con lo sguardo basso percorre l'uscio del locale e si incammina verso il piccolo appartamento.

Deve trovare una soluzione.

Decide semplicemente di darsi una lavata.

Ha passato l'intero pomeriggio a pensare a qualcosa da dirgli.

Si mette in ordine la chioma ribelle e sistema la maglia.

Passando davanti ad una vetrina di alcolici si lecca le labbra nel vedere il suo drink preferito.

«Matilda non puoi»si ripete ad alta voce

Torna a camminare quando si pente di non aver guardato il prezzo così corre indietro muovendosi tra la folla.

Appena scopre che è scontato le viene l'idea di comprarlo e metterlo nella borsa,che si ringrazia mentalmente,di averla scelta molto grande.

Dopo poco scorge l'insegna della sua ardita meta e il cuore comincia a batterle all'impazzata così per calmarsi decide di bere un goccino di alcool ma la lussuria del liquido tanto amato la tradisce tanto che in pochi minuti la bottiglia è ormai vuota ed abbandonata sul ciglio della strada.

Entra barcollando e si dirige nello spogliatoio.

«Dove avrà messo la mia divisa quel cazzone?»borbotta

Dopo svariati minuti di ricerca si arrende e va nel suo uffico.

«Dov'é la mia uniforme?»

«Tu non lavori più qui!!Hai capito?»

«Stia calmo signor MiLamentoPerchèMiaMoglieNonMeLaDa e mi dia quel che mi serve per lavorare»esclama

L'uomo raggiunge il colore di un pomodoro e la sbatte violentemente fuori dal suo ufficio

«Ma vai affanculo tu e il tuo locale di merda»urla mentre nel pub,bar,ristorante o qualunque cosa sia cala silenzio

Senza voltarsi indietro esce e si appoggia al muro per poi scivolare a terra e mettere la testa tra le ginocchia.

«Le serve aiuto?»la voce che la chiama può essere di una sola persona

Sugar Daddy ;; hes (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora