Girai tutta la notte correndo in moto.
Le lacrime ai miei occhi non smisero di scendere neanche un secondo.
Alle cinque del mattino, con la testa dolorante per il pianto, bussai a casa di Hyunjin.
Felix era lì con l’altro, non dovetti dire nulla, venni accolto in un caldo abbraccio dai due, che rimasero in silenzio senza chiedere spiegazioni fin quando io, alle sette, smisi di piangere e presi parola.<Mi sono dichiarato.> Dissi, tirando su con il naso.
I due si avvicinarono a me.
<Cosa è successo?> Chiese Felix.
Io cominciai con il racconto, dopo venti minuti finii, scoppiando a piangere di nuovo.
<M-mi ha s-solo d-det-to “mi dispiace” Perché, cosa c’è che non va?> Ora la tristezza lasciò spazio alla rabbia.
<Perché si comportava così dolcemente con me e poi…> Mi misi le mani tra i capelli, <Ero sicuro potessi essere ricambiato…sembrava tutto così perfetto insieme a lui. Cosa vuol dire “mi dispiace”, ma cos’è uno scherzo? Mi ha solo preso in giro.> Volevo davvero potermi arrabbiare e odiarlo.
La verità era che faceva solo che male.Tre mesi.
Tre fottutissimi mesi.
Han Jisung era sparito.
Non veniva più a scuola, non lo trovavo nemmeno a casa.
In quei mesi credevo che la mia cotta fosse passata, mi sbagliavo.
Un giorno il mio amore per lui scoppiò di nuovo nel mio cuore.
Lo vidi.
Di nuovo lì steso con gli occhi chiusi nel laboratorio di scienze biologiche.
Sembrava di nuovo la prima volta, e come la prima volta mi rinnamorai di lui.
Credevo che avrei riavuto il mio angelo indietro, la mia gioia si trasformò in preoccupazione quando il ragazzo cominciò a tossire.
Si alzò in panico, tossendo sangue. Non respirava bene.
<Jisung!> Scattai quando lo vidi tenersi la gola con una mano.
<Santo Dio! Jisung!> Non smetteva di sputare sangue.Il mio angelo…stava morendo, appassendo come un fiore.
Passai ben due volte all’ospedale aspettando che Jisung si svegliasse.
Avevo paura.
Dopo così tanti mesi l’ultima immagine che avevo della persona che amavo era quella di lui in un coma parziale in un ospedale.
Avevo una sola ora al giorno per stare con Jisung e il giorno che veniva era uguale al precedente:
Io entravo, per dieci minuti lo guardavo in silenzio, per altri venti piangevo e il restate parlavo da solo raccontandogli quanto i mesi senza di lui fossero stati tristi e vuoti.
Ogni giorno portavo dei fiori per lui.
Jisung amava i fiori, soprattutto quelli bianchi.Un venerdì dopo una settimana, portai una pianta che Jisung nominava sempre, credo fosse la sua preferita.
Posai l’orchidea bianca sul comò accanto al lettino e sospirai.
<Jisung.> Iniziai, <non hai idea di quanto mi manchi.> Piansi nuovamente.
<Non penso finirò mai le lacrime per te.> Confessai.
<Ti prego Jis…svegliati…> Lo pregavo ogni volta.
Posai la testa sul lettino e continuai a piangere stringendo la mano del ragazzo .
<Ti prego torna da me, non mi hai neanche dato la possibilità di mostrarti il mio amore. Jisung, non lasciarmi…> Lo ripetevo sempre.Io avevo bisogno di lui.
<H-hyung…> Una voce flebile mi chiamò.
Quella era la sua voce…era lui.Alzai il capo in fretta e urlai.
<Jisung!> Lo vidi lì, gli occhi socchiusi, il suo viso ormai pallido e le sue guance sciupate.
<Jisung…> Mi buttai sul suo petto e scoppiai in un pianto isterico.
<Jisung non farlo mai più ti scongiuro, cos’hai? Non mi hai mai detto nulla. Perché?> Lo stringevo a me, mi era mancato.
Una sua mano toccò i miei capelli.
Quel tocco mi distrusse, era un sensazione che mi era mancata, come se fino a quel momento non avessi respirato.
<Minho…mi dispiace-> Non di nuovo.
<No! Non lo dirai ancora per poi sparire. Dov’eri finito??> Sbottai.
Mi guardò con gli occhi lucidi.
<Minho, non volevo farti del male…> Ed era una spiegazione?
<Lo hai fatto comunque. Ti amo idiota, non scherzare. Che cazzo hai??> Non ce la facevo più.
<Non…non amarmi.> Mi si gelò il sangue.
<Non amarmi, ti farà solo più male, quando non ci sarò più…> Cominciò a piangere.
<Cosa vuol dire? Jisung smettila di dire cazzate->
<Minho sto morendo!>
Il silenzio calò nella pallida stanza.<C-cosa…> Non volevo capire. Non poteva essere vero…
<Minho ti prego, lasciami andare->
<Quanto hai?> Spezzai la sua frase, schietto.
Mi guardò confuso, continuando a piangere.
<Quanto hai Jisung, rispondimi.>
<Sei mesi…> Sussurrò.
<Ti sposerò in questi sei mesi.>
<Minho cosa dici, ti prego non-> Lo interruppi di nuovo.
<Non sto scherzando. Tu sei sparito per quasi quattro mesi portandoti via del tempo in cui avrei potuto amarti e averti con me. Ora, non mi interessa, io recupererò i mesi che mi hai fatto perdere e alla fine ti sposerò.>
Mi guardava senza parole, scuotendo il capo.
<Perché sei così testardo?> Tirò su con il naso.
<Perché ti amo, e lo farò per sempre.> Mai stato più sincero di così.Finalmente, dopo tanto tempo, lo feci di nuovo. Ci guardammo e la voglia fu reciproca.
Le nostre labbra si incontrarono di nuovo, sempre più dolci.
Tutto di lui mi era mancato.
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𝙾𝚁𝙲𝙷𝙸𝙳𝙴𝙰 𝙱𝙸𝙰𝙽𝙲𝙰 - 𝘔𝘪𝘯𝘴𝘶𝘯𝘨
FanfictionLee Minho e Han Jisung, la loro storia e di come si innamorarono sempre e per sempre. ------ questa storia contiene: ・boy x boy (don't like don't read) ・argomenti delicati (tw: malattie fisiche) ------ Spero potrà piacervi leggerla tanto quanto a m...