DOUBLE TROUBLE

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Quel sabato sera doveva essere un altro sabato come tanti altri sabati. Fabrizio e Cosimo si incontrarono, come spesso facevano ormai da tempo, senza tener conto del fatto che quel sabato sera stava per innescare un conto alla rovescia che li avrebbe visti l'indomani esplodere come cariche al tritolo. 

Solito orario, solito ristorante fuori mano. Entrarono e si misero seduti. Menù in mano, occhi attenti: quelli di Guè alle portate, quelli di Fabrizio ai prezzi. Una candela a centro tavola fumeggiava allegra piegandosi al respiro dei due e al passaggio dei camerieri. Solita roba, tanto che Guè posò il menù subito dopo perché in finale lo conosceva a memoria. Fabrizio, invece, aveva i pensieri concentrati sul valutare cosa fosse aumentato e cosa no. 

«Ogni volta che veniamo qui c'è qualche prezzo che lievita». Fabrizio appoggiò il menù sul tavolo. 

«Lo dici ogni volta che veniamo qui, rilassati eh». Rispose Guè guardandolo. 

E Fabrizio si rilassò, lasciandosi andare alla conversazione, alle risate e, tra un bicchiere e l'altro di vino e la degustazione del cibo ordinato, si rilassò talmente tanto da lasciarsi sfuggire anche qualche occhiata carica di complicità con Guè. Occhiate che sarebbero passate inosservate se non fossero state ricambiate da Cosimo in pieno. 

I due rapper, intendi a passare una piacevole serata, come del resto si stava prospettando che fosse, non notarono affatto il nemico seduto qualche tavolo dopo il loro e che con occhi attenti fissava le spalle di Fabrizio almeno per quanto fissava il volto di Cosimo. 

«Guarda quei due come se la spassano - disse Alessandro parlando con gli amici al tavolo - che poi boh...che si rideranno dico io». 

«E se la ridono sì, quei due hanno fatto tredici da anni, con tutti i soldi che hanno fatto figuriamoci se non ridono, sono due commerciali del cazzo, gli interessano solo i soldi che poi spendono a puttane e in giro per i locali». Disse un amico di Alessandro seduto accanto a lui. 

«Che poi oh, fighe qua e là, poi becchi Guè a cena con Fibra e ti cascano le palle proprio». Disse un altro. 

Quest'ultima frase destò la curiosità di Alessandro Vacca, che tornò a guardare i due rapper con molta più attenzione. In finale, uno aveva una fidanzata storica e l'altro postava foto ogni due per tre con grandi fighe accanto, eppure...

...eppure, stanno a cena soli e insieme... si ripeteva nella testa Alessandro avendo la strana sensazione che qualcosa non quadrasse. 

Non riuscì a non guardarli per il resto della serata: li vide ridere, parlare e notò a tratti quegli sguardi strani che Cosimo sembrava lanciare a Fabri, il tutto gli suonava alquanto strano e tutto gli sembrò ancor più assurdo quando vide Guè pagare di propria tasca il conto. Dettaglio che non sfuggì neanche agli altri amici di Vacca:

«Mortacci di Fibra oh, è il più ricco di tutti quanti e si fa pure pagare il conto, sto tirchio marchigiano del cazzo». 

Alessandro si alzò in piedi come se qualcosa lo avesse folgorato:

«Oh dai, seguiamoli che questi due non me la raccontano giusta a me». 

E così fecero cercando di stare attenti a non  farsi vedere dai due rapper. Alessandro notò che la corsa della vettura guidata da Guè si fermò sotto casa di Fabrizio. 

«Qua ci abita Fabrizio e guarda - indicò con il dito all'amico che aveva accostato poco prima - Cosimo sta parcheggiando proprio eppure lui abita a Lugano». 

«Magari hanno deciso di fumarsi insieme un cannone, no?», replicò l'amico mentre Alessandro li vide scendere dalla macchina per poi attraversare la strada dirigendosi verso il portone del palazzo in cui Fabrizio viveva. 

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