goodbye -capitolo 1-

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-capitolo 1-

MICHAEL

"ti amo, tesoro" mia madre mi ha sussurrato mentre mi stringeva il viso tra le mani, sporgendosi dandomi un bacio nella parte superiore della mia testa, tra le mie orecchie. Il suo calore si diffuse in me e io sorrisi " l'importante è stare in questa zona dietro gli alberi, ok? Sarò di ritorno in poche ore." Annuisco vedendola come si metteva un berretto per coprire le orecchie mentre cammina verso il bordo dei boschi. Divento un po' nervoso quando lei si allontana. Odio stare da solo. Sono stato solo poche volte, quando mia mamma doveva fare delle commissioni. Mi siedo completamente nascosto dai pesanti cespugli e da alberi con alto fusto. Le mie mani giocano con le erbacce e sembra nascere il verde intorno al mio dito. Sento gli uccelli che si chiamano l'un l'altro sopra di me, nelle cime degli alberi, gli scoiattoli, e il fruscio delle foglie. Mi siedo per un po' giocando con la mia coda e le mie orecchie prima di annoiarmi e chiedendomi se mia madre ha già fatto qualcosa per la sua macchina. Mi spaventa sempre che qualcuno se ne accorgerà che non è del tutto umana. come quello che è successo a mio padre. Con questo in mente, decido di alzarmi e camminare lentamente verso il bordo del bosco per vederci se mia madre ha avuto per la sua macchina. I miei piedi passano sopra le foglie attenti a non fare rumore. Rimango nell'ombra quando arrivo al limitare del bosco, sbirciando dietro ad uno spesso tronco d'albero per spiare la vita al di fuori del bosco. È piuttosto trafficata. Le persone sono vivacemente in giro con le borse della spesa e parlano ad alta voce ai loro telefoni. L'immondizia, le cucciolate, la strada e mi viene da arricciare il naso, incredulo al fatto che la gente non pulisce dopo di loro. Durante tutto questo, guardo intorno per vedere la macchina di mia madre. È andata, quindi suppongo che lei è sulla sua strada. Emetto un sospiro di sollievo. Lei è al sicuro. Solo allora, ho sentito un forte colpo di clacson da una macchina e poi, un rumore assordante che suonava come lo schiantarsi del metallo, risuonò nell'aria e sulla strada ogni discorso si interruppe. Ogni testa è girata verso la strada, guardando la catastrofe che è accaduta davanti ai loro occhi. Davanti ai miei occhi. Una macchina argentata identica a quella di mia madre è lacerata a brandelli, una figura sanguinante è distesa sul cofano. Un uomo dentro un'enorme macchina nera che si è schiantata in quella argento apre la pota e corre fuori, fissando il danno e si scaglia gridando. le urla iniziano ad irrompere dai marciapiedi, la gente compone numeri al telefono e si gridano l'un l'altro. Aver realizzato mi colpisce come un sacco di mattoni-quella è mia madre. Grida isteriche sorgono dalla mia gola, e tutti i pensieri di essere catturato si cancellano dalla mia mente come grido a mia madre, urlando il suo nome. Nessuno mi sente oltre il suono dei loro pianti, la mia gola è fredda. Le lacrime scendono dalla mia faccia senza fermarsi, passano oltre il mio mento e si fermano sulla mia maglia. Sento le sirene in lontananza e vado nel panico. Vedranno le orecchie. La porteranno via senza neanche provare a salvarla. Prima che io possa correre e trascinarla via dalla vista, una macchina della polizia e l'ambulanza si fermano davanti alla scena. Tre paramedici fanno scorrere delicatamente il suo corpo dal cofano della macchina alla barella, portandola all'ambulanza e mettendola dentro. L'ufficiale di polizia inizia a parlare con l'uomo, che piange davvero tanto. le sue mani si spingono nei suoi capelli in preda al panico, quando il poliziotto cerca di calmarlo.

l'ambulanza gira e tira fuori le sue sirene di nuovo, sulla strada andando di nuovo a decollare in ospedale. so poi che non potrò mai più rivederla. proprio come mio padre. le gambe collassano sotto di me, e caddi in un mucchio di terra dietro un cespuglio alto. i singhiozzi di impossessarono del mio corpo, le mie orecchie tremavano e mi si avvolse la coda intorno al torso. no. no. non può essere andata, questo è impossibile. Il caos si placa quando l'ufficiale di polizia chiede a tutti lasciare la scena. il vuoto cresce nel petto fino a quando non mi sommerge tutto, mi inghiottisce come un serpente. Cammino lentamente per tornare a casa mia, una piccola radura nel bosco. sembra anche più vuota, senza mia madre. Mi avvicino alla mia coperta blu e mi accoccolo su di essa, mi appallottolo come una palla stretto in modo che nessuno, nemmeno gli scoiattoli, possano vedere le lacrime macchiare le mie guance. non sono mai stato senza mia madre prima, non più di un paio d'ore in ogni caso. Cosa dovrei fare? posso prendermi cura di me, o devo abituarmi a farlo. Ho 18 anni, troppo vecchio per vivere ancora con mia mamma, ma lei voleva darmi supporto da quando ho perso mio padre, e onestamente, abbiamo bisogno l'uno dell'altro. Ora che se n'è andata, non ho idea di come prendermi cura di me stesso. questo mondo è diventato molto più grande, e io molto più solo.

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allora ragazze ecco a voi il primo capitolo! non avete idea del tempo che ci ho impiegato!!! '^.^ *puff puff* allora, scusate se sembro ripetitiva, ma volevo dirvi che la storia non è mia ma di @cancersurvivors!!!! ok,ok , avevo un'altra cosa da dirvi *uuuumh bahhh* iscrivetevi al concorso!

*plin plon* per maggiori informazioni visitare l'altro libro. grazie per l'ascolto*plin plon*

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 17, 2015 ⏰

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