III

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Il fatto che Storia della Magia fosse insegnata da un professore fantasma la diceva lunga sull’origine della materia. Non comprendeva a pieno il perché di quella strana bizzarria, ma ciò che all’inizio aveva acuito la propria curiosità, ora era sola mera noia. Storia lo annoiava come non mai e il professore Cuthbert Binns non faceva altro che peggiorare la situazione. Aveva la straordinaria capacità di far addormentare tutti nel giro di qualche parola, sia per l’intonazione che per la velocità con cui creava parole al ritmo della più lenta delle ninna nanna.
Chanyeol finiva per sfruttare le sue ore per guadagnare sonno in più, quel prezioso sonno che Lu Han e Kai mai gli facevano godere fino in fondo, svegliandolo ad orari impossibili –corretti- della mattina. Nessuno prestava attenzione, ma la frequenza obbligatoria dei corsi non permetteva di sfruttare il tempo in modo più utile, costringendoli in quelle sedie scomode, in quella classe cupa, illuminata da pallida luce. Solo una persona si era dimostrata in grado di ascoltare e seguire con attenzione ogni avvenimento storico rilasciato dalle pallide e vuote labbra fantasma del professore: Byun Baekhyun. Non riusciva a spiegarsi perché, visto il carattere e la casa d’appartenenza, lui fosse così dedito e partecipe alle lezioni, come se ne dipendesse la sua vita. Era decisamente insolito per un Serpeverde mostrare attenzione durante lezioni considerate banali ed inutili; si sapeva infatti che essi avessero una predilezione assoluta per Difesa contro le arti oscure, Pozioni e nient’altro.
Chanyeol si era ritrovato spesso ad osservarlo di nascosto mentre riposava il capo fra le braccia incrociate, per nulla preoccupato di poter essere rimproverato dal professore visto il suo essere famoso per non alzare mai, nemmeno per sbaglio, il capo dalla cattedra -forse era per questo che sbagliava sempre i nomi degli alunni. Si fissava soprattutto sul suo profilo attento e vigile, studiandone i contorni perfetti e levigati, soffermandosi sul pesante trucco intorno agli occhi chiari, di un grigio bianco insolito e raro, non smettendo mai di farsi domande. Baekhyun era un gigantesco punto di domanda nella sua mente, perché niente di lui era scontato e facile da comprendere. In molti avevano finito per etichettarlo in una categoria, in fondo era il ragazzo diva, quello saccente e vanitoso, per nulla alla mano… ma per Chanyeol non era così. Aveva visto troppo di lui, cose che nessuno si era mai preso la briga di provare ad interpretare e ciò che era ironico era che Baekhyun nemmeno si sforzava di nasconderle. Semplicemente le persone non lo guardavano davvero, lanciandogli uno o due sguardi di sfuggita, soffermandosi alla superficie. Bastava così poco per rendersi conto della profondità del suo sguardo, dell’esitazione nei movimenti e dell’insicurezza ad ogni azione, bastava così poco per capire che c’era di più. Molto probabilmente, però, Chanyeol sarebbe stato uguale agli altri se non ci fosse stato quell’incontro, un anno prima, quando gli si era avvicinato per i Thestral. Essi aggiungevano curiosità sulla sua persona, sul chi Baekhyun avesse visto morire per essere in grado di scorgere quelle grottesche creature. All’oscuro di tutti, Chanyeol si era informato. Aveva cercato notizie sui Byun, andando indietro negli anni sulla Gazzetta del Profeta, giornale magico principale fonte di notizie per i maghi, finendo per ritagliare gli articoli riguardanti gli affari della società Byun, famosa per la creazione e smercio di oggetti magici; ma non era riuscito a trovare niente su incidenti o morti che avessero potuto spiegare quel fatto. Poteva essere successo di tutto e non l’avrebbe mai scoperto se non dal diretto interessato. Peccato che ci fossero troppe barriere fra di loro, a partire dalla differenza di casacche che, come in quel momento, li portava ad essere agli opposti di ogni dove ed ogni cosa. Non era mai stato molto d’accordo con questa divisione netta, non sopportava di non poter nemmeno rivolgere la parola a chi non era giallo e rosso come lui, perché c’erano così tante persone che meritavano di essere conosciute ed apprezzate da tutti da farlo sembrare una punizione. Ma perché mai dovevano esistere divisioni nello stesso mondo dei maghi? Non erano, in fondo, uguali?
Il pesante tonfo provocato dal libro del professore, lo avvisò che l’ora era finita. Erano appena all’inizio dell’anno, eppure le pagine girate in quella lezione erano già sufficienti a provocare quel frastuono, segno che avrebbe avuto tanto, troppo da studiare per il suo gradimento. Gli studenti cominciarono ad alzarsi e la classe si riempì di chiacchiere e sbadigli, mentre figure rannicchiate procedevano a stirarsi e sfregarsi gli occhi, cercando di tornare in forma per la successiva lezione.
Chanyeol infilò il libro sotto al proprio banco, per nulla propenso a portarselo già al dormitorio per iniziare la sessione di studi, facendo danzare lo sguardo di testa in testa, in cerca dei –ormai- familiari capelli grigio scuro. Baekhyun sembrò essersi smaterializzato nel giro di pochi secondi, per cui non perse tempo. Lasciò l’aula senza aspettare nessuno dei suoi compagni, deciso, quel giorno, a cambiare le cose. Intravide la sua sagoma voltare l’angolo e si mise a correre nel corridoio, cosa vietata, completamente concentrato su di lui. Non poteva perderlo, non oggi che finalmente, dopo un anno, si era deciso a rivolgergli di nuovo la parola.
 
“Baekhyun!”
 
Afferrò il ragazzo per un braccio, costringendolo a girarsi e non si stupì di vedere la smorfia seccata sul suo volto, né i libri che teneva con l’altro. Vide la confusione nei suoi tratti appena si rese conto che no, non era un suo fratello ad averlo fermato, ma bensì un estraneo. Alzò un sopracciglio, liberandosi con un piccolo strattone, guardandolo in modo eloquente. Chanyeol spostò il peso da un piede all’altro, sentendosi in soggezione. Era da così tanto tempo che non si ritrovava più così vicino all’altro ragazzo che quasi aveva dimenticato quanto mesmerizzante fosse. Batté un paio di volte le palpebre, schiarendosi la voce, prima di continuare.
 
“Uh, Baekhyun… io-”
“Cosa vuoi da me? Non girarci intorno, non mi piace chi mi fa perdere tempo.”
“Ti ricordi di me?”
 
Baekhyun lo studiò per diversi istanti, la fronte corrucciata e il corpo rigido, per nulla a proprio agio. Quello strano gigante che lo aveva approcciato lo stava fissando con così tanta aspettativa che per un attimo pensò di andarsene senza rispondergli, giusto per poter evitare di vederla sgretolarsi sul suo volto.
 
“No.”
 
Bugia. Forse Baekhyun ricordava, ma non aveva nessuna intenzione di farglielo sapere. Più lontano stava da quel ragazzo, meglio era. Era stato un errore parlargli quel giorno, lo aveva portato in paranoia per così tanto tempo che come avrebbe potuto dimenticarsi di lui? Lui, a cui aveva erroneamente rivelato il proprio segreto. Lui, che senza nemmeno saperlo, poteva distruggere tutto ciò a cui Baekhyun teneva e a cui stava dando il centouno per cento di sé per riuscire a non perdere. Non poteva assolutamente lasciare che un altro suo errore potesse avvicinarlo alla verità. Non sapeva nemmeno che cosa volesse da lui; magari ricattarlo? Forse già sapeva.
 
“Oh.”
 
La delusione che si espanse nei lineamenti elfici del ragazzo portò Baekhyun a mordersi l’interno guancia, ma non gli fece cambiare la propria risposta, anzi, deciso a finire quello scambio, si accinse ad andarsene, passandogli a fianco come se nulla fosse. Peccato che Chanyeol non fosse per nulla intenzionato a lasciarlo andare via.
 
“Aspetta, dove vai, non ho finito. Io mi ricordo di te, ci siamo parlati l’anno scorso, ad inizio anno, vicino alle carrozze.”
“Dove vuoi arrivare.”
“Uhm, da nessuna parte. Sono solo curioso.”
“Beh, non è un mio problema. Ora, se vuoi scusarmi, ho lezione.”
 
Di nuovo provò ad andarsene, sentendo la pressione per la possibile conversazione –che sperava di aver evitato- costringergli lo stomaco, ma ancora una volta fu bloccato. Il suo nome uscì da quelle labbra carnose per la terza volta in pochi attimi e Baekhyun sbuffò, chiudendo gli occhi. Doveva mantenere la calma, poteva farcela.
 
“Vengo con te.”
 
Questo, Baekhyun, non se lo sarebbe mai aspettato.
 
 
 
 
Dire che era a disagio era un eufemismo. Continue occhiate venivano gettate nella loro direzione e Baekhyun non le sopportava. Non capiva come cavolo era finito in quella situazione, prima di tutto, seduto nel posto a fianco del gigante –che purtroppo aveva le sue stesse identiche lezioni-, mentre si svolgeva l’ora di Incantesimi a cui, malauguratamente, non riusciva a prestare attenzione. Non sarebbe risultato nemmeno tanto strano se si fossero solamente seduti vicini, visto che l’aula era strutturata con lunghi banconi uniti, più o meno come le classi d’università babbane. Il fatto era che l’altro continuava ad avvicinarsi al suo orecchio per buttare commenti qua e là e a guardare dal suo libro con la scusa di aver dimenticato il proprio – quando Baekhyun era certo di averne visto rimanere uno nell’armadio condiviso. Non sapeva quindi come comportarsi, come far smettere le occhiate stranite degli altri studenti, che niente avevano di simile a quelle di cui col tempo aveva imparato ad abituarsi.
 
“Cosa stai facendo.”
“Seguendo la lezione…? Questo incantesimo mi piace, non sono mai stato bravo a montare le cose. Non trovi poi che il nome sia ridicolo? Erecto? Ora che ci penso… tutto quello che ho detto è fraintendibile.”
 
Baekhyun allargò gli occhi a quell’insinuazione, incapace di frenare la mente a fare collegamenti inopportuni e a finire per arrossire di conseguenza, maledicendo il tutto un istante dopo.
 
“Come puoi dire queste cose, sei davvero così stupido?”
“Però ci hai pensato anche tu.”
 
Il ghigno divertito che gli rivolse lo costrinse a tornare a fissare il professore, intento a pronunciare ad alta voce l’incantesimo mostrando alla classe le sue funzionalità, ignaro dello scambio di frasi fra i suoi due studenti.
 
“Non è vero.”
“Sì invece. Ti si leggeva in faccia.”
“Perché ti sei seduto qui. E non dirmi perché ti manca il libro, ho visto che l’hai lasciato di proposito nell’armadio.”
“Mh, hai più spirito d’osservazione di quello che fai credere. Vedi… è per questo che sono curioso. Non sei affatto come ti dipingono e voglio scoprire di più. Ti ho guardato per tanto tempo, so di cosa parlo.”
 
Baekhyun cercò di fermarsi, ma gli fu impossibile. Tornò a guardare il ragazzo a fianco a sé, turbato, cercando di analizzare con cautela il significato di quelle parole. Voleva… scoprire di più? Era interessato a lui? L’aveva… guardato?
 
“Sei un maniaco?”
 
 

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