Capitolo{1}
~Jorge~
All'inizio pensai che il martellare che sentivo in testa fosse il mio cervello che cercava di uscire dal cranio dopo i dieci shot di Crown Royal o giù di lì che mi ero scolato la notte prima,ma poi mi resi conto che eri il rumore di qualcuno che si spostava come una furia per il mio appartamento. Lei era lì,e con terrore mi ricordai che era domenica. Nonostante tutte le volte che glielo avevo detto,la scortesia nei suoi confronti,o la condizione devastata è impresentabile in cui mi trovava,ogni domenica mattina lei si presentava e mi trascinava a casa per il brunch. Un gemito soffocato dall'altra parte del letto mi fece ricordate che la sera prima non ero rientrato solo dal locale. Non che mi venisse in mente il nome della ragazza,il suo aspetto o se rientrare barcollando con me nel mio appartamento fosse valsa la pena. Mi passai una mano sul viso e allungai le gambe oltre il bordo del letto proprio nell'istante in cui la porta si spalancò. Non avrei mai dovuto dare la chiave a quella mocciosetta. Non mi preoccupai di coprirmi; era abituata a entrare e trovarmi nudo con i postumi di una sbronza-non vedevo perché quel giorno dovesse essere diverso. La ragazza dall'altro lato del letto si girò e guardo con gli occhi strizzati la nuova arrivata,che si era unita alla nostra festicciola.« Mi pareva che avessi detto che eri single.». Il suo tono d'accusa mi fece rizzare i peli sulla nuca. Una ragazza disposta ad andare a casa con uno sconosciuto per una notte di sesso senza impegno non aveva il diritto di sparare giudizi sopratutto se ancora nuda e nel mio letto. « Dammi venti minuti.». Mi passai una mano tra i capelli arruffati mentre la mora sulla porta sollevava un sopracciglio. « Te ne do dieci.». Avrei alzato anch'io un sopracciglio per il suo tono e l'atteggiamento,ma la testa mi sta uccidendo e comunque sarebbe stata fatica sprecata con lei; era fon troppo immune alle mie stronzate.« Preparo il caffè. Ho già invitato Diego ma ha detto che deve andare in studio per un appuntamento. Ti aspetto in macchina.». Giro sui tacchi e,di colpo,la soglia rimase vuota. Mi sforzai di alzarmi,scrutando il pavimento in cerca dei pantaloni che avevo abbandonato la notte prima.« Che succede?.». Mi ero temporaneamente scordato della ragazza nel mio letto. Imprecai sottovoce e mi infilai una maglietta nera dall'aria abbastanza pulita. « Devo andare.».« Cosa?.». La osservai accigliato mentre si metteva a sedere con il lenzuolo premuto al petto. Da quel che vedevo,era carina e aveva un bel fisico. Chissà cosa le avevo proposto per convincerla a venire a casa con me. Non mi era dispiaciuto svegliarmi accanto a un tipo come lei quella mattina. « Devo andare in un posto e ciò significa che tu devi alzati e uscire. Di solito il mio coinquilino e in casa e potresti restare ancora un minuto,ma è dovuto andare a lavoro,quindi muovi quel bel culo e vattene.».«Mi prendi in giro?» farfugliò. Le lancia un'occhiata mente recuperavo le mie vans sotto una pila di vestiti da lavare e me li infilavo. « No.».« Che razza di stronzo si comporta così? Nemmeno un grazie per ieri notte,sei fantastica,ti va di andare a pranzo?Che cazzo,solo vattene?». Sposto di lato il lenzuolo e vidi che aveva un bel tatuaggio sulle costole. Probabilmente era stato quello ad attrarmi nel mio torpore alcolico. « Sei proprio un bel tipo,sai?.». Ero molto più che un semplice bel tipo,ma non era necessario che quella pollastra,solo una delle tantissime,lo sapesse. Imprecai in silenzio contro Diego. Il mio coinquilino era il massimo,eravamo amici fin dalle elementari e in genere potevo contare su di lui la domenica mattina,quando dovevo filarmela,ma mi ero scordato del pezzo che doveva finire quel giorno. Il che significava che dovevo cavarmela da solo nel buttare fuori la bambola della notte prima e dando una mossa prima che la mocciosa se ne andasse senza di me,procurandomi un mal di testa molto più forte di quanto potessi sopportare nello stato in cui mi trovavo.« Ehi,com'è che ti chiami,comunque?.». Se prima non era arrabbiata,adesso era furiosa. Si rimise una gonna nera cortissima una canottiera minuscola. Si riavviò l'ammassi di capelli tinti di biondo e mi lanciò uno sguardo truce con gli occhi macchiati di mascara.« Stephie,non ti ricordi?.». Spalmai del gel tra i capelli e mi spruzzai di profumo per mascherare l'odore di sesso e alcol che di certo avevo appiccicato addosso. Feci spallucce r attesi mentre mi passava davanti,saltellando su un piede per infilarsi i tacchi che gridavano sesso. « Io sono Jorge.». Le avrei dato la mano ma mi pareva stupido,perciò mi limitai a indicare la porta dell'appartamento e andai in bagno per togliermi il sapore stantio di whisky dalla bocca. « In cucina c'è del caffè,forse dovresti scrivermi il tuo numero così posso chiamarti un'altra volta. La domenica non è un buon giorno per me.». Non avrebbe mai potuto capire quanto fosse vero. Lei mi guardò in cagnesco e batte la punta di una delle scarpe fantastiche.« Non hai la minima idea di chi sono,vero?.». Questa volta?nonostante la testa che pulsava,sollevai un sopracciglio e la guardai con la bocca piena di schiuma di dentifricio. Rimasi così fino a quando disse con voce acuto,indicandosi il fianco.: «Dovresti ricordarti almeno questo!.». Non c'era da stupirsi che il suo tatuaggio mi piacesse tanto,era uno dei miei. sputai il dentifricio nel lavandino e mi ispezionai allo specchio. Avevo un aspetto orribile. Avevo gli occhi lucidi e cerchiati di rosso,la pelle grigia e un succhiotto dalle dimensioni del Rhode Island sul lato del collo. Mia madre l'avrebbe adorato,così come sarebbe impazzita per l'aspetto attuale dei miei capelli. Folti e scuri al naturale. I miei avevano un problema con l'inchiostro che mi ricopriva le braccia e mi risaliva si entrambi i lati del collo. Non c'è niente che potessi fare per migliorare lo straccio che mi guarda dallo specchio,perciò uscii dal bagno in modo furtivo e senza troppe cerimonie afferrai la ragazza per il gomito e la spinsi verso la porta. Doveva imparare ad andare a casa loro invece di portarle da me,così sarebbe stato molto più semplice.« Senti,devo andare in un posto e l'idea non mi piace particolarmente,pericolo che tu te ne stai qui a fare di matto facendo una scenata mi fa solo incazzare di più. Spero che tu ti sia divertita ieri notte e puoi lasciarmi il tuo numero,ma sappiamo entrambi che la possibilità che ti chiamo rasentano lo zero.Se non vuoi farti trattare come una merda,forse dovresti smetterla di andare a casa dei tipo ubriachi che non conosci. Fidati,a noi interessa una cosa sola e la mattina dopo l'unica cosa che vogliamo è che ve ne andiate senza fare storie. Ho mal di testa e penso che vomiterò,in più dovrò passare la prossima ora in macchina con una persona che mi detesterà in silenzio e tramerà tutta contenta la mia morte quindi,seriamente,possiamo risparmiarci tutte queste scene e darci una mossa?.». Ormai ero riuscito a portarla nell'ingresso del palazzo. Vidi lei nella BMW con il motore al minimo parcheggiata accanto al mio furgone. Era impaziente e se ne sarebbe andata se avessi perso altro tempo. Rivolsi a Stephie un mezzo sorriso e un'alzata di spalle,dopotutto non era colpa sua se ero uno stronzo e se persino io sapevo che si meritava di meglio che essere liquidata in modo tanto brusco.« Senti,non prendertela,so essere un bastardo affascinante quando mi ci metto. Di certo non sei la prima e non sarai nemmeno l'ultima a dover assistere a tutto questo. Sono contento che il tuo tatuaggio sia venuto alla grande e preferirei che mi ricordassi per quello piuttosto che per ieri notte.». Saltellai giu dagli scalini senza guardarmi indietro e aprii lo sportello della costosa BMW nera. Odiavo quella macchina e odiavo il fatto che si adattasse così bene a chi la guidava. Gli aggettivi elegante,slanciata e cara si potevano benissimo usare per descrivere la mia compagna di viaggio. Mentre uscivamo dal parcheggio,Stephie strilló contro di me e mi fece un gestaccio. La mia autista alzò gli occhi e mormorò tra i denti.:« Che classe.». Era abituata alle scenate delle ragazze quando le buttavo fuori la mattina dopo. Una vita aveva persino dovuto sostituirle il parabrezza perché una mi aveva mancato lanciandomi un sasso mentre mi allontanavo. Spostai il sedile per sistemare le gambe e appoggiai la testa al finestrino. Era sempre un tragitto lungo e penosamente silenzioso. A volte,come quel giorno, ne ero grato, altre mi dava davvero sui nervi. Eravamo una presenza fissa nella vita l'uno dell' altra sin dalle medie; Lei conosceva ogni mio punto forte e debole. I miei genitori la adoravano come se fosse figlia lei e non esitavano a dire che il più delle volte preferivano la sua compagnia alla mia. Con tutte le cose,sia belle che brutte,che condividevano,si poteva pensare he riuscissimo a chiacchierare per qualche ora senza difficoltà.« Mi lascerai sul finestrino tutta iella porcheria che hai nei capelli.». La sua voce non si addiceva alla sua persona; fra tutta whisky e sigarette,mentre lei era tutta champagne e seta. Mi era sempre piaciuta,quando andavamo d'accordo,potevi ascoltarla parlare per ore. « Te lo farò pulire.». Storse il naso. Chiudi gli occhi e mi misi a braccia conserte. Ero pronto per un tragitto in silenzio,ma a quanto pareva quel giorno lei aveva qualcosa da dirmi,perché non appena imbocco l'autostrada abbassò la radio e pronuncio il mio nome: «Jorge.».
Girai un po' la testa di lato e aprii di uno spiraglio un occhio. « Tini.». Il suo nome era strano proprio come lei. Era pallida,con i capelli castani poco biondi sulle punte e gli occhi di un color nocciola enormi che ricordavano due mele Granny Smith. era magra,di trenta centimetri buoni più bassa del mio metri e novanta,ma aveva delle curve da paura. Era il tipo i ragazza che i maschi guardavano perché non riuscivano a farne a meno,ma non appena lei rivolgeva il suo sguardo freddo verso loro età chiaro che non avevano la minima chance. Emanava irraggiungibilità proprio come certe altre trasudavano " sono qui,prendimi." Lei sospirò e vidi una ciocca di capelli volteggiarle davanti alla fronte. Mi guardò con la coda dell'occhi e io mi irriggidii nell'accorgermi di quanto stringesse il volante con le mani.Angolo autrice✨
Primo capitolo fatto✔️
È abbastanza lungo?. Qui vediamo una piccola scena di una delle tante domeniche mattina di Jorge,dove si vede chiaramente che Stephie non è la prima ragazza che si porta a letto Jorge scordandosi il nome il giorno dopo. Vediamo una figura sconosciuta interrompere questo momento abituale di Jorge,scoprendo che è proprio lei la nostra Martina. Dove lo dovrà portare Martina? lo scoprirete nel prossimo capitolo. Scusate per eventuali errori. Ricordo che è ispirato al libro "oltre le regole"
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oltre le regole
RomanceOltre le regole Tini Stoessel è la tipica brava ragazza di buona famiglia. Sa cosa i suoi genitori si augurano per lei :'voti eccellenti,un lavoro come medico,un ragazzo benestante e rispettoso che la conduca all'altare. Eppure,da sempre, Tini è att...