Sognare fa bene, finchè non ti svegli nella rude realtà e pensi che questo non è il mondo a cui appartieni.
E se fosse davvero così?
Se il tuo mondo fosse in un altro universo, in un'altra realtà o persino nelle favole?
Per quanto ciascuno di noi possa essere così autoritario e razionale, ci sarà sempre una fiaba alla quale finirà per credere.***
L'anziano era seduto sulla sua seggiola di legno. Un leggero venticello primaverile invadeva la stanza scompigliandogli i pochi capelli oramai bianchi che possedeva.
Gli occhi azzurrini erano velati di lacrime per la vecchiaia, le mani rugose e tremanti tenevano in mano un gioiello. Ma non era un gioiello qualunque.
Il giovane Tom s'intrufolò nella stanza del vecchio salutandolo.
Il vento gli sovvertiva i corti capelli biondi, che, mediante luce diurna, apparivano lucenti e setosi. Gli occhi color smeraldo erano vivaci e non sfuggivano mai di nessun particolare. Le labbra sottili leggermente all'insù, creavano un arco roseo spensierato.«Nonno cos'è quel ciondolo che reggi in mano?» Il giovane girò il collo verso destra incuriosito.
Il vecchio sorrise.
«È un gioiello che un giovane principe regalò al suo amato in segno di amore. Devi sapere, caro Tom, che qui a Füssen c'è un castello. Il castello di Neuschwanstein.
Lì ne sono successi di avvenimenti, ma la loro, è la storia d'amore più bella di sempre.» Disse il vecchio guardando il ciondolo con un rubino attaccato alla collana d'oro oramai arrugginita dal tempo.
Era rosso, rosso sangue e la luce solare lo faceva diventare ancora più luminoso di quanto potesse sembrare.
«Una storia d'amore? Non pensavo ce ne fossero da queste parti.» Esclamò il giovane avvicinandosi al nonno.
«Oh, ce ne sono state parecchie in quei tempi. Così romantiche e drammatiche. Ma questa è speciale. Narra di un amore proibito, in cui due giovani cuori fanciulleschi sono costretti a non amarsi.»
«È ormai normale che qualche giovane non possa amare la propria ragazza. Non capisco cosa ci sia di così speciale.» Disse.
Il vecchio sorrise.
«Tom, questi giovani sono due uomini, se mai ragazzi. Loro sono i protagonisti della storia.»Il giovane sgranò gli occhi.
«Due uomini? Ma è contrario alla legge. Come possono due ragazzi amarsi?»
«Nulla è impossibile davanti l'amore, caro Tom.
Vuoi che ti racconti questa storia?» Domandò.
Il giovane esitò per un attimo, in seguito annuì.
«Bene. Mettiti comodo.»Maggio 1402, Neuschwanstein
Il giovane era seduto sull'altalena del grande giardino, vagando nei suoi pensieri.
Sua madre lo aveva costretto a far giocare con lui la sua sorellina, Lady Elisabeth. Era meravigliosa.
Aveva i lunghi capelli color biondo platino legati in una morbida treccia che le arrivava fino a metà schiena. Gli occhioni verdi curiosi erano sempre allegri e vivaci.
Vestiva di un lungo abito rosso scarlatto, con ornamenti d'oro. Le scendeva perfettamente sul suo corpo minuto e sottile, ma le calzava meravigliosamente a pennello.
Il giovane la guardò ridere rincorrendo una piccola farfalla dalle ali azzurre. Guardandola sorrise anche lui.Erano le undici del mattino.
Il sole bruciava sul suo capo, riducendo a sua volta i suoi lunghi capelli lucenti come mai prima d'ora.
Si muoveva leggiadro sull'altalena sospirando e introducendo nelle sue narici quell'aria fresca.
Sentiva l'odore dell'erba dei giardini, appena stata innaffiata a dovere. Sentiva il profumo di carne dalla cucina, causandogli una dolce acquolina in bocca.
Più in là sentiva l'odore del pane fresco appena sfornato dalle cuoche.
Che dire, gli aspettava un delizioso pranzo, a venire.Prese una piccola rincorsa indietreggiando e con un lieve salto oscillò il suo corpo sull'altalena, avanti e indietro.
Un leggero venticello iniziò ad investirlo, scompigliandogli i lunghi ricci setosi, legati solo da un nastro rosso che li riduceva aggraziati.
Chiuse gli occhi e una leggera onda di adrenalina percorse tutto il suo corpo causandogli un brivido lungo la colonna vertebrale.
Sorrise.
Era come andare sulla Luna, sfiorare i suoi immensi crateri e tornare indietro.
Era come volare nel cielo sempre azzurro, sopra le nubi, sopra i volatili.
Era come danzare a piedi nudi sull'acqua cristallina dei laghi, fresca e limpida, senza tenebre.
Le farfalle nello stomaco non tardarono ad arrivare.
Era una sensazione inspiegabile, indecifrabile.
Poi aprì gli occhi.
Si ritrovò davanti al suo castello, nei giardini, nella sua vita triste e monotona.
Non fraintendete. Il giovane amava essere un principe, farsi servire e risiedere nel castello.
Ma...tutti i giorni erano gli stessi, incessantemente identici.
Finiva sempre per creare un infinito e soffocante loop.
Ogni giorno per tutti i giorni.
Era stufo di essere chiamato sempre in terza persona o di stare continuamente da solo in quell'immenso castello.
A questo punto avrebbe preferito essere stato il figlio di una mendicante, viaggiare sempre in ogni luogo sconosciuto e visitare nuove terre.
Avrebbe voluto navigare tra le foreste oscure e tenebrose di quei posti, stando attento ai pericoli che si nascondevano dentro essi.
Oppure avere a che fare con la magia oscura, sapendo il destino di ogni persona, nobile o misera
che ella fosse.
Il giovane avrebbe voluto essere chiunque, tranne che un principe. Le sue giornate erano sempre cupe e monotone, senza imprese.
Lui voleva vivere un'avventura, una vita spericolata, piena di ostacoli e di rischi, di pericoli e di insidie.
Forse si sarebbe fatto male, ma poco importava. Sapeva che era quella la vita che voleva, fin da bambino.
Sospirò.
STAI LEGGENDO
Come in una favola [L.S.]
RomanceFavole. Bello immaginare di essere dentro ad esse, con il proprio felici e contenti. Ma non tutte le volte esse hanno un lieto fine. È il 1402. Due giovani colpiti da un colpo di fulmine, si innamorano l'un dell'altro. Ma non sarà facile amarsi, non...