Una mattina Kageyama si svegliò di soprassalto, udendo un clacson lontano suonare come se non ci fosse stato un domani.
Il cuore gli palpitava fortemente nel petto, e per una frazione di secondi si chiese cosa stesse succedendo.
Perché tutto questo baccano?
Ma poi, si rese conto che erano i soliti lavoratori che avevano troppa fretta e ansia di non venir licenziati.
Stizzito da quel risveglio indesiderato, grugnì un 'tsk' estremamente irritato, per poi soffocare un altro verso strozzato nel cuscino.
Detestava quando le persone lo svegliavano bruscamente e di soprassalto.
Gli cresceva dentro uno strano desiderio di sterminare tutti.
Anzi, a dir la verità detestava chiunque gli si palesasse davanti di prima mattina.
Sono un pezzo di merda, ma non mi lamento.
La suoneria del suo telefono rimbombò per tutta la stanza, facendogli tornare il batticuore.
Sbatté ripetutamente il viso sul cuscino, maledicendo chiunque, prima di afferrare bruscamente l'apparecchio elettronico e trattenendosi dal lanciarlo dall'altra parte della stanza.
«Mh» mugolò, senza curarsi del fatto che la sua stizza fosse fin troppo evidente.
«KAGEYAMAh» quasi strillò il rosso dall'altra parte.
«Non serve urlare di prima mattina, boke» ribatté, aggrottando le sopracciglia.
«Ma sono le dieci e mezza!» sbuffó con voce infantile, tanto che il più alto avrebbe giurato che stesse facendo il broncio.
Sospiró come se si stesse già arrendendo: oramai si stava cominciando ad abituare a quel clima caotico, nonostante fosse di prima mattina.
«Comunque ti avevo dato appuntamento per le otto in punto»
«Eh»
«Sono passate due ore e mezza e tu non sei ancora qui!» si lamentò gesticolando.
«Oggi è il mio unico giorno dove posso dormire quanto mi pare e piace. Inoltre, non ti avevo mica dato conferma» fece notare.
«Ma se mi hai risposto con i tuoi soliti "mh"!» ribatté, alzando il tono di un'ottava.
«Smettila di strillare. Sembri una gallina.»
«E allora muovi il culo e vieni a conoscere gli altri componenti della band.»
«Mh.»
«Smettila di mugolare, guarda che sono incazzatissimo!»
«Wow, mi sta tremando il culo per la paura.» rimbeccò sarcastico il Re del Palcoscenico, con i suoi soliti modi di fare superiori.
Hinata certe volte si chiedeva se non avesse passato troppo tempo con Oikawa: ormai si stava atteggiando egocentricamente quasi quanto lui.
«Daiii, se non andiamo d'accordo non potremmo mai tirare fuori qualcosa di figo!»
«Cazzi vostri.»
L'arancione oramai stava perdendo le speranze.
È così testardo, dannazione!
Sospirò, affranto.
Oramai non c'era altra soluzione.
«Ti pago la colazione» borbottò tristemente.
Il corvino spalancò le palpebre.
«Come scusa?»
«HO DETTO CHE TI PAGO LA COLAZIONE»
«Arrivo subito.» esclamò, buttandosi giù dal letto.
Si sentirono vari schiamazzi -molto probabilmente era rotolato per terra- e poi si udì il solito bip che decretava la fine della chiamata.
Questa volta fu il rosso a sbattere ripetutamente la fronte, frustrato.
Contro l'amplificatore, però.
«Bro, sta' fermo, è costato un occhio della testa quel coso!» esclamò Tanaka, lanciandogli appresso una bacchetta.
«Ahia» brontolò Shoyo, massaggiandosi il cranio.
«Cosa c'è? Il Re del Palcoscenico fa il prezioso?» domandò Nishinoya con le iridi fisse sulle corde del suo basso, passando dallo strimpellarle e fissarsi la posizione delle sue dita all'imprecare per non averla accordata con precisione o per aver piegato in modo sbagliato l'anulare.
«Già. Gli devo pagare la colazione»
«EH?!»
«Ma che ladro!» commentarono all'unisono, spalancando gli occhi.
«Appunto! Vabbé, torno subito. Voi intanto... non so, preparatevi qualcosa, tipo un discorso... e non dite di essere venuti dalla strada»
«L'unica persona che l'ha fatto qui è stato un certo chitarrista che comincia per S e finisce con Hoyo Hinata.» disse maliziosamente il pelato -ignorando il suo commento riguardante gli ultimi approcci che avevano avuto con le band precedenti- per poi rivolgere un'occhiata eloquente al bruno, che la colse immediatamente.
«Oltretutto hai imparato a memoria lo spartito di Million Dreams solo per suonargliela» aggiunse, alzando le sopracciglia.
«Impressionante»
«Smettetela! È-è solo per dimostrare al Re del Palcoscenico che non siamo solo rifiuti da scartare. Dobbiamo fargli vedere che siamo una band che spacca!» sbottò, schiacciandosi le guance per nascondere il suo evidente rossore.
«Ah, sì sì. Divertiti al tuo fantastico appuntamento con quel... come l'hai chiamato ieri?»
«"Quel borioso egocentrico pazzo lunatico stronzo Re del Palcoscenico"? O era "Pazzo furioso bipolare egoista infame pezzo di merda Re del Palcoscenico?"» gli diede corda il tinto, mettendosi in bocca il plettro, così da trascrivere un fa diesis sullo spartito.
«Forse intendeva dire "quel fantomatico, bellissimo, favoloso, affascinante, intelligente Re del Palcoscenico"».
«FINITELA! Io... io vado» stabilì il più piccolo, con le guance della stessa tonalità dei suoi capelli, sbattendo la porta con veemenza.
Non appena pimobò un silenzio tombale, i due musicisti scoppiarono a ridere a crepapelle.
«Cazzo, penso che Hinata sia la persona più gay di questo pianeta» commentò il mezzo tinto, cadendo all'indietro dalla panca per le troppe risate.
«Minchia se lo è! Sei un coglione Noya. Ad ogni modo, non vedo l'ora che abbia quei fantomatici gay panic con Kageyama. Sarà uno spasso.»
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|through the dark (haikyuu band au)|
Fanfictionstoria in collaborazione con: @Mallo_is_canon [IN CORSO, AGGIORNAMENTI IRREGOLARI/INCOSTANTI] Un cantante dai capelli neri e gli occhi azzurri, Kageyama Tobio verrá cacciato dalla sua band delle medie per il suo egoismo e dispotismo. Un ispirato, pi...