Avvicinamenti

58 5 3
                                    

Domenica 8 giugno era il mio compleanno, mio e di mio fratello gemello, Samuele. Nonostante fosse il nostro quattordicesimo compleanno, era il primo che trascorrevamo insieme, dato che ci eravamo conosciuti solo un mese prima.
Da quello che mi avevano raccontato i nostri genitori, Walburga ed Orion, quando siamo nati avevamo entrambi problemi di respirazione. Se io però, con una decina di ore, avevo risolto quei problemi, Samuele no, ed era morto. Da quando l’avevo saputo avevo sempre un peso che mi schiacciava il petto. Perché io ero sopravvissuta e lui no? Perché proprio io? Mi sentii persino in colpa a festeggiare il mio compleanno, giorno in cui lui era morto. Ma ciò che era realmente successo era persino peggio.
Perché Samuele non era morto. Era stato scambiato dai medici con un bambino orfano ancor prima di nascere, dato che il padre era morto settimane prime e la madre poche ore prima del parto. Proprio per la morte della madre neanche quel bambino sopravvisse e fu il suo corpo che i medici misero tra le braccia dei miei genitori.
Venimmo a conoscenza di ciò i primi giorni di maggio e quando vidi per la prima volta Samuele il senso di colpa che avevo sempre provato scomparve.
Si capiva subito che eravamo gemelli. Avevamo gli stessi capelli biondo cenere e gli stessi occhi azzurri-verde. Ci capivamo perfettamente: il dolore fisico di uno era anche dell’altra, le emozioni che provava una le percepiva anche l’altro. Per mentire all’altro bisognava mentire anche a se stessi.
Nonostante avevamo organizzato una festa la domenica, il giorno stesso del nostro compleanno, mamma aveva invitato Emma, una delle mie due migliori amiche, già dal giorno prima, per permetterle di rimanere con noi durante il weekend.
Ero sicura che quello sarebbe stato il compleanno più bello della mia vita, quello in cui finalmente non mi sarei sentita in colpa a festeggiarlo.
E non mi sbagliavo

Sabato sera, poco dopo l’arrivo di Emma a casa nostra e poco prima di cena, mamma mi chiese di scrivere un messaggio sotto sua dettatura, mentre lei finiva di cucinare. Mentre scrivevo arrivò un messaggio da parte di Dorea, la madre di Lily e James, il ragazzo per cui avevo una cotta da quasi due anni ormai e che in poco tempo era diventato il migliore amico di Samuele. Non riuscivo a leggerlo completamente: ‘domani sera, i ragazzi possono venire da me….’ e poi non si leggeva più niente.
Mi bloccai di colpo.
Sapevo che mamma e papi dovevano partire per un viaggio di lavoro, ma sapevo che sarebbero partiti solo il 19 giugno e domenica sarebbe stato l’8
-mamma, è appena arrivato un messaggio di Dorea- annunciai quando finì di scrivere
-Priscilla me lo leggi per favore?- chiese lei, continuando a tagliare le carote. Aprì il messaggio -domani sera i ragazzi possono venire da me, sono sicura che per James e Lily non ci saranno problemi- lessi e, prima che mamma potesse dire qualcosa urlai:- andiamo da James e Lily?- chiesi con un sorriso da orecchio a orecchio.
Erano entrambi in classe con me e Samuele e ci chiamavano ‘i malandrini’ data l’amicizia che avevamo tra noi. -sì, ci hanno anticipato la partenza al 9- rispose mamma un po’ triste di dover partire di lì a poco. Non era raro che i miei genitori dovessero partire per lavoro, spesso anche mesi, e ogni volta io rimanevo a casa di Lily e, da quell’anno sarebbe rimasto anche Samuele. Io e mio fratello ci mettemmo a saltare dalla gioia -e quando ritornate?- chiese Samuele -il 24, se vincete la crociera non vi potremo salutare- fece notare triste -ci sentiremo tutti i giorni con la videochiamata- assicurai e poi segui Emma in giardino.

La mattina dopo, quando mi alzai e vidi i miei genitori, corsi ad abbracciarli -come mai questo slancio di affetto?- chiese papi ironico. Ero sempre stata una ragazza molto affettuosa, tranne la mattina. La mattina ero in versione ‘demone ammazza tutti coloro che mi parlano’ -ho saputo che partite domani- spiegai sciogliendomi dall’abbraccio -ah, sì, vabbè, comunque torniamo prima- rispose lui -sì, ma noi non ci siamo!- fece notare Samuele -avete ragione, ma non pensiamoci ora! Auguri amori miei!- ci salutò mamma abbracciandoci.
-dopo colazione andiamo a fare una passeggiata- annunciai ai miei genitori, mentre prendevo biscotti e succo per fare colazione. -fate tutto il giro?- mi chiese mio padre, mentre si allontanava con mamma, -sì, facciamo vedere a Samuele il bellissimo paesaggio che ci circonda- risposi. In effetti intorno casa nostra era tutta campagna ed era bellissimo.
Dopo pochi secondi Emma ruppe il silenzio -Auguri gemellini!- urlò con un sorriso e le braccia spalancate e corse su per le scale.
Scese circa un minuto dopo con in mano due pacchetti identici con una carta blu e giallo e ne porse uno a me e uno a Samuele. Li aprimmo subito e appena lo vidi mi aprì in un sorriso che non riuscì a controllare. ❗Era una runa gemella cioè un particolare tipo di runa di Shadowhunter, di cui Samuele, Lily, Emma ed io eravamo molto appassionati. Questa è formata da due rune angeliche, unite da una linea retta orizzontale e una a V che unisce i vertici in basso delle rune angeliche. Di norma due Shadowhunter se ne incidevano solo metà a testa (una runa angelica, metà della linea orizzontale e una metà della V) e stando vicini poteva percepire tutto dell’altro. È simile a quella Parabatai, ma la runa gemella ha una durata breve e si usa solo nei combattimenti. Nel nostro caso comunque aveva un ciondolo magnetico che si unisce all’altra metà della runa, legato ad un bracciale -certo che hai un vizio nel regalare rune eh…. Comunque è bellissima grazie- commentai.
L’anno prima, a Natale, Emma aveva regalato a me e Lily la runa Parabatai, sempre legata ad un bracciale. Non lo toglievo mai e ci infilai anche quella gemella.
Avevo appena chiuso il bracciale a Samuele che tornarono i nostri genitori con due pacchi. -auguri di nuovo- dissero insieme. Aprì il mio e per poco non caddi dalla sedia: era la divisa di Quidditch di Corvonero, con tanto di occhiali protettivi. Davanti c’era la scritta ‘cercatrice’, che in effetti sarebbe stato il mio ruolo, ad Hogwarts. La girai. C’era il mio cognome, Bayleis, e sotto il numero 7. -è bellissima! Grazie mille!- urlai e li corsi in contro. Samuele invece aveva ricevuto la divisa, anche lui Corvonero, che io avevo già. -ora vi lasciamo fare colazione! A dopo- ci salutò mamma.
Durante il resto della colazione parlammo del più e del meno e poi ci andammo a preparare. Io indossai una maglia di tulle blu a più strati e dei pantaloni a righe bianche e blu.
Durante la passeggiata Samuele scattò una quantità esorbitante di foto, tant’è che non potei trattenermi dal commentare -guarda che sarà sempre qui eh, non scappa niente- con una risata -beh, voglio immortalare ogni momento- rispose lui fieramente, ma io capì cosa intendeva. Per quattordici anni non aveva potuto vivere con i suoi genitori e adesso che ne aveva l’occasione non voleva perdere nessun momento.
Gli invitati arrivarono verso le 16:00. Eravamo in sette. Samuele, Emma, Lily, James, Hazel, nostra cugina, Will, migliore amico in comune, ed io.
Per quel pomeriggio, Emma, Samuele ed io avevamo preparato una recita che volevamo proporre -siete pronti per diventare gli attori più famosi di tutto il mondo?- chiesi a mo’ di sfida. Sfida che tutti accettarono.
‼️La recita era bella, avevamo preso e modificato la storia di una canzone recitata che Emma amava e il copione era strabiliante. La storia era in realtà una leggenda giapponese, di una sovrana, una ragazza di 14 anni, che però non governava in modo onesto, ma aspirava a possedere tutte le ricchezze del regno. Questo suo regime durò fino a quando il popolo si ribellò sfociando in una rivolta e lei fu giustiziata. Alla fine si scopre però che a morire era stato il suo fratello gemello, che però era il suo servo, a causa dei genitori.
Per quanto riguarda i ruoli era stato abbastanza facile scegliere.
Io avrei interpetato la principessa, -sì, infatti sono proprio crudele io- avevo scherzato, Samuele il gemello; Emma la ragazza a capo della rivolta; James il ragazzo di cui la principessa era innamorata, ma che non ricambiava, -come se mi potessi innamorare di sto qua!- avevo mentito quando Emma, Lily e Samuele lo obbligarono a impersonare questo ruolo; Lily la ragazza di cui James era innamorato -non per qualcosa, ma siamo fratelli!- fece notare Lily, disapprovando il ruolo; Will il mago che aveva consigliato di uccidere Lily -sta tranquilla, non ti voglio uccidere davvero- si difese lui, dopo un’occhiata rabbiosa di Lily, mentre Hazel la narratrice e registra
Quello fu, probabilmente, il pomeriggio migliore della mia vita, il che era strano, dato che poco dopo non avrei più rivisto i miei genitori per un bel po’ di tempo. -a parer mio merita un oscar- dichiarai una volta finito e mostrato ai genitori le riprese. Evitammo di rendere noto anche i ‘dietro le quinte’ che Hazel aveva ripreso e poi tagliato, dato che avrebbero rischiato di rovinarci il futuro.
Fu verso le 20:00 che gli invitati se ne andarono. Eravamo rimasti solo io, Samuele, Lily e James, che non sapevano che saremmo andati da loro.
-ragazzi, venite un secondo- ci chiamò mamma…

Spazio autrice

La runa gemella e il suo utilizzo tra gli Shadowhunter è stato totalmente inventato da me

‼️ Tutta la recita è basata davvero su una canzone recitata, o meglio due. La prima si chiama 'la figlia del male', mentre la seconda 'il servo del male'

Questa è la prima storia che pubblico, anche se al momento  solo un piccola parte.
Spero di pubblicare ogni due settimane.

Stesso cognome due storie diverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora