Non Dovremmo

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Questa cosa andava avanti da un pò, precisamente da quando sia Caleb che James avevano 16 anni, ovvero due anni fa, e da allora questi "appuntamenti" prendevano luogo nel salotto della loro villetta a schiera a Maida vale (Londra) all'incirca ogni giorno dalle ore 16:00 in punto alle ore 20:00, non un minuto più ne uno meno, questo perché Caleb e James erano sempre stati consapevoli che ciò che facevano, per quanto potesse risultare innocente agli occhi di chiunque altro, a quelli dei loro genitori sarebbe sembrato strano. La signora Lynnwood e il signor Ace difatti erano consapevoli fin da quando si misero insieme sette anni prima che i loro due figli si detestassero a morte; la cosa era stata resa più che palese fin dal primo giorno quando un piccolo James quasi undicenne, durante la prima cena di famiglia, si alzò scattando dalla sedia urlando contro al piccolo Caleb che era la persona che più detestasse al mondo per partito preso, e da allora le cose non erano cambiate di una virgola, se non per quella piccola abitudine, che i due erano soliti portarsi avanti da anni, ogni giorno proprio alla stessa ora seduti sul proprio divano i due passavano la giornata abbracciati, a non far nulla di preciso. Non si sa come iniziò la cosa, semplicemente un giorno James tornò da scuola prima di quanto usasse fare di solito e rincasato trovò il suo fratellastro a struggersi proprio su quel divano per un motivo che James neanche ricorda, ricorda solo che vedere quei suoi grossi occhioni verdi pieni di lacrime e la pelle candida arrossata dal pianto fecero sciogliere tutto l'odio che provava per lui in un solo secondo, così si avvicinò a lui e semplicemente lo abbracciò, come non aveva mai fatto, come Caleb segretamente desiderava da anni, e tutto sembrò calmarsi. Caleb si tranquillizzò al solo sentire il profumo del suo fratellastro, quel leggero odore di pino fresco, di quelli che alla mattina sono ricoperti dalla rugiada, misto all'odore del tabacco che segretamente James fumava in camera sua e che Caleb durante una delle sue perlustrazioni segrete in quella camera aveva trovato, lo tranquillizzarono in un secondo perché quello che James non sa e secondo il parere di Caleb mai necessiterà di sapere è che il motivo per cui scoppiò a piangere quel giorno era proprio lui, lui e i suoi modi bruschi, lui e il suo odio per Caleb, che quest'ultimo non era mai riuscito a spiegarsi, ma che accettò come più che lecito se comparato ai sentimenti che invece Caleb aveva provato per James fin da piccolo, che di lecito non avevano proprio un bel niente, lui e Samantha Gillies, una delle tante conquiste di James che Caleb malsopportava con cui l'aveva visto divorarsi la faccia proprio quella mattina.
Ed ora eccoci qui, 11 Settembre 16:00 in punto, uno dei tanti giorni come un'altro, o almeno così i due pensavano
"hey nano, Netflix?" disse James avvicinandosi al divano per poi lanciarcisi sopra,
Caleb si appallottolò affianco a lui e James instintivamente poggiò un braccio attorno al suo collo e lo strinse a sé, come da manuale, 
"nah, non ne ho voglia" disse Caleb posizionandosi meglio su di lui
"videogame?" ripropose James consapevole di quello che il ragazzo dai capelli nero pece gli avrebbe risposto
"sappiamo tutti che ti straccerei ad occhi chiusi biondino" disse Caleb tirandogli un piccolo schiaffetto sull addome per poi sfociare in una risatina spontanea, quella risatina che tanto faceva impazzire James e che col tempo aveva imparato a provocare
"mhm e va bene... E se, giocassimo a obbligo o verità?" disse senza pensarci troppo, era il primo gioco che gli era venuto in mente che non richiedesse nessuno strumento,
Caleb sembrò pensarci su, prima di annuire e iniziare a battere le sue piccole manine
"va bene ci sto" si girò a sorridere al suo fratellastro che sembrò perdersi a guardare quei dentini e quel nasino tanto perfetto che si arricciava ogni volta che Caleb sorrideva
"ci seiiii?" James si risvegliò da quel suo sogno perfetto quando Caleb iniziò a sventolargli una mano davanti agli occhi, si era sporto su James più di quanto non lo fosse prima ed ora era praticamente a cavalcioni su di lui, oh James non era mai stato più sveglio di così
"certo nanetto, allora inizio io?" disse James cercando di dissimulare quanto Caleb a cavalcioni sopra di lui stesse risvegliando ogni suo più piccolo istinto.
Caleb annui e fece per spostarsi ma James lo tenne per i fianchi e lo fece poggiare con la testa sulla sua spalla e...
"obbligo o verità?" disse James con decisione,
Caleb sporse la testa verso di lui e
"verità" pronunciò dopo averci pensato un pò su,
James era sempre stato curioso di saperlo, una domanda lo premeva fin da quando capì di essersi infatuato del nanetto che era accoccolato su di lui e quindi glielo chiese e basta
"Caleb, tu sei vergine?" puntò i suoi occhi affilati e azzurri dritti in quelle pozze verdi che erano quelli di Caleb e quel contatto misto alla domanda fecero arrossire Caleb che divenne viola per l'imbarazzo, nascose la testa nell'incavo del collo del suo fratellastro e solo dopo aver assunto un pò della sua personale droga, quel profumo che tanto lo rilassava, rispose con un flebile "s-si" balbettato ancora in preda al l'imbarazzo e James poté giurare di essere la persona più felice dell'universo in quel momento; il suo Caleb, non poi tanto suo ma questi erano solo dettagli, non era mai stato toccato da nessuno e questo lo fece sorridere instintivamente, poggiò poi la sua mano, lunga e affusolata sui capelli del più piccolo e glieli scombinò per poi sfociare in un "aww, che carino" instintivo, per il quale ricevette un piccolo pugnetto sul pettorale sinistro che ebbe lo stesso effetto di un canarino che si schianta contro un aereo, accopagnato da un "zitto, stupido" borbottato sul suo collo, che lo divertì ancora di più.
"Ora tocca a te, obbligo o verità?" disse Caleb con una strana luce negli occhi, sapeva già cosa avrebbe chiesto se il fratellastro avesse detto obbligo ed....
"obbligo" Jacob non ci aveva pensato un momento, consapevole che qualunque cosa Caleb gli avesse chiesto l'avrebbe fatta senza problemi
"t-togliti la felpa" farfugliò Caleb imbarazzato e Jacob finse di non sentire, voleva vedere il suo fratellastro imbarazzarsi un altro pò, pregarlo un pò di più,
"La felpa.... Tu..." ancora una volta Caleb ci riprovò e sta volta Jacob non se lo fece ripetere, si sfilò la felpa e la diede a Caleb, che incantato a guardare il ben di dio che era sotto di lui non si era accorto di essersi sfilato anche lui la sua felpa, lasciando il fratello senza parole, e di essersi successivamente infilato quella di Jacob come fosse la cosa più naturale del mondo, per poi tornare a guardare il fratello, verde nel blu, l'imbarazzo a ricoprire le loro faccie prima che Caleb come sempre si riaccoccolasse sui pettorali di Jacob.
Il gioco andò avanti senza troppi intoppi per altri cinque o sei turni e adesso Caleb non indossava più gli shorts e a coprirlo c'era solo quella stupida felpa e quelle mutandine celesti che James tanto stava maledendo in quel momento, Caleb era ancora a cavalcioni su James ma a nessuno sembrava imbarazzare più di tanto anzi,
"Okay ora è il tuo turno, obbligo o verità?" disse James e quando Caleb dopo averci pensato un pò scelse obbligo il suo volto si illuminò e
"togliti la felpa" il tono con cui James lo disse aveva qualcosa di così dannatamente giusto alle orecchie di Caleb e così, un pò imbarazzato si sfilò la felpa, rivelando quel fisico minuto che lui tanto odiava ma che visto dalla prospettiva di James era ciò che di più perfetto poteva esserci, rimase a bocca aperta per un pò, ad osservare Caleb come fosse un'opera d'arte finquando Caleb imbarazzato non balbettò un "s-sono orribile, o-ora me la rimetto" fece per allungare la mano verso la felpa al lato dei due ma James fu più rapido e lo bloccò
"fermo cazzo, sei bellissimo" il suo sguardo che vagava per il corpo di Caleb più bramoso di quanto lo fosse mai stato per una qualunque di quelle ragazze di cui si vantava sempre, Caleb si ritrovò a boccheggiare sotto quello sguardo che aveva qualcosa di così perverso e allo stesso tempo così giusto, ogni centimetro del suo corpo stava venendo analizzato dal ragazzo che si trovava davanti, così anche lui iniziò ad osservarlo, il suo volto spigoloso, le labbra che tanto aveva bramato fino ad ora, il suo fisico scultoreo, Caleb si perse in pensieri che neanche sapeva di poter formulare e improvvisamente qualcosa là sotto si smosse e qualcuno sembrò accorgersene perché qualche secondo più tardi Caleb si ritrovò con la schiena premuta sul divano e James a sovrastarlo, le possenti braccia ai lati della sua testa e quello sguardo che si fece ancora più profondo, più languido, le pupille che ora mai avevano sovrastato quasi del tutto l'iride mentre si avvicinava al suo orecchio e "sei proprio un perverito, eccitarti così tanto guardando il tuo fratellastro, non ti vergogni neanche un pò?" quelle parole risuonarono nella mente di Caleb mentre sentiva le labbra bollenti di James premere contro il suo lobo e iniziare a baciarlo con veemenza e l'unica cosa che poté fare fu rilasciare un gemito, tanto acuto quanto frustrato che fece scattare James in avanti a far combaciare le loro intimita strette ancora nelle mutande, in uno strano movimento una frizione così eccitante che Caleb non riusciva a capirci più niente "l-levale, ti prego" disse in preda all'eccitazione, la vista appannata al solo pensiero che uno di quei suoi sogni erotici si stava realizzando davanti a lui, James emise un grugnito roco che non fece altro che eccitare ancora di più Caleb mentre con non poca irruenza gli strappava finalmente quelle mutandine di dosso per poi togliersi anche le sue e ricominciare quel movimento che tanto stava facendo impazzire Caleb, prima di appoggiare le sue labbra su quelle del più piccolo il cui cuore sembrò scoppiare dall'eccitazione. Il bacio fu fin dall'inizio pregno di eccitazione, le loro lingue si rincorrevano e si intrecciavano in movimenti tutti loro mentre le mani di Caleb erano attorno al collo di James come ad avvicinarlo a lui e quelle del più grande vagavano per il suo corpo per poi fermarsi a torturare i capezzoli facendo rilasciare a Caleb una serie di gemiti mal nascosti sulle sue labbra, si staccarono per un attimo e
"non sai da quanto aspettavo questo momento" disse James e Caleb all udire quelle parole sentì di essere completo e si lasciò scappare un genuino "anche io" prima di riprendere a baciare la divinità che si trovava davanti, che dopo non molto si staccò per concentrarsi sul suo corpo, iniziando una lenta discesa, prima verso i capezzoli che morse e leccò fino a farli diventare così rossi e turgidi che perfino il leggero fresco portato in casa dalle finestre aperte ora era diventato insopportabile, poi scese all'addome lasciando una scia di baci lungo tutto il corpo, e infine arrivò all'intimita del più piccolo, la prese tranquillamente in mano fino a coprirla del tutto e si fece scappare un "come sei tenero" vedendo il suo fratellastro rosso in volto che si copriva la bocca con una mano cercando di non urlare per l'eccitazione.
James prese a muovere quella dannata mano mentre con la lingua leccava, prima la cappella, poi le palle, e quando scese più in basso verso l'orifizio Caleb ora mai era un casino, un bellissimo casino fatto di gemiti mal trattenuti e spasmi dettati dall'eccitazione mentre cercava di andare in contro alle leccate che il suo fratellastro stava dedicando a quella sua parte del corpo. La lingua penetrò all'interno e iniziò ad allargare il buco
"J-james è-è" Caleb provò a spiegarsi a parole ma James prese a muovere la lingua al suo interno ancora più forte e Caleb non riuscì a terminare quella frase se non con una serie di lunghi gemiti che richiamarono l'attenzione di James, difatti si rimise sopra di lui e gli sussurrò all'orecchio "sei pronto?"
Caleb ci mise qualche secondo a collegare e un sorriso sincero e felice prese spazio sulle sue labbra prima che annuisse, James poggiò le labbra sulle sue, questa volta un bacio molto più casto, al fine di comunicare tutto l'amore che James da sempre provava per quel ragazzino che crebbe con lui, si staccò e "sei bellissimo. Se dovesse anche solo lontanamente fare male dimmelo okay?" Caleb annui felice che James si preoccupasse così tanto per lui e "Sono pronto Jay, voglio che la mia prima volta sia con te" a quelle parole il più grande fu ancora più eccitato, e avvicinò la punta al suo orifizio per poi penetrarlo completamente, con una botta secca, Caleb rilasciò un gemito tra l'eccitazione e il dolore e una piccola lacrima scese da quei suoi bellissimi occhi verdi, il cuore di James si strinse e lo accarezzò gli asciugò il volto con una mano e semplicemente lo baciò, cercò di curare per quanto possibile il dolore con quel bacio e sembrò funzionare perché qualche secondo più tardi Caleb pronunciò una sola parola in maniera affannata e con un tono che James non seppe riconoscere ma che lo eccitò anche di più; "muoviti" e non se lo fece ripetere due volte, prese a muoversi in maniera lenta ma mirata a cogliere il punto più piacevole possibile per Caleb, voleva che il suo piccolo godesse come non aveva mai fatto, continuava a colpire la sua prostata e Caleb continuava ad urlare in preda all'eccitazione prima di accennare un affannato "p-più forte, ti prego, più forte" la sua voce più acuta di come già solitamente non fosse e cazzo se James era eccitato, si mosse più forte che poteva mentre veniva stretto dalle viscere del suo fratellino "sei così stretto cazzo" disse in preda all'eccitazione prima di rilasciare un gemito roco e Caleb sembrò in paradiso a sentire il tono della sua voce, così tanto che venne sentendolo, urlando il nome di James come una cantilena mentre quest'ultimo si riversò dopo poco dentro di lui prima di accasciarsi sul suo collo e sussurrare un "ti amo Caleb" che venne seguito da un "ti amo anche io James".
19:59

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 20, 2022 ⏰

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