Oblivion

226 18 1
                                    

- Draco... - quella voce soave riaccompagnò il mio risveglio.

Strinsi gli occhi intensamente, poi sbattei le palpebre più volte e finalmente mi concessi di aprirli.

Mossi il collo e una fitta atroce mi colpì la gola come una pugnalata, smorzandomi il respiro. Fui costretto a trarre un profondo respiro, ma quello fu la mia rovina. L'ossigeno aspirato mi scorticò la trachea e alimentava quell'incendio che infuriava nei miei polmoni.

Immediatamente mi portai una mano alla gola, dove erano rimasti i segni delle unghie di Bellatrix. Ormai anche solo respirare era diventata una sofferenza. Mi massaggiai insistentemente il collo, nella speranza di far scomparire quel fastidio.

Voltai lentamente il collo nella direzione da cui proveniva quella voce. Vidi una figura esile e slanciata stagliarsi su di me ed ebbi improvvisamente paura. La vidi barcollare, come se non si reggesse sulle proprie gambe. La osservai con sguardo guardingo fare qualche passo incerto nella mia direzione. Poi un bagliore di luna le illuminò il viso e finalmente la riconobbi. La tensione si sciolse portando via la paura che fino a poco mi assaliva. Il cuore mi si riempì di una dolce sensazione di rassicurazione. Era Hermione. Era salva.

Per quanto mi costasse fare quel gesto non potei farne a meno e tirai un sospiro di sollievo. Le sorrisi raggiante e quando le vidi la bacchetta tra le mani fui ancora più felice.

Notai un cratere sulla parente accanto al corpo della strega e abbozzai un sorriso compiaciuto. E andai fiero dell'adoperato di Hermione.

"Questa volta mi sa che dormirai per molto tempo ancora." sogghignai beffardamente.

Hermione fece ancora qualche passo barcollante verso di me, ma prima che potesse accasciarsi al suolo, con un movimento fulmineo, che mi costò una scarica di dolore alle ossa, la presi al volo. Accolsi il suo corpo tra le mie braccia e lo strinsi forte. Nemmeno io ero tanto stabile e ben presto anche le mie gambe cedettero sotto il nostro peso. Mi voltai in modo tale da attutire con il mio corpo quella che sarebbe stata una caduta brutale.

Stramazzammo pesantemente a terra e una fitta di dolore si propagò ovunque a partire dalla colonna vertebrale. Il peso del corpo di Hermione mi sopraffava, ma non ci feci caso, perché la cosa più importante per me era che stesse bene.

La spostai delicatamente e la sua testa ricadde sul mio petto, proprio sopra quel cuore che batteva a un ritmo pazzo per lei. Sperai che si risvegliasse, ma quello che più mi preoccupava è che respirasse ancora.

Le alzai il viso e lo presi tra le mani e lo esaminai in cerca di eventuali ferite. Cercai di svegliarla, ma era inutile. Così, le misi due dita sul collo e altre due sul polso per controllarle il battito cardiaco. Era lento e debole, ma regolare. Le forzai le palpebre e non vidi altro che il bianco dei suoi occhi.

Mi alzai e la sollevai tra le braccia e nonostante non fossi esattamente in forze, riuscì a reggerla per quei pochi secondi che mi servivano per deporla delicatamente a terra con la schiena premuta contro quel muro di pietra.

Per ora non correva rischi, così la lasciai per qualche minuto da sola. Mi avvicinai a Bellatrix e pensai a quello che dovevo fare con lei.

Feci passi cauti. La scrutai attentamente guardingo, alla ricerca di un qualsiasi segno di vita. Sembrava morta, ma non era possibile.

Recuperai la bacchetta da terra e la puntai contro la strega. Mi avvicinai sempre di più, finchè non mi ritrovai nuovamente accovacciato al suo cospetto. Le controllai le funzioni vitali come avevo fatto con Hermione e da quello che mi risultava sembrava ancora viva. Probabilmente era solo stata schiantata, ma prima di allontanarmi la legai ugualmente con strette funi.

Dimmi solo che mi amiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora