Capitolo 1

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Avevo sempre pensato che per tenere a bada le paure e le proprie zone d'ombra bastasse ignorarle o peggio ancora fingere che non esistessero, era questo che mi avevano insegnato i grandi tuttavia con il tempo avevo imparato che essere adulto non significava avere sempre ragione e soprattutto che l'età non faceva l'intelligenza o la conoscenza.

Era la curiosità a fare l'esperienza: non intendevo la morbosità nel dover conoscere necessariamente ogni pettegolezzo della città o nel sentirsi in dovere di fermarsi ogni qual volta che si ci imbatteva in un incidente stradale o in una rissa di ragazzini. La vera curiosità era alzare la testa e guardare oltre il proprio orizzonte, la vera curiosità era uscire dalla propria confort zone, era viaggiare, conoscere le persone di un altro paese, assaggiare un piatto sconosciuto o provare a suonare uno strumento nuovo. C'era sempre qualcosa da imparare, qualcosa da chiedersi e qualcosa da ascoltare e fin dall'epoca d'oro la gente si era sempre dimostrata affascinata e incuriosita dalla pirateria tuttavia proprio come tutte le cose nuove o poco conosciute non erano ben viste.

Il sentirsi diversi dagli altri tendeva ad essere un fardello, un'anomalia piuttosto che una consuetudine o un semplice confronto.

La società nel corso degli anni si era dimostrata impaurita da ciò che non conosceva e i pirati che erano sempre stati discreti e misteriosi erano oggetto di mille pregiudizi e convinzioni personali che non facevano altro che alimentare la paura e l'odio nei nostri confronti. Nell'immaginario collettivo i pirati erano dei vecchi luridi con i capelli o la barba lunga, con una benda su un occhio, un pappagallo accovacciato su una spalla e alla ricerca di qualche tesoro sepolto in un isola sperduta tuttavia erano dei semplici stereotipi per accrescere il disprezzo e il terrore verso i filibustieri. Era assodato che la pirateria fosse oggetto di molte leggende e dicerie riguardo i traguardi raggiunti e persino sulle vicende che operavano ma la verità era che molti pirati erano perlopiù ex capitani di navi mercantili, ex corsari o nobili che si convertivano alla pirateria. Di certo non ero un ingenuo, sapevo che ci fossero anche canaglie che erano solamente dei delinquenti, degli evasi o addirittura dei contrabbandieri o dei ricercati, non volevo giustificare o difendere le brutte azioni che compivamo ma non mi era mai piacito fare di tutta l'erba un fascio e i pirati non erano tutte delle cattive persone. Ne avevo conosciuto parecchie e d'altro canto nemmeno io mi ritenevo una cattiva persona malgrado le mie pessime abitudini.

Alle volte si decideva di scegliere quella strada per una semplice sete di avventura e avevo avuto modo di constatarlo: io e la ciurma di cui facevo parte ormai già da qualche anno eravamo uniti da un unico sogno di libertà ed eravamo spinti da un ideale di vita che aveva il solo scopo di arricchirsi facilmente e velocemente e spendere in altrettanto modo. I beni e la ricchezza erano il nostro scopo più grande, sarebbe potuto sembrare un pensiero molto materiale ed egoistico ma il mio motto di vita era sempre stato quello di godersi le giornate al massimo e sin da bambino avevo capito che senza soldi era praticamente impossibile beneficiare della bellezza del mondo.

Ogni singola avventura era una realtà nuova da scoprire tuttavia sapevo anche che avrei dovuto mettere da parte il mio lato filosofico per far risaltare il mio essere pirata. Era scontato che gli aforismi e le mie riflessioni non bastassero per poter compiere una peripezia difatti prima di avventurarsi ero consapevole di dover avere un gran bottino tra le mani e persino all'interno delle mie tasche, motivo per cui la Paldogangsan aveva già escogitato ed eseguito un piano.

"Comunica agli uomini la nostra vittoria" esclamò fiero il capitano mentre innalzava la nostra bandiera. "E fai in modo che tutti si occupino del trasferimento del bottino da una nave all'altra" disse poiché quello non era un piano di arricchimento personale, ebbene nessuno doveva appropriarsi di ciò che avevamo conquistato poiché ne dovevamo usufruire come equipaggio dal momento che tutto era di tutti. Avevamo attaccato una nave da crociera, dunque non era una guerra ma una carognata del tutto essenziale per poter continuare a vivere in mare.

Amore a bordo || ONE SHOT Vkook || Taekook Heather ContestDove le storie prendono vita. Scoprilo ora