XII

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Le giornate passarono velocemente e tutto proseguiva alla perfezione.
Grazie all'aiuto di Nico e di tutti gli altri ragazzi riuscì ad acquistare peso e, con calma, il mio rapporto con il cibo migliorò sempre di più.
La semifinale si stava avvicinando e la tensione dei ragazzi era alle stelle; nulla riusciva a calmarli perciò anche un semplice dialogo diventava impossibile da affrontare.
Quei giorni li passai per lo più con Spina; l'infortunio lo lasciò emotivamente distrutto, anche se, voleva fingere che tutto andasse bene. Non poter finire gli Europei con la squadra lo demoralizzava e l'unica persona che non partecipava "attivamente" ad essi ero io; così ogni giorno lo accompagnavo ovunque, a partire da una semplice colazione fino ad arrivare alla compagnia durante la riabilitazione o durante i controlli dal medico.
Lui per me c'era sempre stato e si meritava tutto il mio appoggio e aiuto. So che in certi momenti avrebbe preferito avere al suo fianco una figura "maschile" ma non era una cosa possibile, in quanto i giocatori facessero fatica a trovare il tempo per stare con lui; erano sommersi da allenamenti e il tempo libero lo passavano per lo più nel letto a riposarsi.
Leo però li capiva e non gli faceva pesare mai il fatto che non avessero troppo tempo da dedicargli.
"T/n, non stai trascurando troppo Nico e gli altri?" mi chiese Spina in camera, stavamo aspettando di andare a fare la riabilitazione, nel mentre i ragazzi avevano l'allenamento "secondo me devi stare anche con loro, capisco che te abbia voglia di darmi una mano ma non sei costretta a farlo" aggiunse lui appoggiando una mano sulla mia spalla.
"Io ti devo stare vicino ora come ora e Nico capirà, come faranno anche tutti gli altri; e alla fine io e lui non siamo niente di ancora confermato"
"Non vuol dire nulla t/n. Anche se non siete ancora ufficializzati devi passare del tempo con lui; è una delle prime volte in cui ti vedo davvero felice quindi non rovinare tutto mia piccola combina guai"
Durante quei giorni, effettivamente, vidi poche volte Nico ma non me ne feci mai un grosso problema; anche se ne ero consapevole non volevo ammettere a me stessa che io e lui fossimo un qualcosa di vero. Non gli risposi, avevo bisogno di pensare così ci avviamo dal medico; oggi Spinazzola avrebbe avuto un'importante visita.
"Quindi Leo come sta?" chiesi al preparatore atletico che si occupava di lui "Stiamo migliorando, il tuo sostegno lo sta aiutando in modo notevole!" guardai Spina e lo andai ad abbracciare, ero felice della cosa e lui pure.
"Dottore tra quanto potrò levarmi tutto questo?" indicando il gesso che gli bloccava la gamba e che non gli permetteva di giocare "purtroppo quello dovrai tenerlo per ancora 3 settimane ma se tutto va bene potrai levarlo anche prima!"
Le cose che ci disse in quella stanza d'ospedale erano bellissime, così prima che terminasse l'allenamento andammo in camera aspettando Fede e Nico, per dargli la buona notizia.
"Sai t/n, questo per me è un periodo tanto buio e non avrei mai pensato che la mia piccolina potesse farmi questo effetto; è bello averti accanto ed è bello poter avere un amicizia così con te" le parole di Spina mi riempirono il cuore, che, ne uscì commosso, mi avvicinai a lui e lo strinsi forte a me.
"Sei una persona fantastica ed io ti prometto che ti starò sempre accanto; ormai sono diventata la tua fisioterapista personale!" dissi facendo scappare una piccola risata, quasi soffocata dal suo corpo, in quanto avevo ancora la testa tra le sue braccia.
In quel momento Nico e Fede aprirono la porta; mi staccai da Leo abbastanza velocemente ma fu troppo tardi. Non so perché mi fossi tolta, sembrava che volessi nascondere qualcosa ma non era assolutamente così, fu solo l'istinto.
Nico saltò addosso a Spina iniziando a strattonarlo per ogni lato della maglietta e urlando parole incomprensibili, si creò il caos in quella piccola stanza.
"Smettila Nicolò!" niente, la mia voce sembrava inesistente come anche la mia presenza "Smettila per favore, non stava succedendo nulla" ancora niente, mi girai a guardare Fede e capì solo ora quanto quella situazione potesse essere fraintesa.
"Non è come pensi"
"Io lo so, ma lui no" indicando Nico mentre stava per riempire di lividi Leo "Smettela!" urlai per l'ultima volta, ma ormai, la mia voce era diventata insignificante.
Me ne andai piangendo, non era un pianto di tristezza ma era un pianto di rabbia che non sapevo come sfogare se non in quel modo; me ne corsi in camera e mi misi sul letto con un cuscino in faccia, cercando di reprimere ogni mio sentimento.
Nico non avrebbe mai dovuto reagire in quel modo, capivo lo stress da pre-partita che, purtroppo, lo portava ad essere spesso nervoso ma questo era diventato troppo anche per lui.

*Nel frattempo in camera*
Fede si avvicinò a Nico cercando di levarlo da sopra il suo compagno di squadra ma ogni tentativo sembrava inutile.
Spina: "Nicolò io e t/n siamo solo amici" urlò mentre cercava di schivare i colpi.
Fede: "Si è vero, se ne è andata piangendo. Per tre volte ti ha urlato di smetterla ma l'hai ignorata completamente; capisco che la scena poteva essere fraintesa ma arrivare fino a questo punto mi sembra esagerato" disse Fede battendo un colpo all'armadio.
Nico mollò la presa e se ne andò dalla stanza, senza aprire bocca.
Fede: "Spina stai bene?"
Spina: "Si, l'avevo solo ringraziata per essere stata con me in tutto questo tempo! Volevamo dirvi che stavo meglio e che tra qualche settimana mi avrebbero tolto il gesso"
Fede lo aiutò a rialzarsi, gli passò le stampelle e continuarono a parlare di quello che era appena accaduto.

Io ero ancora in camera, avvolta in una nube di rabbia e delusione; non avevo la minima voglia di vedere o parlare con Nico.
Avevo già previsto che lui sarebbe venuto a cercarmi, dopo essersi reso conto della cavolata appena compiuta, così me ne andai dalla mia stanza e mi diressi verso quella di Ciro; lì non mi avrebbe mai cercata e loro sarebbero stati in grado di tirarmi un pò su il morale.
"Ciao ragazzi" avevo ancora gli occhi rossi ma cercai di non farci caso, speravo non se ne accorgessero "ei, chi si rivede" mi disse Lorenzo dandomi una pacca sulla spalla.
"Che hai?" mi chiese Gigio, mi sarei aspettata quella domanda; lui faceva caso a tutti i dettagli e quando notava un qualcosa di storto trovava il modo di riaddrizarlo e in quel momento, di storto, c'era solo il mio sorriso.
"È successo un casino" a quelle semplici parole scoppiai a piangere e mi buttai tra le sue braccia "Ei raccontaci, ci pensiamo noi a te"
Mi sedetti sul letto e gli raccontai tutto, compresa la storia che era nata tra me e Nico.
"Principessa se lo ha fatto è perché ti ama" disse Ciruzzo cercando di trovare il lato positivo anche in quella situazione "Esatto, ha sbagliato ma avrà pensato subito al peggio e si è fatto prendere dalla rabbia" aggiunse Lorenzo.
"Si, sai agli allenamenti ultimamente è sempre stressato e porta mal umore a tutta la squadra; non ti sto dicendo di capirlo o di fare finta che non sia successo nulla ma prova a non arrabbiarti come faresti normalmente" disse Gigio, e forse aveva ragione ma in quel momento non sarei mai stata in grado di gestire una discussione quindi restai da loro e mi feci portare la cena in camera.
"Vi prego non dite a Nicolò che sono qua, ho bisogno di tempo"
"Certo e mi raccomando, mangia!" mi disse Lorenzo prima di chiudere la porta alle sue spalle. Ero rimasta sola in quella stanza e avevo tutto pressoché fame, presi il piatto e buttai tutto il cibo nel water; una sera non mi avrebbe cambiato la vita.
Dopo circa un oretta i ragazzi tornarono e mi dissero che Nico si stava preoccupando per me.
"In mensa ti ha tenuto del cibo da parte e sta entrando in tutte le camere per vedere se ti trovi la; verrà anche da noi e a quel punto dovrai parlarci" mi disse Gigio con tono deciso "Si, lo farò" aggiunsi io rassicurando i ragazzi.

*Toc Toc*
"Ragazzi sono Nico, apritemi sto cercando T/n!"

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