SIAMO IO E TE, UN PRINCIPE E UN RE

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«Vuoi una tazza di caffè?», Cosimo entrò in camera da letto porgendo a Fabrizio una tazzina di caffè caldo. 

Fabrizio si alzò semi seduto sul letto e afferrando con la mano la tazza cercò di nascondere il tremolio dovuto allo stato di panico che provava. 

«Anche se, da come tremi, credo che sarebbe più idonea una vasca di camomilla». Commentò Guè nel vederlo così nervoso. 

«Lasciamo stare eh, che io non sono calmo già di mio, adesso poi...se mi beccassi ora una fulminata per quanto sono elettrico farei vergognare il fulmine della sua poca potenza guarda». Rispose Fabrizio sorseggiando. 

«Devi calmarti invece, mettiamola così: prima o poi ci avrebbero beccato e lo sai, per come funziona questo paese è già tanto che siamo riusciti a nascondere per vent'anni di essere gay senza destare sospetti sul fatto che avessimo una relazione da tre anni». 

Il campanello di casa fece sobbalzare Fabrizio. 

«Oddio, adesso chi sarà mai? No, io non apro eh, vai tu ad aprire che io per miracolo ancora respiro stamattina». 

«Va bene, vado io a vedere chi è alla porta», si incamminò verso l'entrata con Fabrizio a fargli da eco alle spalle:

«Per favore, se dovesse essere qualche paparazzo o cose simili, ti prego non uccidere nessuno». 

Cosimo aprì la porta ritrovandosi davanti Paola visibilmente sul sentiero di guerra, ma quest'ultima non fece in tempo né a dire nulla né a fare un passo in casa, riuscì solo a vedere la porta sbatterle quasi in faccia. Nell'udire la porta che si richiudeva Fabrizio urlò dalla camera:

«Ecco, lo sapevo, è qualche paparazzo vero?».

«No, peggio amore mio, molto peggio...è la tua manager». 

Da quando era iniziata la loro relazione tra Cosimo e Paola non scorreva buon sangue, quest'ultima non perdeva occasione di ricordare a Fabrizio quanto fosse nociva la loro storia e quanto rischiava di perdere semmai si fosse venuta a scoprire; dall'altra parte, Cosimo aveva sviluppato un'antipatia di fondo verso Paola che ormai ne digeriva a malapena l'esistenza in questo mondo. Seppur condivideva il fatto che lei avesse ragione, non sopportava proprio l'idea che passasse tanto tempo con Fabrizio a fargli il lavaggio del cervello, in finale sia lui che Fabrizio erano più che adulti e responsabili, quindi trovava veramente inopportuna la continua invasione di Paola nella testa di Fabrizio, specie perché quest'ultimo aveva già le paranoie che rendevano la vita difficile alla loro relazione. 

«Che fai, chiudi la porta in faccia a Paola? Cioè, è l'unica speranza che abbiamo ora e tu non la fai entrare?», Fabrizio si alzò dal letto per andare in corridoio ad aprire la porta. 

«L'unica speranza? Non la vedo così e lo sai bene...è venuta qui per farti sentire in colpa come sempre, ora la fai entrare e la prima cosa che ti dirà è che aveva ragione e che te l'aveva detto all'infinito dei suoi giorni...io mi faccio un culo tanto per farti vivere bene la nostra relazione mentre lei ti spara addosso ogni volta che ti vede da tre anni perchè sa di fare presa sulle tue paranoie, su i sensi di colpa e via dicendo. Avanti - indicò con un dito la porta di casa - falla entrare, ma ti avverto, lei ha una faccia poco amichevole, so già quello che dirà e questa volta cazzo mi ci trova con tutti i sentimenti a risponderle per le rime eh». 

Fabrizio aprì la porta constatando che effettivamente la faccia di Paola non prometteva niente di buono. 

«Non parlare eh, non fiatare proprio, perchè mi sono sgolata a dirti che sarebbe scoppiato un casino prima o poi». Entrò guardando storto Cosimo per averla lasciata fuori casa. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 19, 2021 ⏰

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