Everything Returns //Larry Stylinson, One Shot

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Ed eccomi seduto in cucina con un bicchiere d'acqua in mano a riflettere su quanto fossi cambiato.

Come sempre.

Qualche anno fa non mi sarei mai immaginato che potessi finire in queste condizioni, perdipiù per un ragazzo.

Semplicemente non sono così, non mi comporto in questo modo ma...beh, in realtà è cambiato molto in questi anni.

"Ciao Harry" biascicò un ragazzo dai capelli mori, salutandomi in imbarazzo. Aveva tutti i vestiti stropicciati e i capelli in disordine.

"Ciao Alex" dissi, ricambiando il saluto.

Sentì la porta di casa chiudersi rumorosamente e poi il silenzio. Adesso ero solo.

Sorseggiai il mio bicchiere d'acqua ripensando alla serata appena passata. Di certo ieri non era mia intenzione andare a caccia di ragazzi ma, beh, se mi si presentavano di fronte con la voglia di divertirsi non gli dicevo di certo di no.

A ripensarci bene, ero stato io a presentarmi ad Alex. È un ragazzo davvero dolce e timido e appena l'ho visto, con il suo aspetto gracile e da ingenuo, non ho potuto fare a meno di conoscerlo.

Mi ricordava molto....no, ho chiuso con i ragazzi. Con tutti. Lui fa parte del passato e continuerà ad esserlo.

Mi passai una mano sul viso, tentando invano di svegliarmi un pò. Feci correre una mano tra i capelli spettinati.

Decisi di farmi una doccia e perciò salì le scale, diretto in bagno. Mi diedi un'occhiata allo specchio. Occhiaie molto evidenti e...Dio, i capelli erano messi molto peggio di quanto pensassi: indomabili e orribilmente sparpagliati ovunque. Beh, per questo forse avrei dovuto dare la colpa ad Alex.

Mi lavai, togliendomi di dosso l'odore di sesso e ripensando a quanto fosse stata piacevole la serata appena passata.

Forse...forse lo stavo dimenticando davvero. Scossi la testa, togliendomi di testa quei pensieri fastidiosi.

Uscì dalla doccia, mi asciugai e avvolsi un asciugamano attorno al corpo. Anche se ero solo in casa, mi vergognavo lo stesso a girare nudo per casa.

Andai in camera mia e mi vesti semplicemente con una maglietta grigia e dei jeans neri.

Oggi non volevo restare chiuso in casa, volevo girovagare un pò per le strade ed andare a fare colazione in centro.

Misi perciò il cappotto, uscì di casa e scesi le scale del condominio in cui vivevo, facendomi poi accogliere dal freddo invernale della città. C'era ancora un cartello con su scritto "vendesi" in bella vista, ma ormai tutti ci avevano perso le speranze: nessuno avrebbe mai comprato quel costoso appartamento in centro.

Mi piaceva camminare con una meta ben precisa in testa o semplicemente andare in giro senza aver una minima idea di dove fossi diretto. Diciamo che mi piaceva camminare e basta.

Il bar in cui di solito andavo era uno di quelli accoglienti e colorati, che subito attirava l'attenzione dei passanti e che ti invogliava ad entrare, anche se sapevi che avevi altro da fare piuttosto che passare una mattinata in un locale.

O perlomeno, questo era quello che succedeva sempre a me.

Entrai senza esitazione e mi diressi al mio solito tavolo, vicino al vetro. Pochi minuti dopo una cameriera si avvicinò e mi chiese cosa volessi. Gli risposi, optando per una colazione semplice e leggera, e subito dopo la biondina corse via, non senza farmi un occhiolino.

Ghignai. Lo sapevo di essere attraente, ma non capivo come alcune persone potessero essere così insistenti. Continuava a provarci con me nonostante le avessi detto più volte che non fossi interessato. Insomma, ero pur sempre un ragazzo consapevole delle proprie scelte, non andavo letto con tutti.

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