Con questo capitolo potrebbe sembrare che io stia facendo la vittima, e sinceramente, per ora, non me ne frega proprio nulla.
E non mi sto diagnosticando nulla da sola, sto solo esponendo i fatti. Io stessa odio le persone che cercando attenzioni finisco per far loro la vittima della situazione.È da mesi che quando sono per strada mi sento sopraffatta dagli sguardi sprezzanti che mi rivolge la gente. Soprattutto ora, che dopo essermi tagliata i capelli, a quanto pare, non rientro più negli "stereotipi della società".
Seriamente, questa cosa non la sopporto.
Penso che venire squadrata da testa a piedi per il tuo modo di vestire, di atteggiarsi o per qualunque altra cosa o modo in cui tu ti ponga è seriamente una delle cose più orribili che si possa fare ad una persona. Che sinceramente, vuole solo essere se stessaMa non è questo il punto del mio sfogo.
Oggi sono uscita con i miei genitori a cenare fuori. Quando finiamo di mangiare e usciamo dalla pizzeria incontriamo alcuni loro amici, che ovviamente io non avevo mai visto.
Già il fatto di stare con persone che non conoscevo, che avrebbero potuto farsi un sacco di idee su di me, non mi andava proprio a genio.
Ancora peggio se in quel momento ti viene un "attacco di panico"(Ok, non voglio insinuare di aver mai avuto un "vero" attacco di panico. E non sopporto diagnosticarmi le cose da sola.
Ma sinceramente non ho idea di come chiamarlo, quindi lo nomino con la cosa più simile ad esso)Non era la prima volta che mi succedeva.
Mi era già capitato in passato, anche solo stando al centro di un negozio.
Non ero mai andata in giro a dirlo a nessuno, perché non è qualcosa da andare a sbandierare ai quattro venti. Prima volevo assicurarmi che non fosse qualcosa di passeggero.Ma capita una volta, capita due volte, alla terza non riesco più a tenermi tutto dentro e lo dico ai miei genitori.
Ora riporterò per filo e per segno ciò che ci siamo detti:
Io: "Mamma, penso che mentre eravate fermi a parlare mi sia sentita male. Tipo un piccolo attacco di panico. Mi è salita improvvisamente l'ansia e mi veniva da piangere. Stavo anche tremando, secondo te cos'è?"
Mia madre: "Sicuramente ti succede perché hai sempre paura di essere giudicata dalle persone e in quel momento di sentivo osservata. Non ti preoccupare, non è nulla di grave. È solo per il fatto che non esci mai, se uscissi di più questo non succederebbe. Dopo ti va di andare a fare una passeggiata?"
mio padre: "Ma che attacchi di panico, sei solo un po' esaurita ultimamente. A proposito di stare male, mi fa proprio male la pancia, penso di avere qualcosa"
Non mi dilungo di più, perché penso non c'è ne sia bisogno.
1. È da 3 fottuti mesi che mi sento così, sopraffatta, giudicata, una nullità che serve solo a far ridere il primo stronzo che passa per come è vestita oppure a fare eccitare uno dei tanti vecchi di merda che ti fissano le gambe appena ti metti una gonna
2. No mamma, non mi succede perché non esco mai. E sono sicura non sia nulla di grave, ma alcune volte parlare con la propria figlia non farebbe male. Né a me né a te.
3. Potrei stare qua a scrivere un intero paragrafo su mio padre. Ma non mi dilungherò, perché alla fine non vale la pena sprecare il mio tempo per un egoista del genere. Posso solo dire che fare i megalomani non porta da nessuna cazzo di parte.
Io sto male? Aiutami. Per piacere, non mi pare di chiedere tanto.
Ma no, a lui importa solo dei suoi fottutissimi problemi.
Ma poverino il cucciolo, ti fa male la pancia? Oh quanto mi dispiace🥺🥺Ma fatemi il piacere
Proprio bello girare la testa dall'altra parte e fare finta di niente appena il problema non è tuo.