"Quindi mi stai dicendo che ti sei perdutamente innamorata del mio compagno di squadra?"
sbuffo per la venticinquesima volta alla domanda del mio compagno di corso e amico Giovanni.
"ti giuro che se non ti zittisci ti faccio male alla gamba da non farti giocare più per altri 4 mesi"
"no grazie, già due settimane a casa mi sono bastate" esclama nervoso toccandosi la gamba destra rimasta una settimana e mezza fa vittima di un infortunio
"quindi oltre me, chi lo sa?"
"Giovanni cazzo nessuno sa e deve sapere niente, PERCHE' NON ESISTE NULLA" Assumo sempre sotto voce un tono autoritario per far chiudere la bocca ad uno degli amici più stretti del soggetto della discussione.
il giorno prima l'allenamento era andato abbastanza bene se non che, alla fine, le mie amiche non hanno avuto neanche il coraggio di chiedere il numero di telefono al ragazzo per il quale eravamo andate.
"Stasera ci sarà una festa, forse verranno anche un paio di loro"
"mi spieghi come fai a saltare da un argomento all'altro con questa velocità?"
Giovanni fa spallucce mentre continua a scarabocchiare sul quaderno al posto di prendere appunti
"non penso di venire comunque, ho un sacco da studiare"
neanche il tempo di finire la frase che il suo sguardo assassino si posa su di me aspettando un cambio di risposta
"mi hai detto di no anche la volta prima, e quella prima, e quella ancora prima"
Sbatto la testa sul banco maledicendomi di aver rivolto la parola a questo ragazzo due mesi fa, periodo in cui ci siamo conosciuti e in cui mi sono trasferita per frequentare l'università
"ci sarà pure lui?"
"se per lui intendi il mio amico super bello Federico; penso proprio di si ma ovviamente a te non interessa minimamente la sua presenza vero?" afferma sarcasticamente alzandosi di scatto dalla sedia sentendo la fine della lezione
"Giovanni, amore mio, ti odio tantissimo"
"certo, anch'io. ricordati di arrivare con le altre per le 23:30 PUNTUALI" urla iniziando ad uscire dall'aula ma da parte mia si becca solo un dito medio che ricambia prima di mettere gli occhiali da sole e uscire definitivamente dalla mia vista.
in realtà, anche se tendo particolarmente a nasconderlo, tengo molto a quel ragazzo. Certo, sicuramente due mesi solo davvero pochi per definirlo amico per la pelle, ma sin da subito si è dimostrato simpatico e divertente senza darsi troppe aree o pregiudizi aiutandomi addirittura ad integrarmi facendomi conoscere un sacco di amici suoi, e non sono così pochi. E così come le mie attuali amiche che le conosco praticamente da quando dalla Sicilia mi sono trasferita in questa magnifica città per cambiare vita e iniziare l'università altrove.
La sera fa abbastanza freddo, così decido di mettere un vestitino argentato con le maniche lunghe e dopo aver sistemato la borsa esco da casa e ad aspettarmi c'è Giulia sulla sua nuovissima audi che probabilmente non vede l'ora di mostrare al mondo
"sei carica per stasera?" mi domanda Sofia sbucando dal sedile posteriore della macchina
"carichissima a dimenticare il mio nome."
Ridono tutte, me compresa.
La mia però non è una risata spontanea, una di quelle che si fa di cuore, e non perché non volessi farla; semplicemente mi sento un peso sullo stomaco come se stessi andando incontro alla morte e forse quella morte ha pure un nome e cognome.Improvvisamente mi maledissi di non aver messo qualcosa di più leggero sentendo un calore sbucare dal nulla e invadere tutto il corpo e andò ancora peggio quando alzando gli occhi dal finestrino notai che eravamo appena arrivate.
Il luogo è mozzafiato, anche se non so esattamente in quale zona della città siamo, purtroppo fino ad adesso non ho avuto modo di conoscerla per intero.
"Chiara vuoi stare sulla macchina per tutta la sera o ci dai l'onore della tua presenza alla festa?"
Ridacchio rendendomi conto che già tutte sono scese dalla macchina e mi guardano con finte facce severe, ormai avevo capito da un pò di tempo la loro ironia, quella che di certo manca a me.
"ecco Giovanni, è proprio lì" lo indico cercando di farci spazio tra la folla che accerchiava lui e i suoi amici
"chiara aspetta" mi ferma Giulia facendomi girare verso di lei
"porca merda"
"quella è proprio un intera squadra di calcio, QUELLA squadra di calcio"
Deglutisco alla frase di Sofia, e rigirandomi lo vedo.
Federico Chiesa. Numero 25 della Fiorentina con gli occhi puntati sui miei.
ASPETTA.
CON GLI OCCHI PUNTATI SUI MIEI.
"Chiara, ragazze, venite forza"
Distolgo con fatica lo sguardo da Federico per puntarlo a quello di Giovanni.
Nessuno sembra essersi accorto di nulla quindi lo raggiungo velocemente mentre le altre mie amiche si presentano agli altri giocatori
"giuro su Dio che ti rompo una gamba"
"ahhahahah non sei contenta per la sorpresa?"
"LUI. NON. È. UNA. SORPRESA"
sbuffo dandogli le spalle e iniziando a presentarmi ai suoi amici fino a quando, all'ultimo, arriva il suo turno
"piacere Federico"
"Chiara"
Dopo avergli dato la mano mi sorride.
Un sorriso dolce e sincero ed io non posso far almeno di ricambiare trasformando la mia inutile ansia in una scossa di adrenalina in vista della serata che ci aspetta.