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la sveglia suona "non ci credo"
mi tiro su e mi metto a gambe incrociate sul letto, mi guardo in torno, sono sempre stata una grande osservatrice, riesco a percepire i minimi dettagli di ogni cosa, dal colore più particolare di una farfalla, a i diversi lineamenti delle persone.
degli spiragli di luce entrano dalla finestra e mi accarezzano dolcemente il viso, resto immobile per qualche secondo quando
"isabel facciamo tardi, alzati"

seguo gli ordini di mia madre e mi alzo dal letto a baldacchino che probabilmente non rivedrò più, vi starete chiedendo il perché? no? vabbè ve lo dico lo stesso, io e la mia famiglia ci stiamo per trasferire in Italia.
quando ero appena nata, esattamente 17 anni fa, mia madre decise di trasferirsi a los angeles per seguire mio padre che era nato e cresciuto qui.
pur non essendo mai stata in italia parlo perfettamente l'italiano dato che mia madre lo ha ritenuto fondamentale per il mio futuro.

mi guardo allo specchio e cavolo, faccio davvero schifo, cerco di rimediare togliendomi il pigiama e indossando qualcosa di decente, corro in bagno e apro il mio beauty che avevo già preparato per il viaggio, mi sciacquo il viso, mi lavo i denti e mi trucco leggermente
"isabel muoviti" "sto arrivando mamma" dico esausta
esco dal bagno e prendo le valigie accanto al mio armadio, scendo le scale evitando il mio fratellino noah che sta prendendo più giochi possibili da mettere in valigia
arrivo al piango terra e vado in cucina, prendo di pancakes avanzati da ieri e li ricopro si sciroppo d'acero.
osservo attentamente la mia casa, come nell'intento di stamparmi un immagine nella mente.
quando li vedo lì, in centro al salone abbracciati.
invidio molto l'amore dei miei genitori, mia madre ha mollato il suo lavoro da stilista in Italia per seguire mio padre
da bambina invece delle storie delle principesse, i miei genitori mi raccontavano le loro avventure da giovani, e di come il loro amore li aveva salvati

il suono del campanello mi fa uscire da questo stato di trans, mi alzo con ancora un boccone di pancake in bocca e vado ad aprire.
apro la porta e vedo lei, corro ad una velocità inconcepibile e mi butta tra le braccia di Daisy.
Daisy sarà l'unica persona che mi mancherà, oltre ad essere come una sorella è una delle ragazze più belle che abbia mai visto, è alta, bionda, con due occhi azzurri oceano, ha sicuramente venduto la sua anima al diavolo per avere quel fisico ed ha uno stile pazzesco.
ho trascorso la maggior parte della mia vita con lei essendo vicine di casa, le devo tutto, soprattutto uno psicologo
"mi mancherai tantissimo, prometti però che a natale tornerai" "certo Daisy" le dico stringendola in un abbraccio lunghissimo

"è ora di andare" dice mio padre portando fuori le ultime cose.
usciamo tutti dalla casa in cui sono cresciuta per 17 anni e ci dirigiamo verso la macchina,
saluto per l'ultima volta Daisy con le lacrime agli occhi e salgo in macchina, fortunatamente l'areoporto dista solo 30 minuti di strada, quindi mi dovrò sopportare le lamentele sul troppo caldo o su come mia madre guidi per poco tempo.

apro il mio iPhone, metto le cuffiette, cerco l'ultimo album di Olivia Rodrigo su Spotify e partiamo

eiei
finalmente mi sono decisa di scrivere la mia storia su wattpad
il primo capitolo è davvero breve, ma serve solo ad introdurre il personaggio principale e una parte della trama.
il secondo capitolo uscirà a breve <3

non immaginarlo, VIVILO.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora