La condensa sul vetro offuscava ulteriormente la visuale.
Una leggera nebbiolina ricopriva la città ancora dormiente.
Le nuvole grigie antracite sfumavano nel blu carta da zucchero del cielo.
Era mattina ma la luce calda e soffusa dei lampioni in strada,dava l'impressione che fosse tardo pomeriggio di una calda e uggiosa giornata estiva.
Con riluttanza,scostò le coperte che emanavano un'accogliente tepore.
Kasper si sedette e notò che il letto accanto,quello di Tobias,era vuoto e perfettamente rifatto.
Si chiese come facesse Tobias ad alzarsi presto dopo una notte passata in bianco.
Sbadigliando andò in cucina dove trovò,seduti a tavola,Tobias e il signor Adam,il papà di Kasper,a fare colazione.
L'open space,che racchiudeva più funzioni(quella di soggiorno,di cucina e di studio),era in disordine e assediato da numerose scatole di cartone.
Si erano trasferiti in quel piccolo appartamento da soli quattro giorni ed erano a Oslo solo da una settimana.
Quello era il primo giorno di scuola di Kasper e il primo giorno di lavoro del padre,ragione per la quale si erano trasferiti a Oslo.
Si sedette a tavola mentre Tobias sbadigliò rumorosamente.
Il signor Adam rise.
《Notte in bianco?》
L'altro annuì con gli occhi socchiusi.
《Si può sapere dove vai,quando esci di notte?》
《No zio,mi dispiace.》Il ragazzo fece spallucce e sorrise innocentemente.
《Kasper?》L'uomo richiamò l'attenzione del figlio.Il ragazzo annuì.
《Oggi Tobias ti accompagnerà a scuola.》Il padre lo informò e Kasper inarcò un sopracciglio in una tacita domanda.
《Perché?》
L'uomo gli rispose solo dopo aver bevuto un sorso dalla sua bevanda fumante.
《Perché dobbiamo compilare dei moduli e firmare alcuni documenti.
Io non posso venire quindi ho derogato Tobias.》
《Quindi...se succede qualcosa a scuola,la segreteria prova a contattarti e tu sei irraggiungibile...》
《Proveranno a contattare Tobias.》Concluse Adam per il figlio mentre il nipote se la rideva sotto i baffi.
Kasper si sbatté una mano in faccia.
《Tranquillo cuginetto,non succederà mai perché sappiamo che tu sei uno studente modello.》Tobias aveva circondato le spalle di Kasper con un braccio e a bassa voce gli bisbigliò:"devo dirti una cosa."
Kasper lo guardò confuso ma il cugino gli fece segno di non dire nulla.Mezz'ora dopo,Tobias e Kasper erano coperti dai loro caldi cappotti e seduti sul sedile della metropolitana.
La scuola era talmente lontana da non poterla raggiungere a piedi,se non volevi arrivare in ritardo.
Dai finestrini,sfrecciavano velocemente, le immagini del mondo circostante fuori dal vagone.
Nell'arco di tempo,che i due cugini avevano sfruttato per raggiungere la stazione,si erano susseguiti decine di saluti da parte di conoscenti di Tobias.
Kasper non capiva,erano in quella città solo da una settimana,come faceva a conoscere tutta quella gente?
《Mi avevi detto che dovevi parlarmi..》Kasper si girò verso Tobias e incastrò il suo sguardo castano con quello azzurro acquamarina del cugino.
《Si,ehm...stasera esco e tu vieni con me,ti porto in un posto.》
Kasper e Tobias erano cresciuti insieme.
Passavano gli anni ma Tobias rimaneva una persona chiacchierona...fin quando non doveva dare delle spiegazioni o dire dove andava e cosa faceva la notte.
《Dove dobbiamo andare?》
《Lo vedrai.》Scrollò le spalle mentre Kasper sbuffava e alzava gli occhi al cielo.Sapeva che il cugino non gli avrebbe detto nulla prima di sera.Arrivarono a destinazione e scesero dal vagone.
Quando uscirono dalla stazione si immersero nella quiete mattutina.
Il cielo era più limpido e le strade praticamente libere dalle automobili.
Le persone camminano in rigoroso silenzio.
Anche i due cugini camminavano in silenzio e persi nei loro pensieri.
Si fermarono solo quando arrivarono davanti a un edificio con numerose vetrate.
Era di colore giallo chiaro con le arcate,che ospitavano le vetrate,con l'estradorso e l'intradorso di color rosso mattone.
Il tetto era sormontato da alcune cupole a bulbo di colore verde ottanio.
Alcune facciate erano dipinte con disegni di civette e fiori neri.
La porta di ingresso era di un brillante ciano e a doppia anta con vetrate abbellite da ghirigori di ferro battuto.
Era racchiusa in un arco,sul cui estradorso c'era scritto "Schola Osloensis",al centro delle due parole c'era uno scudo di color azzurro con una croce bianca.
Si trattava di una delle tre scuole- cattedrali di Oslo,in funzione da circa 860 anni.
I ragazzi e le ragazze,chiacchierando fra loro,si affrettavano ad entrare.
《Vedi qualcosa?》Chiese Tobias senza staccare gli occhi dall'edificio;l'amore per il disegno che nutriva,gli impediva di non analizzare ogni singolo dettaglio.
Kasper capì cosa intendeva suo cugino e gli rispose subito.
《Si,le due ragazze che stanno parlando vicino a quella finestra.》
Indicò,discretamente col mento,due ragazze.Tutte due erano alte e magre,sepolte da cappotti larghi e lunghi.Intorno a loro vedeva come una sorta di nebbiolina.
Una delle due ragazze aveva i capelli castani,lunghi e ricci,schiacciati da un berretto di lana azzurro chiaro.
Il viso,dai lineamenti marcati,ospitavano due occhi scuri e piccoli,le labbra erano carnose e la pelle diafana.
Era vestita con un pesante cappotto azzurro,i jeans neri e degli stivaletti stringati,fatti con una stoffa broccata blu,rossa e filamenti dorati.
Aveva con sé una grande borsa a tracolla di colore giallo brillante.
La nebbiolina che Kasper vedeva era più fitta rispetto a quella dell'altra ragazza.
L'altra ragazza era bionda,i capelli boccolati e corti sulle spalle,schiacciati da un berretto di lana nero,contornavano un viso ovale e dai lineamenti delicati.
Le labbra erano carnose e rosee,gli occhi grandi e azzurri.
Era l'esatto opposto dell'amica.
Indossava delle scarpe buffalo nere,pantaloni larghi e pieni di tasche,del medesimo colore,e una giacca viola scuro,larga e di camoscio.
Stava prendendo un quadernetto,dalla copertina rosso fragola,dallo zaino di jeans grigio.
La nebbiolina che sembrava avvolgerla era meno nitida.
Tobias le guardò e inarcò un sopracciglio,scettico.
《Sei sicuro?》Kasper annuì semplicemente.
In quel momento la campanella suonò.
《Be',andiamo a firmare questi documenti!》Alla fine della giornata scolastica,il cielo era diventato scuro e minacciava di esplodere in un temporale con i fiocchi.
Kasper camminava frettolosamente per raggiungere la stazione della metropolitana.
I suoi pensieri si concentrarono sulle due ragazze.
Nessuna delle due frequentavano la sua stessa classe e,dopo averle intraviste quella mattina,non le vide per il resto della giornata.
Si domandò se sapessero di essere speciali,non delle comuni esseri umani.
Non ci pensò a lungo perché la sua attenzione fu catturata da un'ombra,proiettata sulla facciata di una palazzina.Si voltò ma non c'era nessuno nella stradina in cui si trovava.
Nonostante non vedesse più l'ombra,si sentiva comunque osservato.
Pensò di esserselo immaginato ma,quando svoltò l'angolo,in lontananza,la vide.
Non ebbe neanche il tempo di avvicinarsi e controllarsi alle spalle che l'ombra era già sparita.
Il brutto presentimento di essere inseguito e l'apparizione,con la conseguente sparizione,di quelle ombre nere,accompagnarono Kasper fino alle scale,dalle quali si potevano accedere a uno spazio con le pareti verdognole e quattro pilastri,che sostenevano le macchinette per il pagamento del biglietto,illuminato da lampade a neon che emettevano una forte luce bianca e fredda.Quando si sedette sul sedile della metropolitana,si tranquillizzò.
Arrivato a destinazione,scese dal vagone e iniziò ad incamminarsi verso casa.
Per tutto il tragitto,non apparve neanche una volta l'ombra nera ma una pesante angoscia gli premeva in petto.
Le luci dei lampioni e dei condomini si accesero,contrastando con il cielo ombroso.Arrivò a casa con Tobias,incontrato sulla strada,che aveva appena terminato il suo primo turno di lavoro come commesso in una cartoleria.
I due cugini entrano nell'appartamento accolti da uno smagliante sorriso di Adam.
Kasper riuscì a tranquillizzarsi del tutto.
《Kasper,ricordati...stasera...》Gli disse a bassa voce Tobias.
Kasper sentì un brivido sulla schiena.
Non avrebbe saputo dire il perché,ma quelle parole lo inquietarono di più delle ombre nere nelle stradine deserte.
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Party in metrò
Fantasy"Di notte tutto cambia e le luci si inscuriscono." La vita di Kasper procedeva normalmente finché, una buona offerta di lavoro del padre, lo porta a trasferirsi a Oslo. Da quel momento, tutto cambia e si complica.