Quando Theo uscí dall'ospedale sentí il suo cuore, quello di sua sorella, pesante.
Sentí tutte le emozioni che aveva represso per tutti quegli anni, tutto il dolore.
Senti gli occhi pizzicare e sapeva che aveva le lacrime agli occhi ma non si permise di lasciarsi sfuggire neanche un singhiozzo, non qui.
Si avvió a passo svelto verso il suo camion, senza guardarsi mai indietro e mise in moto.
Aveva la vista annebbiata dalle lacrime, non aveva davvero una meta, ma nonostante ció il suo cervello lo portó di nuovo lí.
Uscí dal camion avvicinandosi al ponte e guardando il torrente.
Era passato un po' di tempo dall'ultima volta che era stato qui, dall'ultima volta che aveva deciso di dedicare un po' di tempo a se stesso.
Solo quando fu lí, le lacrime iniziarono a uscire automaticamente dai suoi occhi, rilasciando tutta quella pressione e quel dolore che lo opprimevano.
"Mi dispiace Tara, io..." singhiozzó senza nemmeno sapere come formulare una frase completa.
Strinse le mani attorno al legno osservando il torrente.
"Theo..." sentí la sua voce chiamarlo in un sussurro.
I suoi muscoli si mossero automaticamente.
Si sedette sul ponte, guardando l'acqua gelata.
"Theo..." lo chiamó ancora, invitandolo a buttarsi e a raggiungerla.
Se si fosse buttato, sarebbe affondato, non sapeva nuotare, non aveva mai imparato da piccolo e dalla morte di Tara aveva sviluppato una seria paura dell'acqua.
Chiuse gli occhi cercando di immaginare il volto angelico di sua sorella, come sarebbe adesso.
Se fosse viva, adesso avrebbe appena vent'anni, se la immaginava già come la ragazza che tutti vorrebbero, con i suoi lunghi boccoli rossi, gli occhi verdi e quelle lentiggini sulle guance e sulle spalle.
Pian piano si lasció scivolare dal ponte e il suo corpo entró in collisione con l'acqua gelata del torrente.
Chiuse gli occhi, cullato dalla voce di sua sorella che lo attirava mentre i suoi polmoni venivano privati dell'aria e il suo corpo iniziava a diventare freddo, proprio come l'acqua.
Sentí la sua schiena colpire il fondo del torrente e sentiva di star per perdere finalmente conoscenza.
Ció peró non avvenne, al posto di sentire la coscienza andare via man mano che i minuti passavano, sentí qualcosa di caldo afferrare i suoi fianchi e povo dopo sentí i suoi polmoni rigenerarsi.
Aprí gli occhi di scatto prendendo un respiro profondo e tossí, sputando l'acqua che aveva nei polmoni.
"Porca puttana, Theo!" la voce di Liam lo raggiunse.
Si giró nella sua direzione, guardando il viso del lupo che lo osservava tra il preoccupato e l'arrabbiato.
"Liam...?" chiese esitante, che ci faceva Liam qui?
"Si, grandissimo coglione!" esclamó arrabbiato "Cosa pensavi di fare, eh?"
Liam avvolse un braccio attorno alla sua spalla, avvicinandolo al suo petto.
"Non farmi piú prendere spaventi del genere, stronzo!" esclamó.
"Che ci fai qui?" chiese sotto shock.
"Bel modo di ringraziarmi per averti appena salvato dal suicidio, stronzo!" disse lui in risposta.
"Puoi smetterla di insultarmi?"
"No! Cosa ti é saltato in mente? Perché? Cosa sarebbe successo se non fossi arrivato in tempo?" disse completamente arrabbiato.
"Non lo so, okay? Io...non so cosa mi sia preso, non volevo farlo, i miei muscoli si sono mossi da soli e..."
"L'Anuk-Ite sta avendo un effetto diverso su di te, non é vero?" chiese addolcendo lo sguardo "Puzzi di paura, Theo tu...sembri terrorizzato"
"Lo sono" ammise con voce tremante "E penso che aver assorbito il dolore di Gabe non abbia aiutato"
"A proposito di questo, sei stato fantastico" gli sorrise, rilassando completamente i muscoli del viso.
"Liam..."
"Si?" chiese il lupo scostandogli qualche ciocca bagnata dalla fronte.
"Ho freddo" disse in un sussurro.
Liam sbuffó, quasi divertito.
"Si, il tuo corpo é congelato, di solito é quello che succede quando ti butti in un torrente gelato in piena notte" disse con ancora un pizzico di fastidio nella voce.
Liam si staccò per poi poggiargli la sua coperta sulle spalle.
Theo gli lanció un'occhiata, vedendo che aveva indurito di nuovo lo sguardo.
"L'ho trovata nel tuo camion mentre cercavo di capire dove fossi finito, prima di scoprire che fossi nel fondo del torrente" spiegó "Insieme ad un borsone"
Theo lo guardó consapevole.
Liam sapeva, sapeva che era senzatetto.
Non ebbe neanche il tempo di dire una sola parola che si rotrovó sollevato da terra e tra le braccia di Liam.
"Che stai facendo?" chiese.
"Ti porto a casa con me, ovviamente" rispose ovvio "E non accetto un no come risposta, soprattutto adesso, non mi fido a lasciarti da solo neanche cinque secondi, sono stato chiaro?"
"Cristallino" sospiró.
"Dammi le chiavi del tuo camion" disse.
Theo scavó nella sua tasca senza dire niente e gliele diede.
"Fai attenzione alla mia Lola" disse serio.
"Hai dato davvero un nome al tuo stupido camion?" chiese alzando gli occhi al cielo e avviandosi al camion di Theo.
"Il mil camion non é stupido, tu lo sei" disse Theo arricciando le sopracciglia.
"Bene" sbuffó Liam posandolo sul posto del passeggero per poi andare al posto di guida e mettere in moto.
***
Il tragitto fino a casa di Liam fu piuttosto silenzioso e quando arrivarono a casa, Liam gli diede dei suoi vestiti prima di esortarlo a entrare in bagno.
Non se lo fece ripetere due volte ed entró in doccia, sotto il getto d'acqua calda.
Uscí soltanto quando la sua temperatura tornò normale, il che non ci volle molto per via del suo organismo soprannaturale.
Uscí e infiló subito la felpa da Lacrosse di Liam, inspirando il suo odore.
Sorrise leggermente alla constatazione che adesso odorava come Liam, come se fosse suo.
Uscí dal bagno e si sedette sul letto di Liam, guardandolo.
"Sarai stanco dopo stanotte" disse il lupo "É stata una serata difficile per te, riposa"
"Anche per te"
Il ragazzo piú giovane lo gurdó per qualche secondo per poi stendersi sotto le coperte e picchiettare sul posto accanto a lui.
Theo si mise sotto le coperte vicino a lui sbadigliando e appoggiando casualmente la testa sulla spalla di Liam.
"Stai bene con i miei vestiti" gli sussurró all'orecchio.
Theo sorrise.
"Sto bene con tutto, Dunbar"
Liam roteó gli occhi.
"Non pensare di averla scampata comunque, domani mattina riparleremo di quello che é successo stasera" lo rimproveró.
"Si, domani"
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PRESSURE
FanfictionDopo la guerra, Theo é consumato dalla pressione e dal dolore accumulati in tutti questi anni. La guerra, l'Anuk-Ite e il dolore di Gabe hanno riaperto delle ferite del passato che Theo pensava svanite. Consumato dai sensi di colpa e tutto il resto...